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giovedì 10 dicembre 2015

Inverno no, rimandato a Natale. Ma torneranno le piogge

Anticiclone meno robusto: in queste ore stiamo registrando il passaggio di un sistema nuvoloso associabile ad una lunga perturbazione atlantica che dal nord Europa si è distesa sul Mediterraneo. La presenza dell'Alta Pressione ha inibito i fenomeni, tuttavia non mancherà occasione per qualche goccia di pioggia prima al Centro e Sardegna, poi al Sud.
Si rivede l'Atlantico: la buona notizia, considerando la penuria di spunti di discussione, è che la minore robustezza anticiclonica si tradurrà nel ritorno di qualche perturbazione atlantica. L'inizio della prossima settimana vedrà transitare, da ovest verso est, una discreto fronte nuvoloso sostenuto probabilmente da tese correnti occidentali. Caleranno le temperature, pioverà un po' e si rivedranno nevicate sui rilievi. Insomma, un ritorno a condizioni meteo-climatiche più consone al periodo.
Non è ancora svolta: avevamo indicato metà dicembre come snodo cruciale verso l'inverno, ma a quanto pare potrebbe rivelarsi un fuoco di paglia. Sembra infatti che il promontorio nord africano, dopo essersi posizionato sulla Penisola Iberica, possa approfittare di un affondo perturbato a ovest delle Azzorre per ripresentarsi sul nostro Paese. A quel punto si tornerebbe alle condizioni meteorologiche attuali: stabilità, nebbie, nubi basse e clima mite.
Verso il Natale: dovremo tenere d'occhio l'eventuale spostamento di un Vortice d'aria molto fredda verso la Russia europea e nel contempo potrebbe strutturarsi una cellula di Alta Pressione in Scandinavia. Cellula che, qualora dovesse comunicare col promontorio afro-mediterraneo, potrebbe creare i presupposti per un blocco anticiclonico a ridosso dell'Italia e in grado di pilotare un po' d'aria fredda verso di noi (da est). Il tutto avverrebbe in ultima decade, in prossimità delle festività natalizie, ma dato l'ampio range temporale a disposizione dovremo necessariamente rivalutare il tutto.

mercoledì 9 dicembre 2015

Previsioni Meteo, FOCUS sul peggioramento di domani al centro/sud: torna la neve in Appennino [MAPPE]

Previsioni Meteo, tutti i dettagli sul peggioramento delle prossime ore: domani piogge sparse e qualche temporale al Sud


Dopo un’Immacolata dal clima primaverile, anche oggi sull’Italia è una splendida giornata gradevole con ampie schiarite grazie al poderoso anticiclone che staziona sul nostro Paese da diverse settimane. Persistono nebbie e foschie in pianura Padana ma altrove splende il sole e l’atmosfera si riscalda in modo anomalo rispetto al periodo, con temperature di gran lunga superiori rispetto alle medie non solo sulle coste e al Sud, ma anche sull’arco alpino.
POPLEX.2015343.terra.1kmAbbiamo infatti +19°C a Reggio Calabria, Messina e Siracusa, +18°C a Napoli, Palermo, Catania, Taranto, Cagliari e Trapani, +17°C a Cosenza, Catanzaro, Latina, Olbia, Guidonia, Caserta e Lamezia Terme, +16°C a Roma, Genova, Salerno, Bari, Lecce, Brindisi, Oristano, Crotone e Aosta. Nelle prossime ore la situazione cambierà soprattutto al centro/sud a causa di un debole (e momentaneo) cedimento dell’anticiclone che lascerà entrare sull’Italia degli spifferi freschi e instabili da nord/est.
32Tra giovedì 10 e venerdì 11 dicembre avremo quindi un timido peggioramento soprattutto nelle Regioni Adriatiche e al Sud, a causa di questi spifferi freschi provenienti dai Balcani. Le temperature diminuiranno di diversi gradi, tornando per qualche ora nella normalità del periodo, e ci sarà un po’ di maltempo, senza fenomeni particolarmente estremi ma con piogge sparse e qualche temporale breve ma intenso a causa dei contrasti termici.
previsioni meteo giovedì 10 dicembre 2015Tornerà anche la neve sui rilievi Appenninici, in modo particolare tra Marche, Abruzzo e Molise, dove domani mattina si verificheranno nevicate oltre i1.000 metri di quota. Più a Sud, tra Campania, Puglia e Basilicata, la quota neve si assesterà sui 1.200 metri mentre all’estremo Sud, in Calabria e Sicilia, dove i fenomeni saranno più intensi soprattutto nel basso Tirreno, nevicherà oltre i1.400/1.500 metri. Nelle località più colpite, tra Sicilia tirrenica e Calabria meridionale, potranno cadere 50-60mm di pioggia, con qualche forte grandinata e raffiche di vento freddo settentrionale fino a 70km/h

