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mercoledì 19 luglio 2017

Previsioni Meteo, è un dramma: il super caldo continua, disastro incendi e siccità senza fine

Previsioni Meteo, sull'Italia insisterà ancora a lungo l'Anticiclone Sub-Tropicale: tanto caldo anche nei prossimi dieci giorni, emergenza incendi sempre più grave e siccità senza fine

Previsioni Meteo – Gli ultimi aggiornamenti che arrivano dai centri di calcolo meteorologico sono drammatici per l’Italia: nei prossimi giorni, per tutta questa settimana e anche per gran parte della prossima, non cadrà una goccia d’acqua nel nostro Paese, se non qualche debole e isolato rovescio in montagna sulle Alpi. Non solo: tornerà il super caldo, con temperature in sensibile aumento già dalle prossime ore, da Nord a Sud. E avremo di nuovo picchi di +40°C su gran parte del Paese tra il weekend e l’inizio della prossima settimana.
Il dramma più serio per il nostro territorio nazionale è quello della siccità: una situazione drammatica, che questo super caldo alimenta in modo sempre più grave. I campi sono secchi e l’agricoltura ne sta risentendo in modo particolarmente grave, in tutte le Regioni, con difficoltà persino per il regolare approvvigionamento idrico.
Gli incendi sono la conseguenza di questa situazione, oltre che della follia umana (sono sempre appiccati in modo doloso da criminali piromani). Ma il caldo, e soprattutto la siccità che rende la vegetazione brulla e asciutta, adatta a consentire l’alimentazione delle fiamme, rendono più agevole il “compito” distruttivo del fuoco. Una situazione drammatica per molte zone d’Italia, purtroppo anche con delle vittime. E nei prossimi giorni potrà soltanto peggiorare a causa di condizioni climatiche estreme e sfavorevoli.
No, quest’incubo chiamato Anticiclone Africano non è affatto “bel tempo”.
Fonte: meteoweb

martedì 18 luglio 2017

Previsioni Meteo, è un dramma: il super caldo continua, disastro incendi e siccità senza fine

Previsioni Meteo, sull'Italia insisterà ancora a lungo l'Anticiclone Sub-Tropicale: tanto caldo anche nei prossimi dieci giorni, emergenza incendi sempre più grave e siccità senza fine

Previsioni Meteo – Gli ultimi aggiornamenti che arrivano dai centri di calcolo meteorologico sono drammatici per l’Italia: nei prossimi giorni, per tutta questa settimana e anche per gran parte della prossima, non cadrà una goccia d’acqua nel nostro Paese, se non qualche debole e isolato rovescio in montagna sulle Alpi. Non solo: tornerà il super caldo, con temperature in sensibile aumento già dalle prossime ore, da Nord a Sud. E avremo di nuovo picchi di +40°C su gran parte del Paese tra il weekend e l’inizio della prossima settimana.
Il dramma più serio per il nostro territorio nazionale è quello della siccità: una situazione drammatica, che questo super caldo alimenta in modo sempre più grave. I campi sono secchi e l’agricoltura ne sta risentendo in modo particolarmente grave, in tutte le Regioni, con difficoltà persino per il regolare approvvigionamento idrico.
Gli incendi sono la conseguenza di questa situazione, oltre che della follia umana (sono sempre appiccati in modo doloso da criminali piromani). Ma il caldo, e soprattutto la siccità che rende la vegetazione brulla e asciutta, adatta a consentire l’alimentazione delle fiamme, rendono più agevole il “compito” distruttivo del fuoco. Una situazione drammatica per molte zone d’Italia, purtroppo anche con delle vittime. E nei prossimi giorni potrà soltanto peggiorare a causa di condizioni climatiche estreme e sfavorevoli.
Fonte: meteoweb

venerdì 23 giugno 2017

Super caldo, temperature sempre più alte sull’Italia e disastrosi temporali nel cuore d’Europa

Super caldo, temperature fino a +38°C in pianura Padana e +37°C nelle zone interne del Centro. Ulteriore aumento termico nei prossimi giorni, poi forti temporali come quelli di oggi in Germania

