mercoledì 11 febbraio 2015

Tornerà l'Atlantico: inverno al capolinea o no?

Una pausa fisiologica:
ipotizzare situazioni invernali a tempo indeterminato, alle nostre latitudini, è qualcosa di impensabile. Il clima mediterraneo, inutile nasconderlo, è ben diverso da quello di altre Nazioni o di altre parti del mondo. Perché le masse fredde giungano sui nostri mari debbono verificarsi particolari condizioni ed è per questo che annate memorabili (leggasi '56 piuttosto che '85) rientrano a pieno titolo negli inverni storici. Non stupiamoci, quindi, se dopo un periodo moderatamente freddo e nevoso avremo a che fare con dinamiche bariche diametralmente opposte. Una sorta di pausa fisiologica in attesa dell'ultimo colpo di teatro di una stagione in graduale decadenza.
Alta Pressione poco convincente:
attualmente stiamo godendo di un netto miglioramento del tempo indotto dal consolidamento di un'ampia struttura anticiclonica a nord delle Alpi. La matrice subtropicale, passando per il nostro territorio, è piuttosto fragile e soggetta ad un duplice attacco instabile: ad ovest per mano di una goccia fredda atlantica, ad est ad opera della circolazione fredda che ha lambito il nostro Paese. La debolezza strutturale non impedisce al nostro tempo di mostrarsi stabile e soleggiato, ma come avremo modo di vedere a breve si tratterà di una parentesi poco duratura.
Freddo da inversione:
col ritorno dell'Alta Pressione, quindi della stabilità atmosferica, stiamo assistendo alla ricomparsa di forti gelate notturne su pianure e valli. Il fenomeno dell'inversione termica, che su alcune regioni si avvale tra l'altro della neve presente al suolo, sta facilitando un calo consistente delle temperature minime e la formazione di un buon cuscinetto d'aria fredda laddove le condizioni orografiche lo permettono (in Val Padana). Nei prossimi giorni avremo un andamento termico opposto: nubi e precipitazioni faranno calare le massime, mentre le minime subiranno pesanti rialzi. La consistenza degli aumenti sarà dovuta dall'intrusione anche d'aria umida e mite dai quadranti meridionali.
Ricompare l'Atlantico:
come già ampiamente anticipato lunedì, sul finire della settimana vi sarà un netto cambio circolatorio. L'azione erosiva operata dalla goccia fredda iberica a carico dell'Alta Pressione aprirà un varco dentro il quale si getterà una prima depressione atlantica. Depressione che transiterà in Francia e che poi si dirigerà di gran carriera verso le nostre regioni nord occidentali. Lecito attendersi un peggioramento e lo sviluppo di una lacuna barica capace di richiamare a sé nuovi impulsi instabili da ovest.
Piogge, temporali e anche nevicate:
anche stavolta avremo presumibilmente contrasti termici di tutto rispetto, soprattutto al Sud. Ciò significa che i fenomeni potrebbero risultare localmente intensi e per fenomeni intensi intendiamo rovesci di pioggia, temporali, grandinate e qualche nubifragio. Spostandoci a nord, invece, lo scorrimento dell'aria mite al di sopra del cuscino freddo potrebbe facilitare nevicate a bassa o bassissima quota. Addirittura in qualche tratto della Val Padana occidentale non escludiamo fioccate sin sul piano.
Inverno finito?:
Il quesito, anche alla luce delle ultime emissioni modellistiche, rimane. E la risposta, la nostra, è la stessa dell'altro ieri: no. A nostro parere le dinamiche bariche risultano propizie a nuove incursioni artiche fin nel cuore del Mediterraneo. Il primo elemento che ci spinge a ritenere probabile un'appendice invernale consistente è il posizionamento dell'Alta delle Azzorre: si riporterà a ridosso dell'Europa occidentale. Il secondo è l'incedere stagionale e l'inevitabile accentuazione di quelli che in gergo definiamo "scambi meridiani". Infine, altro elemento non trascurabile, è lo sviluppo di una possente struttura anticiclonica tra la Scandinavia e la Russia Europea. Vedremo se quest'ultima sarà in grado di recitare un ruolo da protagonista.
Fonte: meteogiornale