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lunedì 17 agosto 2015

Il caldo farà ancora paura?

In attesa che i modelli ci chiariscano le idee in merito all'evoluzione prevista per la prossima settimana,limitiamoci a tranquillizzare tutti quelli che non sopportano il caldo estremo ma anche coloro che si trovano in vacanza.

Infatti, dopo l'ulteriore passaggio temporalesco previsto tra martedì e mercoledì su nord e centro Italia, con annesso moderato calo termico, la bella stagione rialzerà la testa e un po' di caldo tornerà a coinvolgere un po' tutte le regioni, specialmente quelle centro-meridionali.
In particolare le giornate più calde, soprattutto al centro, saranno quelle del fine settimana,ma con punte non superiori ai 33°C; il caldo al nord tornerà più lentamente ma qualche picco over 30°C è comunque previsto.

Niente di eccezionale rispetto a quanto sperimentato nelle scorse settimane, quando l'estate si era trasformata in un vero incubo.

Se la prossima settimana dovesse entrare un nuovo vortice colmo di aria fresca, la stagione subirebbe un ulteriore ridimensionamento, se invece l'anticiclone avesse almeno in parte la meglio, la calura potrebbe accentuarsi.

Da notare però che la presenza dell'anticiclone scandinavo spesso favorisce retrogressioni di aria fresca da est che minano la longevità della base subtropicale del'anticiclone. Dunque sarà difficile (anche se nel meteo tutto è possibile come nella vita) che il caldo possa tornare estremo.
Fonte: meteolive

venerdì 17 aprile 2015

Un terremoto magnitudo 6.1 scuote la Grecia, ritorna la paura tsunami

Un sisma magnitudo 6.1 (dati EMSC) si è verificato al largo di Creta, Grecia, alle ore 20:07 (ora italiana) con ipocentro a 48 km, ed epicentro ad una cinquantina di chilometri ad est della zona in cui sono in contatto le zolle tettoniche africana ed euriasiatica. Il terremoto è stato rilevato a 109 km est da Agios Nikolaos, Grecia. La popolazione di Creta ha nettamente avvertito la scossa ma non si hanno al momento notizie di danni o feriti.