Altra giornata di super caldo oggi sull’Italia, soprattutto al Nord dove le temperature continuano ad aumentare vertiginosamente (ma i picchi più elevati saranno tra Venerdì, Sabato e Domenica). Oggi intanto la colonnina di mercurio ha raggiunto valori eccezionalmente elevati nel cuore della pianura Padana e in Romagna, ma anche nei fondovalle alpini con +38°C a Mantova, Merano, Ostellato e Argenta, +37°C a Ferrara, Carpi, Imola, Arzignano, Abano Terme, Bondeno, Bagnacavallo e Lugo, +36°C a Bologna, Verona, Padova, Modena, Bolzano, Alessandria, Reggio Emilia, Crema, Casalmaggiore, Legnago, Castelfranco Emilia, Arcugnano e San Felice sul Panaro, +35°C a Milano, Torino, Brescia, Novara, Vicenza, Trento, Parma, Piacenza, Pordenone, Casale Monferrato, Rovereto, Montichiari, Rovigo e Rosolina.
Super caldo anche nelle zone interne del Centro, tra Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, con temperature molto elevate persino in collina: +37°C a Jesi e Torrita di Siena, +36°C a Siena, Orvieto, Arezzo e Foiano della Chiana, +35°C a Perugia e Prato, +34°C a Roma, Firenze, Frosinone, Guidonia, Cortona, Tivoli, Monterotondo e Sulmona, +33°C a Pescara, Ancona, Latina, Viterbo ed Empoli, +32°C ad Avezzano.
Decisamente più fresco al Sud (soprattutto sulle coste) con temperatura massima di +30°C a Catania, Messina, Sassari, Brindisi e Crotone, +29°C a Reggio Calabria, Castellammare di Stabia, Battipaglia, Eboli e Vieste, +28°C a Napoli, Palermo, Cagliari, Positano, Cava de’Tirreni, Capri, Procida, Vico Equense e Sorrento, +27°C a Pozzuoli e Pompei, +26°C a Salerno e Lamezia Terme, +24°C a Vibo Valentia. Le brezze marine mantengono ancora fresco e gradevole il clima, seppur tipicamente estivo e molto secco, lungo le coste del Sud.
Nelle zone interne, invece, caldo anche al Sud, seppur senza gli eccessi del Centro/Nord. Le temperature più elevate nel meridione sono state di +35°C a Benevento e Foggia, +34°C a Palo del Colle e Bitritto, +33°C a Cosenza, Cerignola, Avellino e Pomigliano d’Arco, +32°C a Caserta, Caltanissetta e Acerra. Ma sarà la prossima settimana che l’atmosfera si infuocherà anche in queste aree, con punte diffuse di oltre +40°C, che però – attenzione – nei prossimi tre giorni potranno essere raggiunte persino al Nord (quando invece al Sud le temperature, seppur in costante aumento, si manterranno più basse rispetto all’Italia settentrionale).
Intanto questo pomeriggio abbiamo avuto qualche episodio di instabilità pomeridiana, con temporali forti ma molto localizzato sulle Alpi in Trentino Alto Adige (nella zona di Trento, fino a 35mm di pioggia a nord della città), sull’Appennino tra l’Abruzzo (a L’Aquila e nell’hinterland meridionale della città, fino a 26mm di pioggia) e la Campania (soprattutto nel Sannio, con un nubifragio a Benevento dove sono caduti 28mm di pioggia. Nulla di grave, anzi: è poca roba per allentare la morsa della siccità che – pesantissima – sta interessando tutto il nostro Paese. Nelle immagini satellitari odierne, che pubblichiamo nella gallery a corredo dell’articolo, possiamo notare proprio l’eccezionale aridità del suolo italiano, completamente secco per la mancanza di piogge significative da ormai molti mesi. E’ una situazione gravissima che si aggraverà ulteriormente nei prossimi giorni, determinando pesanti problemi di approvvigionamento idrico.
Il maltempo più estremo di oggi, invece, ha colpito in modo molto pesante e drammatico la Germania, dopo le temperature di +36°C che per l’area tedesca a giugno sono da record e l’arrivo di un po’ d’aria fresca da nord/ovest che ha scatenato cumulonembi esplosivi, tornado, grandine di grosse dimensioni e super-celle devastanti. Per il primo giorno le temperature sono diminuite in Inghilterra e nel nord della Francia.
Fenomeni analoghi potrebbero interessare l’Italia a metà della prossima settimana, tra 29 e 30 Giugno, soltanto nelle Regioni del Centro/Nord: ma non saranno piogge anti-siccità, bensì fenomeni violenti, brevi e torrenziali, che non faranno certo bene al territorio. Anzi. C’è il rischio di eventi davvero devastanti, con forti raffiche di vento, grandinate disastrose e tornado proprio a causa del gran caldo delle ultime settimane.
Fonte: meteoweb

giovedì 20 aprile 2017

Ondata di freddo anomalo sull’Italia, è tornato l’inverno: tra Giovedì 20 e Venerdì 21 picchi di -15°C rispetto alla norma [MAPPE]

Freddo invernale in tutt'Italia, il picco tra Giovedì e Venerdì: temperature in picchiata su valori eccezionali, neve a quote molto basse al Centro/Sud