Fonte: meteoweb

martedì 1 dicembre 2015

Previsioni Meteo Dicembre, anticiclone almeno nei primi 10 giorni del mese: caldo folle, c’è lo zampino di El Niño

Previsioni Meteo Dicembre: inizia il primo mese dell’inverno meteorologico, ma almeno la prima decade trascorrerà sull’Italia sotto un’anomala cupola anticiclonica.

Clima folle sull’Italia almeno per tutta la prima decade del mese di dicembre: l’anticiclone che ha già conquistato il territorio Euro-Mediterraneo diventerà un “mostro” con picchi di alta pressione di oltre 1030hPa nei prossimi giorni, e le temperature aumenteranno fino ad oltre 10°C sopra le medie del periodo soprattutto nei settori occidentali del nostro Paese, sulle Alpi e nelle due isole maggiori, Sicilia e Sardegna, con picchi di oltre +20°C e addirittura di +25°C nei fondovalle alpini tra Valle d’Aosta e Piemonte. Attenzione a nebbie e foschie nelle valli e pianure del centro/nord, dove invece le temperature rimarranno fresche anche nelle ore diurne, ma in modo molto isolato e legato appunto alle condizioni micro-climatiche locali.
El NiñoUna follia climatica destinata a durare a lungo: c’è infatti lo zampino di El Niño che potrebbe continuare a spingere questo poderoso Anticiclone Sub-Tropicale, strutturato nel Mediterraneo come se fossimo in piena estate, anche nella seconda metà del mese e quindi durante le festività natalizie. Altro che “gelo siberiano“, “burian” e simili fandonie annunciate in pompa magna da numerosi siti-bufala: le previsioni meteo possono considerarsi affidabili non oltre i 6-7 giorni, è anche possibile delineare una tendenza fino a 10-12 giorni ma spingersi oltre significa tentare di azzeccare un terno al lotto.
caldo recordInoltre le indicazioni delle previsioni stagionali e di tutti gli indicatori meteo-climatici per la stagione invernale o comunque per il mese di dicembre non promettono nulla di buono in termini di freddo e neve, se non qualche breve e isolata sfuriata fredda simile a quella dei giorni scorsi, che ha provocato abbondanti nevicate e qualche giorno di freddo in un contesto climatico di un novembre assurdo, passato alla storia come il più caldo di sempre, in Italia, in Europa e nel mondo a causa di un anomalo anticiclone molto simile a quello che sta tornando in queste ore.
Impossibile dire se anche tutto dicembre sarà così; sicuramente nei primi 10 giorni sarà anche peggio. Perché entriamo nel vivo della stagione, le temperature dovrebbero iniziare a diminuire sensibilmente, invece torneranno ad aumentare come se fossimo in primavera.
Fonte: meteoweb

venerdì 1 maggio 2015

“El Niño” stravolge il clima della Terra: storica ondata di caldo...