L’evento ha rispolverato le paure di tsunami nel mar Mediterraneo

Un team di ricercatori europei ha realizzato negli scorsi anni una mappa del rischio tsunami in tutta Europa, utilizzando testimonianze storiche prese da libri e cronache antiche. Da questa mappa emerge un quadro preoccupante: ad essere maggiormente esposte sono le coste della Grecia e quelle dell’Italia, specialmente quelle calabro- siciliane, colpite in passato dal maggior numero di maremoti. Sono esposti al rischio anche i paesi del Nord Africa e del Medio Oriente che si affacciano sul Mediterraneo, oltre alle coste del Portogallo e della Spagna meridionale, sia quelle atlantiche che quelle mediterranee.
La maggior parte dei maremoti si verifica a seguito di scosse sismiche molto potenti che avvengono al di sotto di fondali marini profondi. Queste caratteristiche sono presenti in tutto il settore meridionale del Mediterraneo fino all’Atlantico, dove le profondità del fondale sono alte e dove la placca tettonica africana “si scontra” con quella europea creando quindi una zona altamente sismica.
Fig 1 tsunami arica 1868Uno dei maremoti più distruttivi avvenuti nel Mediterraneo ha avuto luogo nel mar Egeo. Nel 1303 un forte terremoto verificatosi a largo di Creta generò enormi onde che oltre a colpire l’isola greca investirono le coste del Medio Oriente facendo gravi danni. Un altro fra i maremoti più distruttivi avvenuti nell’area europea fu quello che nel 1755 colpì le coste atlantiche del Portogallo e della Spagna del sud, devastando la città diLisbona e facendo decine di migliaia di mortiin moltissime altre città e paesi situati sulla costa. A produrlo fu un violento terremoto verificatosi nell’Oceano Atlantico. Più recentemente altri maremoti, anche se per fortuna di più modesta entità, hanno colpito le coste greche (nel 1956 al largo dell’isola di Amorgos) e quelle dell’Algeria (nel 2003), facendo danni ma per fortuna poche vittime.
A provocare i maremoti però non sono soltanto le scosse sismiche. Alcuni dei maremoti più disastrosi che hanno colpito le coste mediterranee sono stati prodotti infatti da frane o esplosioni vulcaniche sottomarine. Intorno al 1600 a.C. ad esempio, l’esplosione e il successivo collasso del vulcano Santorini, nel Mar Egeo, provocò uno tsunami con onde che raggiunsero decine di metri di altezza investendo e devastando tutte le coste del Mediterraneo orientale. Sarebbe stato proprio questo evento distruttivo, secondo alcune teorie, a causare l’improvvisa scomparsa della civiltà Minoica a Creta.
Anche il 28 dicembre 1908, in seguito al fortissimo terremoto che sconvolse Messina e Reggio Calabria, ci fu un maremoto. Le onde però non furono provocate dal violentissimo sisma bensì da una enorme frana sottomarina staccatasi a causa delle scosse. Alle migliaia di morti rimasti schiacciati dalle macerie, si aggiunsero quelli causati dall’arrivo dello tsunami, che raggiunse altezze di 13 metri sulle coste calabre. Il bilancio finale fu di oltre centomila morti. Il 6 febbraio 1783, nella stessa zona, era avvenuto un fatto simile: a Scilla, a seguito di un forte terremoto, si staccò una enorme frana che produsse onde anomale alte fino a 9 metri. I morti furono millecinquecento.
Anche nel 2002 ci fu un evento del genere a Stromboliquando un’ enorme frana si staccò dal versante del vulcano precipitando in mare: l’onda anomala prodotto dallo spostamento dell’acqua  investì il porto facendo molti danni e alcune abitazioni furono distrutte. Gli abitanti riuscirono a salvarsi.tsu1755Lisbon1b
Altri tsunami in Italia sono avvenuti nei secoli passati nel Gargano, in Liguria, nelle Marche. Il lavoro di ricostruzione di questi eventi è stato fatto da una equipe di ricercatori italiani che sono risaliti indietro nel tempo attraverso documenti storici, creando una mappa delle zone colpite. In queste zone ci si deve aspettare nel futuro nuovi eventi, e prepararsi per prevenire i danni.
A destare preoccupazione non sono soltanto i terremoti sottomarini, ma anche frane sottomarine o esplosioni vulcaniche, tutti eventi molto probabili al largo delle nostre coste. Nel Tirreno meridionale sono infatti presenti numerosi vulcani sottomarini, come il Marsili, una cui eruzione potrebbe innescare frane e conseguentemente causare onde anomale. Desta inoltre preoccupazione la zona dell’Etna, dove già in passato si sono verificate mega-frane sottomarine: un gruppo di geologi ha scoperto che ottomila anni fa una enorme frana si staccò dal fianco orientale del vulcano siciliano  producendo uno tsunami enorme che colpì buona parte del bacino Mediterraneo.
Di fronte a questo diffuso rischio però, quali sono le misure di salvaguardia per la popolazione? Purtroppo né in Italia né negli altri Paesi europei è presente un sistema di allerta come quello presente nell’Oceano Pacifico. Si è visto recentemente come il Cile sia ben preparato all’eventualità dell’arrivo di onde di maremoto, ed anche il Giappone ha un sistema altamente collaudato di allerta (anche se la vastità dello tsunami dell’11 marzo 2011 superò ogni aspettativa).
Tsunami-reportage_258La prevenzione, che da noi è già assai carente sul piano della pericolosità sismica, diventa nulla quando si parla di rischio tsunami. Soltanto a Stromboli è presente un sistema di allerta, installato dopo l’evento del 2002. Assai carente è anche l’informazione data alla popolazione. Sarebbe invece fondamentale educare chi vive sulle coste a convivere con il rischio. Tutte le popolazioni prossime al mare in aree a rischio dovrebbero sapere che in seguito a forti scosse devono allontanarsi immediatamente dalla spiaggia e cercare zone rialzate. Inoltre tutti dovrebbero imparare a leggere alcuni segni, come l’improvviso ritiro delle acque dalla spiaggia: un forte ritiro delle acque del mare indica l’imminente arrivo di un’onda anomala, e dev’essere perciò il segnale di allarme per andare a rifugiarsi in zone più alte.
Fonte: meteoweb

venerdì 2 gennaio 2015

Generale Inverno #6 - Reggio Calabria: dal mare arriva un mostruoso "muro" di neve

Il Generale Inverno è qui!!
Il Portale Meteo lo racconta con i filmati più recenti scovati in rete.....preparate le coperte e buona visione!!

#6
Ecco come hanno visto arrivare la neve da Reggio Calabria il 31 dicembre scorso! Un muro di neve spaventoso che mette i brividi! Sembra di essere in un film!



Fonte: youtube - MeteoWeb

martedì 18 novembre 2014

La piena del fiume Po fa paura: verso i 10 metri a Sermide, case sommerse [FOTO]