L’Italia sta vivendo in queste ore il colpo di coda dell’inverno con freddo eccezionalmente tardivo: ci avviano verso la fine di Aprile, nel cuore della stagione primaverile, eppure la colonnina di mercurio è tornata su valori tipicamente invernali, in linea con le medie di Gennaio. Oggi ha fatto ancora caldo soltanto all’estremo Sud, con temperature fino a +19/+20°C esclusivamente nelle zone costiere di alcune località di Calabria e Sicilia durante la mattinata, poi anche all’estremo Sud la colonnina di mercurio ha iniziato la sua picchiata. Al Centro/Nord, invece, le temperature più elevate a Roma e Genova con +17°C, mentre in pianura Padana, Verona, Mantova, Vicenza e Piacenza sono state le uniche a toccare i +17°C, seguite da Milano, Padova, Ferrara, Alessandria e Pordenone a +16°C. Comunque continua a fare decisamente fresco soprattutto a Trieste (temperatura massima di appena +12°C), a Bologna (+14°C), a Venezia e Ravenna (+15°C).
L’anomalia fredda più significativa si registra però lungo le Regioni Adriatiche, dove c’è stato più maltempo. La colonnina di mercurio non ha superato i +4°C a Campobasso, +8°C a L’Aquila e Avezzano, +10°C a Potenza e Vasto, +11°C a Foggia, Termoli e Cerignola, +12°C a Pescara, Ancona, Vieste, Alberobello, Martina Franca e San Benedetto del Tronto. E stiamo parlando delle massime…
Le temperature, infatti, stanno continuando a diminuire, e soprattutto in serata crolleranno ulteriormente. Alle ore 18:15, ad esempio, Potenza è già a +3°C, Avezzano a +5°C, Alberobello a +7°C, Foggia e Ancona sono a +8°C, Bari, Brindisi e Lecce sono a +11°C. Sui rilievi appenninici la neve sta già cadendo sino a quote collinari, localmente addirittura a 700 metri di altitudine. E il nucleo più freddo deve ancora arrivare: l’ondata fredda, infatti, entrerà nel vivo soltanto nei prossimi giorni, tra il pomeriggio di Giovedì 20 e la serata di Venerdì 21. L’Italia sarà investita da masse d’aria di origine Artica molto basse che faranno crollare le temperature fino a -15°C rispetto alle medie del periodo, a un passo dai record storici. Al Centro/Sud continuerà a fare molto freddo fino a Sabato 22 Aprile, e la sensazione di gelo sarà alimentata per il corpo umano dalle forti raffiche di vento che interesseranno soprattutto le Regioni del medio e basso Adriatico, dove tra Giovedì pomeriggio e Venerdì mattina la neve potrà cadere fino a quote molto molto basse, imbiancando le colline a partire dai 300400 metri di altitudine e localmente cadendo sotto forma di neve tonda o gragnola fin sulle coste. Le Regioni più colpite saranno Abruzzo, Molise e Puglia, non solo per le precipitazioni, il freddo e la neve a bassa quota, ma anche per le intense mareggiate che flagelleranno i litorali adriatici esposti a nord e nord/est.
Il freddo continuerà in tutt’Italia: le temperature minime più basse saranno all’alba di Venerdì 21 al Centro/Nord e di Sabato 22 al Centro/Sud, con valori fino a -3°C in pianura Padana, nei fondovalle alpini e nelle zone interne dell’Appennino, fino a quote bassissime. Estese gelate andranno a provocare seri danni alle colture e soprattutto ai vigneti della toscana.
Fonte: meteoweb

venerdì 14 aprile 2017

Previsioni meteo, Pasqua instabile: attenzione all’intensa ondata di freddo tardivo in arrivo sull’Italia tra il 18 e il 19 Aprile

Pasqua instabile al Sud, attenzione ad una possibile sfuriata fredda di matrice artica in arrivo sull'Italia tra il 18-19 Aprile

L’onda mobile anticiclonica in queste ore è in temporaneo rinforzo sulla nostra Penisola, ma gli ultimi strascichi instabili nelle prossime ore continueranno ad arrecare residui fenomeni d’instabilità tra Molise, Gargano (Foggiano compreso) e Basilicata. Da segnalare anche qualche scroscio di pioggia sull’estremo Nord-Est, tra Friuli ed Alto Veneto, che potrà sconfinare dalle Alpi verso le pianure. Venerdì l’alta pressione comincerà nuovamente ad indebolirsi favorendo altra instabilità pomeridiana sul Nord-Est ed Emilia Romagna. Sabato un nuovo impulso freddo ed instabile colpirà il Triveneto, la Lombardia orientale e l’Emilia Romagna, determinando temporali sparsi e grandinate, scivolando poi lungo il medio Adriatico e al Sud Italia nella giornata di Pasqua con un relativo calo delle temperature, ma per il lunedì di Pasquetta è atteso un miglioramento con un tempo più stabile e soleggiato ovunque. Attenzione tra il 18-19 Aprile, secondo gli ultimi aggiornamenti dei modelli matematici potrebbe affluire una veloce ma intensa irruzione di aria fredda da Nord Est, in grado di determinare un brusco calo termico, instabilità temporalesca, grandine, brevi nevicate in collina con una forte ventilazione dai quadranti settentrionali associata a delle gelate nelle ore più fredde. Nei prossimi giorni faremo ovviamente il punto in merito a questa situazione.

