ilMeteo.it

Entrate e scoprite le ultime news del "ilMeteo.it"

Meteo Giornale

Entrate e scoprite le ultime news di "meteogiornale.it"

Meteo.it

Entrate e scoprite le ultime news del "meteo.it"

Meteoareonautica

Entrate e scoprite le ultime news di "meteoareonautica"

3BMeteo

Entrate e scoprite le ultime news di "3bmeteo"

Meteociel

Entrate e scoprite le ultime news di "Meteociel"

Visualizzazione post con etichetta obama. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta obama. Mostra tutti i post

mercoledì 2 settembre 2015

Allarme shock di Obama dall’Alaska: “agire subito sul clima o sarà la fine del mondo”

Storica visita di Omaba nei ghiacci dell’Alaska: “sul clima dobbiamo fare presto”.

Interi Paesi sommersi dalle acque, citta’ abbandonate, popolazioni in fuga, inasprimento e aumento dei conflitti in tutto il mondo. Insomma, uno scenario da fine del mondo. A tratteggiarlo, con toni inusualmente catastrofici, e’ Barack Obama che – come mai fatto finora – sprona l’America e il mondo intero a fare di piu’ contro gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici. Lo fa dall’Alaska, dove con lo sciglimento in atto dei ghiacciai dell’Artico i danni provocati dal surriscaldamento della superficie terrestre sono piu’ visibili che altrove, anche ad occhio nudo.
LaPresse/Reuters
LaPresse/Reuters
“Non ci stiamo muovendo abbastanza velocemente. Tutti i Paesi non lo stanno facendo, compresi gli Stati Uniti che hanno contribuito a creare questo problema”, ammette il presidente americano, che invita tutti i leader del mondo ad assumersi le proprie responsabilita’. E a trovare finalmente un accordo alla prossima conferenza sul clima in programma a Parigi. L’obiettivo ambizioso deve essere quello di un taglio drastico dei gas serra, con gli Stati Uniti che intendono farlo di almeno il 28% in dieci anni. E’ una delle eredita’ della sua presidenza a cui Obama tiene di piu’, sperando anche di essere ricordato come il leader che piu’ di altri ha trainato il resto del mondo verso una svolta. Una svolta in grado di invertire la rotta: “Il problema del climate change si puo’ ancora risolvere, abbiamo ancora il potere di farlo. Ma dobbiamo farlo adesso”. “Se pero’ andiamo avanti cosi’, condanneremo i nostri figli a vivere in un pianeta i cui problemi non potranno piu’ essere risolti”, ammonisce Obama, che attacca duramente coloro che ancora oggi negano l’esistenza dell’emergenza clima: “Saranno sempre piu’ soli, nelle loro isole sempre piu’ divorate dalle acque”.
LaPresse/Reuters
LaPresse/Reuters
Perche’ – ha proseguito – “i cambiamenti climatici stanno gia’ distruggendo la nostra agricoltura, i nostri ecosistemi, le nostre acque, l’approvvigionamento alimentare, le fonti di energia, e le infrastrutture”. Per rafforzare il suo messaggio il presidente americano ha deciso anche di partecipare a un’escursione sul Seward, uno dei ghiacciai dell’Alaska che si stanno lentamente sciogliendo: un’immagine forte per mostrare al mondo intero come l’allarme e la necessita’ di agire con urgenza non sono una favola, ma la drammatica realta’. Del resto Obama, dati alla mano, ha spiegato come ogni anno in Alaska si scioglie una quantita’ di ghiaccio pari a un’area grande come il National Mall di Washington: “Siamo davvero arrivati ad un limite che non puo’ essere superato”. Ma l’inquilino della Casa Bianca deve anche incassare la contestazione delle associazioni ambientaliste che lo accusano di aver concesso alla Shell nuovi permessi per trivellare proprio al largo delle coste dell’Alaska. Lui giura che i paletti messi alla compagnia petrolifera sono rigidissimi e che non si verifichera’ mai piu’ un disastro come quello della marea nera nel Golfo del Messico. Del resto in maniera bipartisan i leader politici dell’Alaska chiedono alla Casa Bianca di aumentare le operazioni di estrazione del petrolio per alleviare un deficit statale da 3,5 miliardi di dollari. Deficit alimentato in gran parte dal crollo dei prezzi del greggio.
Fonte. meteoweb

lunedì 24 febbraio 2014

Cambiamenti climatici: Barak Obama sostiene un importante progetto!