...in America, record frantumati. E anche in Europa…

Il progressivo riscaldamento del Pacifico orientale sta contribuendo a rendere davvero eccezionale la calura fra l’America centrale e Cuba, stabiliti numerosi record di caldo. El Niño inizia a fare sul serio…

Da alcune settimana l’intera fascia dell’America centrale, buona parte del Venezuela e parte dell’area caraibica occidentale è interessata da una eccezionale quanto persistente ondata di calore che sta favorendo l’abbattimento di numerosi record di caldo assoluti. Da Cuba al Venezuela occidentale, passando per l’Honduras, il Guatemala e gli altri stati dell’America centrale, il passaggio del sole allo “Zenit” (raggi solari perpendicolari al terreno durante le ore centrali del giorno), sta determinando una sorprendente “scaldata”, ulteriormente enfatizzata dalla presenza nei bassi strati di aria ancora secca, in parte deumidificata dalle “Subsidenze atmosferiche” (lenti moti discendenti in seno alla colonna d’aria) che contraddistinguono la lunga cintura anticiclonica facente capo alla “Cella di Hadley” che risale verso nord, in direzione dei Caraibi e dell’America centrale.
Honduras_spiaggeIl caldo più intenso si è sperimentato in Venezuela, dove nei giorni scorsi l’accumulo della calura ha permesso ai termometri di poter varcare la soglia limite dei +40°C +41°C all’ombra. Si tratta di cifre davvero eccezionali per il Venezuela visto che da queste parti è davvero raro registrare temperature massime prossime al muro dei +40°C. Quella di ieri, mercoledì 29 Aprile 2015, è stata una giornata davvero epocale per la storia climatologica del Venezuela, dopo che la stazione di Coro ha archiviato una temperatura massima di ben +43°C all’ombra. Valore che ha letteralmente fatto a pezzi il vecchio record di caldo nazionale, rappresentato dai +42.0°C di Machiques.
ep_sst_mmOltre al nuovo storico record assoluto di caldo di Coro, che ieri per la prima volta nella storia ha sfondato il muro dei +43°C, la soglia dei +39°C +40°C è stato oltrepassata in altre località del Venezuela occidentale, mentre nel settore più orientale del paese i termometri si sono mantenuti su valori un po’ meno elevati grazie all’azione mitigatrice dell’Aliseo di NE proveniente dall’Atlantico tropicale. Ma da giorni il caldo eccezionale sta duramente colpendo pure l’America centrale e i Caraibi occidentale, dove le temperature hanno raggiunto picchi di oltre +38°C +39°C all’ombra, veramente elevatissime per i climi tropicali marittimi mitigati dal costante soffio dell’Aliseo e delle brezze termiche.
gl_sst_mmIn particolare tra Honduras, Cuba e Belize in questi giorni rischiano di poter fare la storia, battendo i rispettivi record nazionali. In Honduras spiccano gli oltre +40.5°C raggiunti dalla stazione meteorologica di La Mesa San Pedro Sula e i +41.5°C di Choluteca. A Cuba la stazione meteorologica di Puerto Madre ha appena sfondato la soglia dei +38.4°Cmentre nella vicina Punta Lucrecia, una delle più calde dell’intera isola, si puntano i primi+38.0°C. Caldo che spesso, causa l’azione delle brezze, si accompagna a tassi di umidità relativa medio-alti, oltre il 60-70 %, che rendono la calura davvero insopportabile, creando un fastidioso effetto “afa”, oltre che un elevato quantitativo di energia potenziale (CAPE) per lo scoppio di improvvisi violenti temporali di calore alla prima modesta infiltrazione di umidità dall’Atlantico.