Fonte: meteoweb

martedì 15 novembre 2016

Terremoto Nuova Zelanda, le immagini shock di case e ferrovie distrutte dalla faglia

Terremoto Nuova Zelanda, arrivano altre spaventose immagini dalla zona di Kaikoura

Per fortuna non arrivano altre notizie di nuove vittime in Nuova Zelanda: il bilancio di 2 morti dovrebbe essere ormai definitivo, anche se oltre 1.200 turisti sono ancora bloccati a Kaikoura, completamente isolati dal resto del Paese. Con il passare delle ore, però, arrivano nuove drammatiche immagini del disastro provocato dal sisma. Proprio a Kaikoura, nella zona di Bluff, una fattoria è stata devastata dalla faglia che si è letteralmente aperta sotto le fondamenta dell’abitazione. In un Paese poco abitato come la Nuova Zelanda, ci vuole proprio “fortuna” a trovare un edificio costruito letteralmente sopra una faglia. Molto più diffuse, invece, le crepe nelle strade e i danni alle linee ferroviarie. Commoventi le immagini delle mucche impaurite in un piccolo appezzamento di terra che ha resistito mentre tutto intorno il suolo sprofondava.
Fonte: meteoweb

lunedì 31 ottobre 2016

Terremoto Centro Italia: notte di forti scosse e freddo, oltre 15mila sfollati

Proseguono senza sosta le scosse di terremoto nelle Marche e nell’Umbria: sono oltre un centinaio le scosse registrate dalla mezzanotte nelle aree tra Rieti, Macerata, Perugia e Ascoli Piceno. La piu forte, alle 04:27, in provincia di Perugia, di magnitudo 4.2 a 11 chilometri di profondita’ e a soli 3 chilometri da Norcia: vista la vicinanza con l’epicentro, anche scosse di magnitudo minore erano nettamente percepibili, soprattutto dalle auto, dove moltissimi residenti di Norcia hanno passato la notte. Temperature molto basse nella notte con punte anche di due gradi. In questi momenti sono molti in fila per una tazza di caffè caldo nella tensostruttura della protezione civile allestita vicino al palazzetto dello sport.

Una lunga notte per gli sfollati

Prima notte del dopo terremoto trascorsa in auto o nelle strutture di accoglienza per la popolazione colpita dal nuovo terremoto tra Umbria, Marche e Lazio. Diverse le scosse avvertite chiaramente anche nella zona di Norcia.
Sono oltre quindicimila le persone assistite dal Servizio Nazionale della Protezione Civile in seguito al forte terremoto che ieri mattina ha colpito il territorio dell’Italia centrale già interessato dalle scosse del 24 agosto e del 26 ottobre.
In particolare, oltre cinquecento sono accolte in strutture alberghiere nell’area del Trasimeno e oltre quattromila negli alberghi sulla costa adriatica. A queste si aggiungono circa tremila persone nella Regione Umbria e altre settemila nella regione Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale.
I dati, riferiti alla tarda serata di ieri, sono da considerarsi in continua evoluzione e aggiornamento.
Rimangono, inoltre, tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1100 cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive – prevalentemente a San Benedetto del Tronto –, presso le abitazioni del progetto C.A.S.E. nel comune dell’Aquila o nei MAP localizzati in altri comuni d’Abruzzo nonché nelle residenze sanitarie assistenziali nelle quattro regioni colpite dal sisma.

Inagibili due chiese in centro a Roma

A scopo precauzionale sono state dichiarate inagibili dai vigili del fuoco due chiese del centro storico di Roma. Dopo accurati sopralluoghi a seguito della forte scossa di ieri mattina, sono state chiuse la chiesa di San Francesco nel rione Monti e di quella di piazza Sant’Eustachio. Sarebbe inagibile anche la chiesa di Santa Barnaba nel comune di Marino, nell’area dei Castelli romani.

Montegallo, la chiesa di Santa Maria Pantano distrutta

La chiesa di S.Maria in Pantano, lo storico edificio a 1200 metri sul monte Sibilla, e’ completamente crollata. Non ha resistito all’ultima scossa di ieri. Lo ha rivelato il sindaco di Montegallo, Sergio Fabiani, che ha anche spiegato che se il paese aveva resistito alle scosse, ieri ha subito il colpo di grazia: “Il 40% e’ distrutto, ho gia’ fatto ordinanze di sgombero, sono gia’ partiti 140 sfollati per Grottammare e altri se ne andranno oggi. Siamo affranti, schiantati”.

Torna l’elettricità in Umbria

Enel comunica di aver completato la rialimentazione di tutte le forniture elettriche nelle zone agibili, sia a Norcia sia a Cascia, dove erano rimaste le ultime utenze disalimentate. Per quanto riguarda le aree non accessibili a Norcia e a Castelluccio di Norcia, tutte evacuate, Enel procedera’ in collaborazione con Protezione Civile e Vigili del Fuoco in base alle azioni di ripristino dell’agibilita’.