Il Portale Meteo accoglie con entusiasmo questa importante notizia che ci fa ben sperare rispetto ai cambiamenti climatici che stanno modificando per sempre il mondo che conosciamo.


Barak Obama risponde all'appello lanciato da Greenpeace: SaveTheArctic

Il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha riconosciuto la necessità di proteggere l’Artico rispondendo a una lettera con cui il noto cantante spagnolo Alejandro Sanz, ambasciatore dell’Artico per Greenpeace, ha chiesto agli Stati Uniti di sostenere la creazione di un santuario al Polo Nord.



Una notizia che accogliamo con grande soddisfazione. 

La scorsa estate Alejandro Sanz ha viaggiato con Greenpeace nel cuore dell’Artico, in Groenlandia, vedendo con i suoi occhi il rapido scioglimento dei ghiacci. Il cantante, ricevuto alla Casa Bianca, ha consegnato al Presidente Obama una lettera per chiedergli  di aderire alla“Dichiarazione Internazionale per il Futuro dell’Artico”. Sanz ha espresso la sua preoccupazione per le gravi conseguenze che deriverebbero dalle perforazioni petrolifere, vista l’importanza  di quest’area per gli equilibri del Pianeta. 

E Obama ha risposto a queste sollecitazioni con una lettera indirizzata a Sanz. “L’Artico – ha affermato il presidente statunitense - costituisce un elemento critico per far fronte al cambiamento climatico” e, ha continuato Obama, “tutti siamo parte della sua protezione e conservazione”.

Sanz si è detto grato. “Ringrazio profondamente il presidente Obama per la sua risposta positiva alla nostra petizione a nome di Greenpeace e delle milioni di persone che hanno firmato per la protezione dell’Artico. Il suo impegno rappresenta un grande impulso per la nostra causa” ha sottolineato il cantante.

Per questo motivo, Sanz ha chiesto a Obama di assumere un ruolo di leadership per la protezione dell’Artico e di portare avanti il progetto di creazione di un Santuario articoinsieme agli altri Stati artici.

“Per Obama, questo è il momento di dimostrare quella leadership mondiale nel proteggere l’eredità delle generazioni future in cui si era impegnato all’inizio del suo mandato. Il primo passo è chiudere le frontiere dell’Artico nordamericano al petrolio” afferma Pilar Marcos, responsabile della campagna Artico di Greenpeace.

In questo senso, lo stesso Presidente ha dichiarato che “per troppo tempo c’è stata una stretta relazione tra le compagnie petrolifere e l’agenzia federale che ha loro permesso di trivellare alla ricerca del petrolio. Sembra che i permessi siano stati spesso emessi sulla base di poche garanzie di sicurezza da parte delle compagnie petrolifere”.

Le dichiarazioni di Obama arrivano insieme a un'altra buona notizia per il futuro dell’Artico. Per il secondo anno consecutivo, e grazie alla pressione mondiale e all’azione del sistema giudiziario statunitense, Shell ha deciso di sospendere le trivellazioni in Alaska per tutto il 2014.

Anche quest’anno Shell voleva continuare con il suo programma di perforazioni nel mare dei Chukchi in Alaska, grazie alle licenze di esplorazione concesse dal governo statunitense nel 2008. Dopo questo stop, è giunto il momento che Shell getti alle ortiche una volta per tutte i suoi progetti di trivellazione, che mettono a rischio un ecosistema fragile e incontaminato.

Già cinque milioni di persone in tutto il mondo hanno firmato la petizione per la creazione di un Santuario nell’Artico.

Grazie al vostro aiuto e a queste notizie positive, la nostra campagna sta acquistando sempre maggior forza. Insieme, continueremo a lottare pacificamente per raggiungere un grande obiettivo, dal quale dipende il futuro di tutti: salvare l’Artico!



(fonte: greenpeace.org - blog di SaveTheArctic)