Sempre più evidente le anomalie termiche positive sul Pacifico orientale legate al rafforzamento di "El-Nino" con il conseguente indebolimento degli Alisei a ridosso delle coste occidentali sud-americane
Sempre più evidente le anomalie termiche positive sul Pacifico orientale legate al rafforzamento di “El-Nino” con il conseguente indebolimento degli Alisei a ridosso delle coste occidentali sud-americane
Difatti proprio in queste situazioni l’accumulo di enormi quantità di aria molto calda e umida nei bassi strati, assieme all’intensa insolazione diurna e alla scarsa ventilazione (calme orizzontali), sono i fattori che stanno causando l’esplosione di isolati ma severe manifestazioni temporalesche, particolarmente violente fra Panama, l’Honduras, il Guatemala e le aree interne di Cuba. Proprio nella giornata di ieri, dopo l’intensa ”afa” del pomeriggio, infiltrazioni di aria più umida dalle vicine Bahamas, una imponente “Cellula temporalesca” si è rapidamente sviluppata proprio intorno la capitale L’Avana, scatenando un potente temporale di inaudita violenza, caratterizzato da forti rovesci di pioggia, brevi grandinate, attività elettrica a fondoscala e fortissime raffiche di vento (“downburst”) ad oltre 120 km/h. In alcuni quartieri della capitale cubana in poco più di 3 ore di forti rovesci sarebbero caduti fino a 187 mm di pioggia, mentre le fortissime raffiche di vento che hanno accompagnato il mega temporale hanno danneggiato le linee elettriche, lasciando al buio buona parte della città.
slideshow-el-ninoMa altri temporali violenti nei prossimi giorni si potrebbero sviluppare pure fra l’ovest del Venezuela, l’Honduras e il resto degli stati dell’America centrale, ora che l’ITCZcomincia la sua lenta risalita verso nord. Molto probabilmente questa eccezionale ondata di calore che ormai da giorni interessa l’America centrale, il Venezuela e Cuba è da ricondurre all’emergere di un nuovo ciclo di El Niño sul Pacifico equatoriale. Da diverse settimane, infatti, con il sensibile indebolimento dell’Aliseo di SE le acque superficiali del Pacifico orientale si sono rapidamente surriscaldate, presentando anomalie ormai prossime ai +2.0°C +2.5°C in vasti tratti di oceano antistanti la costa di Panama e dell’America centrale, dove si misurano valori di oltre i +30°C +31°C.
El-NinoQuesto progressivo riscaldamento della superficie oceanica, ad ovest dell’America centrale, sta contribuendo a rilasciare in atmosfera una maggiore quantità di calore latente che sta determinando un notevole riscaldamento dell’aria (in particolare negli strati più bassi), come capita sovente in presenza di un “Nino-pattern”. Riscaldamento da mesi evidente sulle coste di Peru, Colombia, Panama e Honduras, e che ora inizia a estendere i suoi effetti anche sul lato venezuelano e caraibico, dove da alcune settimana la calura è divenuta davvero insopportabile. E probabilmente lo sarà fino al mese di Giugno, non appena la risalita dell’ITCZ verso l’America centrale causerà l’avvento della stagione umida, con il progressivo smorzamento dell’intensa calura.
Fonte: meteoweb