Curcio: nessuna vittima perché eravamo già attivi

Dopo due mesi di terremoto infinito per tutti noi che lo stiamo vivendo da molto vicino forse è rimasta da spremere soltanto la buccia del limone. Ma il gioco di squadra è straordinario e se potessi ringrazierei una ad una tutte le persone che ho incontrato“. Lo afferma Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, in una intervista al Corriere della Sera. Sul fatto che questa volta non ci siano state vittime, benché la scossa sia stata molto più forte del 24 agosto, il capo della Protezione civile spiega: “Stavolta il sistema di protezione civile era già attivo perché stavamo gestendo il post sisma del 26 ottobre e prima ancora quello del 24 agosto. Gli interventi sul territorio sono stati immediati e così pure la risposta alle richieste di soccorso“. “Senza dubbio che questo è un Paese con due grandi ricchezze – aggiunge Curcio – La solidarietà e la dignità. Le ho viste entrambe manifestarsi durante le ore più tremende. Tutt’Italia si è mobilitata per aiutare i comuni colpiti. Che, da parte loro, hanno reagito con un coraggio e una compostezza incredibili. Malgrado la grande paura e la disperazione che pure ho visto negli occhi dei sindaci da quando questo dramma è iniziato“. Ora il lavoro della Protezione civile, sottolinea sarà quello di “dare un’accoglienza e un’assistenza dignitosa a tutte le persone che sono fuori casa, impostando subito, con i territori, la strategia per il medio-lungo periodo“.


Fonte: meteoweb

giovedì 27 ottobre 2016

Altra più forte scossa di TERREMOTO, 5.9 su Italia centrale. Molti danni, crolli

Nuova fortissima scossa di terremoto nelle zone interessate questa sera da un'altra potente scossa stimata di 5.4 come magnitudo, mentre la nuova ha avuto intensità di ben 5.9.
In zona è in atto un'ondata di maltempo.
Il paesino di Ussita ha subito ingenti danni, ma le notizie sono sommarie. Manca l'energia elettrica, le linee telefoniche sono interrotte.
Questa l'Italia è dei terremoti, talvolta forti, altre violentissimi, persino accompagnati da maremoti (tsunami).
Serve prevenzione, i terremoti sono un fenomeno naturale che genera disastri perché il nostro è un Paese dall'edilizia arretrata, dove c'è chi specula nelle opere pubbliche utilizzando materiali di pessima qualità. Siamo una Civiltà evoluta, che ha origini imponenti, ma con il tempo abbiamo perso certe qualità.
Messico e Cile, Paesi meno avanzati di noi hanno investito molto nell'antisismico. In Giappone scosse come quelle odierne avvengono anche una al mese.
Ore 20:00. (ANSA) - Il terremoto di magnitudo 5,4 avvenuto oggi nella zona compresa tra Perugia e Macerata è collegato a quello avvenuto il 24 agosto nel Reatino. Lo ha detto all'ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). (ANSA).
Ore 19:50. Nuovo terremoto: crolli in Valnerina. L'Italia è Paese a forte rischio terremoto. Le notizie che giungono sono di crolli per la fortissima scossa, che rammentiamo è stata di magnitudo 5.4. È stata avvertita particolarmente a Roma e Firenze. In Toscana, a pochi passi dalla città toscana, ieri c'era stata un'altra forte scossa.
Riguardo la magnitudo, dall'estero, vista l'irraggiungibilità del sito web ufficiale italiano dei terremoti ad ogni scossa sismica, è diffusa una notizia di scossa sino a 5.6, ma il valore esatto sarà quello definito dal INGV.
Ore 19:20. Fortissima scossa è avvenuta alle ore 19:10 in territorio marchigiano.
La scossa superficiale, a 9 km di profondità, è stata avvertita in tutta l'Italia centrale
Fonte: meteogiornale

sabato 17 ottobre 2015

Alluvione Taranto, città disastrata: FOTO dell’ennesima catastrofe di cui nessuno parla

Alluvione a Taranto: nessuno parla del disastroso evento di oggi nella Città dei Due Mari, letteralmente in ginocchio a causa di una pioggia pazzesca.

Fortunatamente a Taranto la situazione meteo sta migliorando, ma la pioggia di oggi è stata drammatica per la città jonica pugliese. In centro sono caduti 214mm di pioggia, anche se il dato non è definitivo perché continua a piovere. Precipitazioni abbonanti anche sulle Murge, con 119mm a Noci,91mm a Castellana Grotte, 79mm a Putignano, 61mm a Cisternino, 60mm a Martina Franca, 44mm a Locorotondo, 32mm ad Alberobello. Sulla fascia Adriatica, 78mm a Monopoli e 46mm a Ostuni. Il maltempo ha risparmiato il leccese ma la situazione su Murge e soprattutto a Taranto città è critica.
taranto alluvione (16)Fortunatamente c’è chi riesce a prenderla con ironia , ma i danni sono ingentissimi. Allagamenti in tutti i quartieri, tanto che si e’ reso necessario l’utilizzo di barche e gommoni per portare soccorso ai cittadini rimasti intrappolati in uffici e in abitazioni al piano terra o negli scantinati. Una ventina di dipendenti dell’Amiu e’ rimasta bloccata per ore nell’edificio della zona Croce. Allagati e chiusi tre sottopassi, chiese (in particolare la Madonna delle Grazie), scuole e strutture sportive come il PalaMazzola. In alcune vie, come nel rione Tamburi, il livello dell’acqua è stato tale da sommergere completamente le auto. In via Minniti, l’asfalto ha ceduto e un’auto è sprofondata nella voragine che si è creata. Interdetto, inoltre, l’accesso ai varchi del Porto Mercantile, in zona Croce. Disagi anche in diversi comuni della Provincia e in particolare a Montemesola, Martina Franca e Grottaglie. Al momento nessuna conferma ufficiale sulle voci di vittime: le autorità smentiscono categoricamente, ma sono in corso centinaia di interventi di soccorso. Duole constatare come in pochi, sui mass-media nazionali, diano spazio ad una notizia così grave: è l’ennesima catastrofe del maltempo estremo di cui però oggi nessuno parla.
Fonte: meteoweb

venerdì 18 settembre 2015

Terremoto 8.3 e tsunami in Cile: 10 morti, un milione di evacuati. Il riepilogo 18 ore dopo la scossa

Pochi minuti di panico scatenato dalle scosse, ore intere di angoscia durante la notte e la scoperta dei danni con la luce del giorno dopo: cosi’ hanno vissuto i cileni l’ennesimo terremoto che ha colpito il paese latinoamericano, lasciando un bilancio di 10 morti, qualche decina di feriti e oltre un milione di persone evacuate dalla costa per il rischio di uno tsunami. Il terremoto, di magnitudo 8,4 nella scala di Richter – il sesto sisma piu’ intenso della storia del CILE e il piu’ violento dell’anno a livello mondiale – e’ iniziato poco prima delle ore 20 (l’una del mattino in Italia), con epicentro a 25 km ad ovest di Illapel, nella regione di Coquimbo, circa 200 km a nord di Santiago.
Cile Terremoto Tsunami coquimbo (31)La scossa iniziale e’ stata abbastanza forte, ma sono state le repliche che si sono susseguite nelle ore seguenti – piu’ di 400, secondo le autorita’ locali – che hanno seminato il panico nella popolazione, mentre il governo ha immediatamente ordinato l’evacuazione della costa pacifica, tenendo in conto il rischio di uno tsunami. Di fatto, il terremoto e’ stato cosi’ intenso che e’ stato sentito a migliaia di chilometri di distanza, sulla costa atlantica dell’Argentina e dell’Uruguay, dove centinaia di persone sono uscite di casa preoccupate dai tremori, e si sono moltiplicati i messaggi allarmati sui social network.
Cile Terremoto Tsunami coquimbo (16)Il temuto tsunami fortunatamente non e’ arrivato, anche se localita’ come La Serena, capoluogo della provincia di Coquimbo, sono state raggiunte da onde alte 4,5 metri e a Valparaiso, 400 km piu’ a sud, sono state registrate “variazioni importanti delle maree, di quasi due metri”, secondo le autorita’ locali. La presidente Michelle Bachelet ha riunito un consiglio dei ministri di emergenza la scorsa notte nel Palacio de la Moneda di Santiago e oggi si e’ recata nella zona colpita dal sisma per monitorare personalmente la situazione ed ha proclamato la regione “area di catastrofe”.
Cile Terremoto Tsunami coquimbo (4)“Ci sono ancora circa 100 mila famiglie senza luce, in gran parte a Coquimbo, La Serana e Ovalle”, ha detto Bachelet, che ha congratulato la protezione civile ma anche i cittadini comuni del suo paese per quella che ha definito “una risposta molto positiva ed efficace” dopo il terremoto. La presidente ha annunciato anche la sospensione delle attivita’ ufficiali previste per il fine settimana, in occasione de “La Dieciocho”, una festa di due giorni in cui i cileni celebrano la loro indipendenza dall’impero coloniale spagnolo. E cosi’, mentre l’allarme rosso per il rischio tsunami e’ stato revocato oggi su tutta la costa cilena, e’ cominciata l’ispezione della distruzione causata dal sisma: e’ nei dintorni di Illapel che si e’ registrato il maggior numero di casi, mentre nelle localita’ costiere le ondate di acqua marina hanno distrutto imbarcazioni e veicoli di ogni tipo, provocando anche danni importanti negli edifici piu’ vicini all’oceano.
Fonte: meteolive

giovedì 13 agosto 2015

“Fate Allarmismo”: il vero problema è che nonostante tutti questi disastri, non si allarma nessuno…

Incredibili “accuse” di allarmismo e sensazionalismo anche in occasione dell’alluvione di ieri a Rossano e Corigliano: è l’espressione di un’opinione pubblica che non vuole aprire gli occhi sui rischi (reali) provocati dal dissesto e dal maltempo.