sabato 22 marzo 2014

Sul Pacifico equatoriale sta per scatenarsi il prossimo “El Niño” 2014, si rischia un significativo aumento delle temperature medie globali per il 2015

La macchina climatica si è già messa in moto. Il fenomeno atmosferico di “El Niño” sta cominciando ad alzare il tiro lungo il Pacifico equatoriale. Proprio in questi giorni, analizzando le temperature delle acque superficiali del Pacifico equatoriale, sono emersi i primi segnali precursori sulla nuova fase di  “El Niño” 2014, che avrà importanti ripercussioni climatiche su scala planetaria, con l’avvento di prolungati periodi siccitosi sul continente australiano e sulle isole più meridionali di Indonesia e Papua Nuova Guinea, mentre un sostanziale incremento di piovosità si andrà via via ad affermare fra le isole e i tanti atolli corallini del Pacifico centrale e sulle più aride coste di Ecuador, Peru e Cile, costantemente lambite dalla fredda “corrente marina di Humbold”,che inibisce l’attività convettiva nell’intera area. Tutto parte dal Sole che riscalda in modo costante i vasti spazi dell’oceano Pacifico tropicale e dell’oceano Indiano tropicale, facendo evaporare enormi quantità d’acqua. Quando l’acqua si condensa determinando le nuvole e la pioggia, rilascia un grande quantità di calore che fa di queste aree il principale motore che spinge la circolazione atmosferica planetaria.
image2La pioggia che cade su aree estese può superare i3 metri all’anno lunga la fascia equatoriale, ma alcune aree possono ricevere fino a 5 metri di pioggia all’anno. Più di 5 metri di pioggia all’anno rilasciano in media 400 W/m2 di calore nell’atmosfera, una quantità di calore notevolissime che viene gradualmente bilanciata dalle “onde equatoriali”, come le “onde di Yanai” e l’equatoriale “onda di Kelvin”, che ha ruolo fondamentale nello sviluppo di fenomeni atmosferici molto importanti, come“El Nino” o “La Nina“. Le “onde di Kelvin” di solito sono il segnale precursore della nascita di “El Nino”. Studi recenti hanno potuto dimostrare come la “Madden-Julian oscillazione”(abbiamo scritto un articolo su questo importantissimo indice), in sigla detta pure “MJO”(pattern climatico di variabilità atmosferica della fascia equatoriale che consiste nel lento movimento di un nucleo di precipitazioni molto intense, con forte attività convettiva organizzata, che si spostano da Est ad Ovest), in azione sull’oceano Indiano, può innescare una“onda Kelvin” che si propaga verso est, seguendo un ciclo di oltre 30-60 giorni, con la liberazione di una intensa quantità di calore latente sprigionato dall‘intensa attività convettiva legata proprio alla “MJO“.
v10Il campo di pressione medio-basso presente sull’oceano Indiano meridionale, li dove agisce la“MJO”, si propaga gradualmente verso est, in direzione del Pacifico settentrionale, producendo una sostenuta ventilazione dai quadranti occidentali che inibisce il flusso regolare dei ventiAlisei nella fascia tropicale dell‘oceano Pacifico. In questa fase gli Alisei nel Pacifico occidentale non soltanto si indeboliscono, ma addirittura invertono direzione per poche settimane al mese, producendo i “Westerly wind bursts” che rapidamente approfondiscono il termoclino. Lo sprofondare del termoclino lancia un “onda di Kelvin” che si propaga verso oriente. Questi venti occidentali sono in grado di trasferire dal Pacifico occidentale al Pacifico orientale un’“onda di Kelvin“, che in questo caso va identificata come una grande striscia di acque molto calde, che scorrono ad una profondità di circa 150 metri, lungo una direttrice ovest-est. Questa onda può essere osservata in superficie da un leggero aumento in altezza della superficie del mare, di circa 8 cm, e un sensibile aumento delle temperature delle acque superficiali su un’area estesa per diverse centinaia di miglia.
gl_sst_mmIn appena 30-60 giorni questa “onda Kelvin”si propaga dal Pacifico occidentale a quello orientale, spingendo un flusso di masse d’acqua molto calde che da Papua Nuova Guinea e dalle isole del Pacifico centrale si muove in direzione delle coste americane. Quando questa “onda di Kelvin” colpisce la costa del Sud America, in prossimità dell’Ecuador e della costa peruviana, l’acqua calda impatta sopra il ramo principale della fredda “corrente marina di Humbold”, che dai mari sub-antartici risale fino alle isole Galapagos bordando tutta la costa sud-americana, dal Cile al Peru e all’Ecuador meridionale. L’incontro con la fredda “corrente marina di Humbold” provoca una brusca deviazione verso nord del flusso di masse d‘acqua molto calde provenienti dal Pacifico, creando una vasta area di acque calde in superficie che si distende verso il golfo di Panama e le coste pacifiche dell’America centrale. Questa corrente di acque calde, spinte dall’”onda di Kelvin”, può propagarsi fino alle coste del Messico settentrionale e della California, causando un impennata delle precipitazioni nelle suddette aree costiere, visto la maggior quantità di calore latente messo a disposizione dalla superficie oceanica.
v16L’arrivo dell’onda di solito viene preannunciato dall’anomalo riscaldamento della superficie oceanica riscontrato dalle oltre 70 boe oceanografiche, gestite dal NOAA (con l’aiuto del Giappone, Corea, Taiwan, e Francia), piazzate lungo l’intera larghezza dell’oceano Pacifico, da Papua Nuova Guinea fino alle coste dell’Ecuador. I sensori di temperatura sono posti a diverse profondità lungo le boe oceanografiche e sono quindi in grado di registrare la temperatura sotto la superficie dell’acqua, a diverse profondità. Tali sensori inviano i loro dati in tempo reale, tramite il satellite, ai computer della NOAA che verificano successivamente la qualità dei dati inviati. Se si riscontra che nel giro di 3 mesi le temperature delle acque superficiali del Pacifico orientale sono aumentate di oltre i +1.5°C, rispetto le medie stagionali, allora è chiaro che il fenomeno di “El Nino” è partito, con tutte le conseguenze teleconnessive su scala planetaria. In questi mesi l’attivazione del’“onda di Kelvin”, partita dal Pacifico occidentale, sta continuando a spingere in direzione del Pacifico centro-orientale masse d’acque molto calde, che stanno provocando un brusco riscaldamento superficiale del Pacifico equatoriale centro-orientale. Il proseguo del fenomeno di “El Nino”, soprattutto per quel che concerne la sua intensità, dipenderà dalle anomalie riportate dalla “Madden-Julian oscillazione”, che dall’oceano Indiano orientale e mari poco a nord degli arcipelaghi indonesiani, dove è in atto un notevole rinvigorimento dell’attività convettiva, tende a spostarsi verso l’Indonesia e il Pacifico occidentale.
v1Il graduale spostamento verso est della “MJO”, diretta verso il Pacifico occidentale, dovrebbe determinare un notevole rinforzo di “El Nino”, che dovrebbe intensificarsi entro il prossimo autunno 2014, quando le acque superficiali del Pacifico orientale faranno registrare anomalie di +1.5°C +2.0°C rispetto alla media (localmente anche molto più), con un conseguente incremento delle precipitazioni fra le coste occidentali degli USA, Canada, Messico e stati dell’America centrale. Ma un aumento dell’attività convettiva è atteso pure sulle aride coste dell’Ecuador meridionale, del Peru e Cile (si pensi al deserto di Atacama, l’area più arida del pianeta), dove potrebbero sopraggiungere benefiche precipitazioni, dopo anni di forte siccità. Se il fenomeno entrerà nella fase “strong”, nel corso della prossima stagione autunnale, dobbiamo senza dubbio prepararci ad un significativo aumento delle temperature medie globali per il 2015.
Fonte: meteoweb