Il dissesto idrogeologico, la mancata cura e prevenzione del territorio e i sempre più frequenti episodi di maltempo estremo continuano a provocare disastri con una frequenza e di un’entità prima inimmaginabili: soltanto nell’ultimo mese di quest’estate 2015, dall’8 luglio al 12 agosto, ne abbiamo viste di tutti i colori. Prima il devastante tornado sulla Riviera del Brenta, poi il downburst di Firenze, le frane killer del Cadore sulle Dolomiti e ieri l’alluvione nel cosentino jonico. Quattro disastri in piena estate, nel giro dell’ultimo mese, e c’è ancora chi ha il coraggio di parlare di “allarmismo”, di accusarci addirittura di “terrorismo”.
non vedo non sento non parloIl vero problema è che nonostante tutti questi eventi disastrosi, non si allarma proprio nessuno. Se fossimo davvero preoccupati dai rischi incombenti e reali dettati dai fenomeni meteorologici e dalle condizioni del territorio, anziché sproloquiare sui social network con commenti assolutamente fuori luogo, ci attiveremmo per prevenire quelli che sono in realtà disastri annunciati, ci attiveremmo per mettere al sicuro i luoghi in cui viviamo, per garantire pulizia e corretta manutenzione. Dovremmo smetterla, ad esempio, di costruire abitazioni abusive, vicine alle fiumare, sui costoni a rischio frane, a pochi metri dalle spiagge. Dovremmo smetterla di gettare i rifiuti nei torrenti. Dovremmo smetterla di preoccuparci di ciò che in realtà importante non è, dovremmo smetterla di chiudere gli occhi e vivere i rischi con atteggiamenti fatalisti. Dovremmo iniziare ad essere consapevoli del fatto che siamo padroni del nostro destino.
alluvione corigliano (1)Certamente anche la politica ha le sue colpe, e non sono poche. Ma viviamo in una democrazia, e non ci sembra che i cittadini chiedano ai governatori provvedimenti volti a mettere in sicurezza il territorio o azioni tese a valorizzare la meteorologia, unica scienza che può aiutare nella prevenzione dei fenomeni, nella loro previsione e quindi nella tutela del territorio e nella salvaguardia dell’incolumità dei cittadini. Anzi, proprio nei giorni del fango e delle frane, il governo chiude l’archivio storico della meteorologia italiana. La preoccupazione dei cittadini-elettori è più che altro il posto di lavoro, la becera raccomandazione che anziché farci vergognare, ci fa inorgoglire. Le scrivanie dei nostri politici, dove dovrebbero esserci progetti importanti, idee lungimiranti, studi e ricerche da analizzare per decidere le cose giuste da fare, sono inondate di Curriculum Vitae come se fossero l’ufficio di collocamento. Finché chiederemo posti di lavoro, vinceranno le elezioni sempre e solo quelli che ce li prometteranno. Quindi, pur riconoscendo le colpe della politica, anche questo non può essere un alibi: ognuno si prenda le proprie responsabilità. In democrazia le colpe della politica sono semplicemente le colpe della gente, perché la politica non è altro che la rappresentanza della gente.
scimmie non vedo no nsento non parloE’ davvero incredibile, con città intere sommerse dal fango, leggere ancora gli attacchi di chi ha il coraggio di parlare di “allarmismo“. Ma quale allarmismo? Il fango di Rossano è forse un’invenzione sensazionalistica? I morti del Cadore, il tornado che ha devastato il Brenta, la tempesta che ha messo in ginocchio Firenze? Tanto per rimanere nell’ultimo mese. D’estate. E adesso sta arrivando l’autunno. Sembra l’atteggiamento omertoso tipicamente mafioso del “non vedo, non sento, non parloNoi invece vogliamo vedere.Vogliamo sentireVogliamo parlare. E dateci pure degli “allarmisti“, se è così che si chiama. Non è un problema. Piuttosto aprite gli occhiil vero problema è che nonostante tutti questi disastri, sembra che non si stia allarmando proprio nessuno. Come se alla fine di ogni pagina, alla fine di ogni giornata, alla fine di ogni storia dovessimo concludere con un “e vissero tutti felici e contenti“. Fino alla prossima alluvione, che non si farà aspettare più di tanto.
Fonte: meteoweb

mercoledì 12 agosto 2015

Alluvione in Calabria, piogge tropicali: Corigliano verso i 250mm, nubifragi anche a Reggio

Alluvione in Calabria, piogge da record: Corigliano Calabro sfiora i 250mm nelle ultime 17 ore, bombe d’acqua anche nel reggino.