venerdì 14 marzo 2014

El Niño in graduale ripresa già dalla prossima estate: ecco le possibili conseguenze

Dopo numerosi anni di quiescenza, caratterizzati da una netta predominanza della Nina, cioè un anomalo raffreddamento della superficie oceanica sul Pacifico, l'anno 2014 pare voler esordire in modo differente; avviando un episodio di surriscaldamento delle acque tropicali e dando il via al fenomeno contrario, El Niño pronto ad esordire già dalla prossima estate.

Le ultime annate, caratterizzate da un bassa attività solare, hanno visto una netta predominanza dei fenomeni tipicamente legati all'avvento della Nina, cioè la persistenza di un anomalo raffreddamento delle acque marine dell'oceano Pacifico. Fenomeni di El Niñoe di Ninia presentano (o dovrebbero presentare) cicli alternati in modo abbastanza regolare nel tempo, lasciando periodicamente spazio all'avvento di una o l'altra predominante. "El Niño", costituendo la partepropriamente oceanica del fenomeno, fa quindi parte di una circolazione specifica definita come "circolazione di Walker", determinata dalla formazione di una estesa cintura depressionaria distesa lungo il Pacifico equatoriale, prevalentemente concentrata sul settoresud-orientale di questo vasto oceano. La cintura depressionaria trae origine proprio dall'anomalo surriscaldamento di questo settore oceanico, determinando un incremento dell'attività convettiva lungo tutto il settore pacifico centro-orientale, portando ad una modificazione della circolazione equatoriale dei venti con un sostanziale allentamento degli Alisei.

La presenza di un Nino più o meno forte è quindi direttamente legato alla presenza di una vasta area marina con acque molto calde, negli episodi più intensi lo scarto termico positivo può toccare valori sino +1.5°C / +2.0°C, in netta contrapposizione con le acque molto più fredde presenti sull'aria pacifica orientale, a ridosso le coste del Cile, del Perù e dell'Ecuador.
L'esordio del Niño è legato a dinamiche circolatorie oceaniche che posano le proprie radici su fenomeni che iniziano a manifestarsi parecchi mesi prima; negli ultimi due anni infatti, le acque superficiali del Pacifico centro-occidentale hanno subito un lento ma graduale riscaldamento, sino a sforare la fatidica soglia termica di +30°C, responsabile dell'insolita attività di Tifoni molto violenti che hanno sferzato questo tratto di oceano. Su tutti spicca il super-tifone "Haiyan", transitato nelnovembre 2013 su questo tratto di oceano, ha mantenuto categoria 5 sino al suo landfall sull'arcipelago delle Filippine, provocando venti oltre i 300km/h, una delle tempeste tropicali più forti mai registrate sulla Terra.
Questo surriscaldamento così importante del settore pacifico centro-occidentale, potrebbe a tutti gli effetti essere il punto di partenza per un evento di tipo El Niño, il quale getterebbe le proprie basi già a partire da questa estate, per divenire gradualmente più importante col passare dei mesi. Un evento di questo tipo regalerebbe un vero e proprio scossone all'intera circolazione atmosferica presente sul nostro pianeta, modificandone i tratti salienti e portando così a risultati imprevisti, diversi da quelli che abbiamo avuto nelle scorse stagioni. 

Vista la maggiore quantità di calore messa in gioco a livello oceanico, sarebbe persino ipotizzabile l'avvento di un periodo atmosferico governato da maggiori intrusioni d'aria calda diretti verso le regioni polari, situazione che durante l'inverno potrebbe determinare la creazione di stagioni assai più brillanti rispetto al recente passato. Durante l'estate evidenti sarebbero le ripercussioni a livello circolatorio, con una soppressione degli standard barici imposti da una forte zonalità a scapito di logiche circolatorie meridiane con l'Italia costantemente sotto la minaccia costituita dall'elevazione anticiclonica africana, generalmente più evidente.

Nella prima cartina, le anomalie termiche sulle temperature oceaniche relative al periodo attuale. 

Nella seconda immagine abbiamo invece messo in evidenza tramite l'istogramma, le probabilità percentuali di assistere allo sviluppo del Niño, della Nina oppure di valori ENSO prossimi alla neutralità. Ne emerge un quadro sufficientemente chiaro da poter comprendere come la probabilità di avere nuovamente un fenomeno di tipo Nina sia assai basso (circa 10%) mentre abbiamo probabilità di circa 45% di avere ENSO neutrale, 50% di avere sviluppo di Niño entro il periodo estivo. Una 
percentuale che mette in evidenza ancora una sostanziale incertezza nella probabilità o meno di un suo eventuale sviluppo futuro. 
Fonte: meteolive