Continua a piovere in Calabria: Corigliano Calabro ha raggiunto i 220mm di pioggia giornaliera, ed è bene ricordare che già ieri nel centro del cosentino erano caduti 25mm di pioggia. Situazione critica proprio a Rossano e Corigliano dove, fortunatamente, non sembrano esserci vittime e al momento non risultano neanche dispersi. Le persone bloccate o non rintracciate in mattinata sono state tutte messe in salvo, in alcuni casi in modo disperato, dai soccorritori e dall’eroico lavoro dei Vigili del Fuoco, che hanno evitato che il disastro diventasse ancora più grave. In Calabria, però, continua a piovere e le piogge continueranno anche nelle prossime ore.
saetta catanzaro lido mar jonioSituazione critica anche nel basso reggino jonico, già ieri colpito duramente dal tornado che ha devastato Saline Joniche. Durante un forte temporale, a Reggio Calabria sono caduti 63mm di pioggia a Rosario Valanidi, sulle colline della zona sud della città. E’ una zona già duramente colpita dal maltempo dei giorni scorsi, con ben 157mm di pioggia caduti nell’ultima settimana, da giovedì 6 agosto ad oggi.
Catanzaro LidoBen 46mm di pioggia invece oggi a Montebello Jonico, dove negli ultimi 7 giorni dal 6 agosto ad oggi sono caduti ben 148mmdi pioggia. Sono piogge tropicali, assolutamente anomale per il mese di agosto in queste aree, senza precedenti storici. Simbolo di un clima sempre più estremo. 
fonte: meteoweb

giovedì 19 febbraio 2015

Maltempo, in Sicilia non smette più di piovere: situazione al collasso, Etna isolata dalla nevicata-record

E’ sempre più pesante la situazione del maltempo in Sicilia: nelle zone orientali dell’isola continua a diluviare, tra l’Etna e i monti Iblei le precipitazioni alimentate dallo “stau” insisteranno ancora per gran parte della giornata di giovedì 19 con temperature in netto calo e quota neve fino ai 1.000 metri di altitudine. Sull’Etna la situazione è critica: il vulcano è completamente isolato oltre i 1.600 metri di altitudine, i Rifugi e gli alberghi sono stati letteralmente abbandonati nel pomeriggio di ieri sotto la nevicata eccezionale, una delle più abbondanti degli ultimi decenni. Al Rifugio Sapienza (1.910 metri di quota sul versante Sud del vulcano) l’accumulo ha superato i tre metri di altezza; a Piano Provenzana (1.820 metri di altitudine, versante Nord/Est del vulcano) l’accumulo è di oltre due metri e mezzo come possiamo osservare bell’immagine della webcam a corredo dell’articolo. La grande nevicata di febbraio 2012 è stata abbondantemente superata, e nelle prossime ore nevicherà ancora. Breve pausa soltanto nella giornata di venerdì, sabato ricomincerà a nevicare intensamente per oltre 24-36 ore fino a domenica sera con altri abbondanti accumuli.
Aci CastelloPreoccupa la situazione per le piogge incessanti a valle e in collina. Questi gli accumuli più significativi delle ultime 48 ore, ma molte stazioni meteo sono andate offline a causa dei blackout e non riescono più a trasmettere i dati che sono rilevanti con picchi diffusi di oltre200mm in ampie aree delle province di Catania, Siracusa e Messina: 275mm a Linguaglossa,268mm a Nicolosi, 197mm a Trecastagni,175mm a Mascalucia, 162mm a Palazzolo Acreide, 142mm a Modica, 135mm a Ragusa,116mm a Siracusa, 104mm a Randazzo,63mm a Catania. Il mar Jonio è ancora in tempesta con forti mareggiate su tutto il litorale per i venti di levante. Danni e disagi per gli allagamenti, le campagne completamente allagate, i corsi d’acqua straripati in più punti in modo particolare nell’area iblea, ma anche nel catanese la situazione è critica non solo sulle strade secondarie ma anche sull’autostrada A18 Messina-Catania nell’area etnea e sulla tangenziale di Catania. 
Fonte: meteoweb

venerdì 6 febbraio 2015

Disastrosa alluvione in Romagna, Emilia sommersa di neve: la “bomba” è devastante [FOTO]

Situazione drammatica per il maltempo in Emilia Romagna: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e l’Appennino sono letteralmente sommersi dalla neve con accumuli che nella notte hanno superato i 40cm in pianura e i 200cm in montagna. In Romagna, invece, la situazione è critica per l’alluvione: tra Cesena, Forlì, Ravenna e Ferrara nella notte sono caduti altri 80mm di pioggia con picchi di 90mm; tra ieri e oggi sono caduti oltre 160mm di pioggia. La situazione è molto pesante con allagamenti anche su tutto il litorale e in modo particolare sulla riviera romagnola, dove la bora soffia impetuosa e provoca violente mareggiate che impediscono ai corsi d’acqua il loro regolare deflusso in mare. Stamattina la bora è arrivata a 108km/h a Torre Pedrera, 89km/h a Rimini, 87km/h a Bellaria, 82km/h a Gabicce e Ferrara, 81km/h a Cervia e Riccione.
Fonte: meteoweb