Il fiume Po continua a fare paura in pianura Padana e soprattutto nel suo settore più orientale, tra mantovano, reggiano, piacentino, parmense, modenese, ferrarese e Polesine. Il livello idrometrico del fiume è ancora in forte crescita nelle zone più occidentali della Lombardia, nel territorio dell’Emilia Romagna e alla foce del Polesine in Veneto. Nel mantovano a Sermide, l’ultimo aggiornamento del fiume segna9 metri e 77 centimetri (ore 10:40), mentre a Borgoforte è a 8 metri e 69 centimetrisempre alle 10:40, e continua a salire.
fiume po piena (10)Il fiume invece sta diminuendo il proprio livello più a monte. A Casalmaggiore alle 09:50 (ultimo rilevamento disponibile) è sceso a 6 metri e 91 centimetri dopo il picco di 7 metri e 1 centimetro alle 7 di stamattina. A Cremona la piena è ormai passata, il fiume ha raggiunto il picco massimo (4 metri e 35 centimetri) alle 18 di ieri pomeriggio, adesso si trova (ore 10:20 di stamani) a 3 metri e 92 centimetri.
Il livello del Po crescerà ancora nel corso della giornata odierna nel territorio del mantovano, del ferrarese e del Polesine. Lungo le zone a rischio, oltre 2.000 persone sono state evacuate: si tratta dei residenti nelle ampie golene del Po o nelle zone a rischio più vicine agli argini. A Boretto, nella bassa pianura reggiana, il Po ha rotto i primi argini e inondato intere abitazioni (vedi foto) proprio di quelle persone che erano state evacuate nella giornata di ieri.
La Bassa reggiana e’ in allarme: e’ atteso, infatti, nel pomeriggio il transito dell’ondata di piena a Boretto. Alle 12 e’ stata convocata l’unita’ di crisi della Prefettura a Luzzara. I cittadini dei cinque comuni della Provincia di Reggio Emilia, come riferiscono dalla Protezione civile dell’Emilia-Romagna, hanno trovato ospitalità da amici e parenti e in parte saranno alloggiati negli alberghi e nelle strutture messe a disposizione dai Comuni. Nel pomeriggio e’ previsto il transito dell’ondata di piena a Boretto con livello 3, quindi di criticita’ elevata, ma con valori comunque inferiori ai livelli raggiunti nelle piene in Emilia del 2000 e del 2002. Diversi ponti di collegamento sono stati chiusi al traffico, come quello tra Boretto-Viadana.
Fonte: meteoweb
Ecco le foto del fiume stamattina:

giovedì 19 giugno 2014

Quando un fulmine...UCCIDE!

Il temporale è un fenomeno che affascina e spaventa nello stesso tempo. In tempi passati era considerato in gran parte misterioso, mentre negli ultimi anni sono arrivate anche delle risposte in grado di spiegare, almeno in parte, la genesi delle potenti scariche elettriche, che noi chiamiamo fulmini.
Quando arriva un forte temporale si pensa in genere a quanta pioggia verrà giù, oppure ai danni che la grandine potrebbe apportare alle nostre colture. Solo quando il fortunale è sopra alla nostra verticale si fa caso ai fulmini, che in molti casi possono colpire anche il suolo.
Spesso non si adottano le strategie necessarie per non rischiare di essere colpiti da uno di essi;molte volte si tiene la televisione accesa, si parla al telefono, si tengono le finestre aperte, senza preoccuparsi minimamente dei fulmini. In verità, le possibilità che un fulmine possa colpirci sono estremamente basse; tuttavia è bene adottare diversi stratagemmi per consentire che ciò non accada.
In Europa, le vittime dovute ai fulmini sono circa 100 all’anno. Lo stesso numero si registra negli Stati Uniti. Quando il nostro corpo è colpito da un fulmine, la scarica sceglie il percorso più breve per raggiungere il terreno. Le “vie” che il fulmine usa per scaricarsi a terra non sono altro che i nostri vasi sanguigni e i nostri nervi. Il tutto avviene in una frazione di secondo.
Il fisico, di conseguenza, subisce un forte shock, che può provocare un arresto cardiaco o danneggiare i polmoni. Praticamente l’attività elettrica del nostro corpo va in tilt: questo si ripercuote su tutte le funzioni, anche le più elementari, che il fisico umano compie quotidianamente. Ad esempio il ritmo inspirazione-espirazione, che ci consente di respirare, può venire alterato.
La persona folgorata può morire quindi per soffocamento, se non gli si pratica una respirazione artificiale adeguata, ma è il sistema nervoso a subire i danni maggiori. Le cellule che lo compongono possono venire danneggiate irreparabilmente e il corpo umano può perdere anche in maniera permanente le sue funzioni. Vi sono casi di persone colpite da fulmini hanno dovuto imparare nuovamente a camminare e a deglutire, con altri effetti che si sono manifestati anche ad anni di distanza dall’evento.
I consigli che possiamo dare per non rischiare di essere colpiti dai fulmini sono sempre gli stessi:evitate di tenere le finestre aperte, non parlate al telefono e staccate le prese della televisione e del vostro computer. Se vi trovate all’aperto allontanatevi da recinzioni metalliche o da oggetti appuntiti. Evitate di tenere al collo catenine e tutto ciò che può condurre corrente. Se siete in campagna state lontano dai greggi di pecore e non mettetevi sotto gli alberi; l’albero singolo in mezzo ad un prato è molto più pericoloso del bosco fitto.
Se non avete riparo accucciatevi con la testa tra le ginocchia in un luogo più in basso possibile. In automobile si sta in gran parte al sicuro, ma evitate di tenere i finestrini aperti e fate rientrare qualsiasi tipo di antenna.
Anche se un fulmine non ci colpisce in pieno, ma si scarica nelle immediate vicinanze, l'onda d'urto può sbatterci a terra. Guardate cosa è successo in una partita di calcio del campionato africano. Il fulmine si abbatte sul rettangolo di gioco ed i giocatori nelle vicinanze caldono a terra tramortiti. Solo per un puro caso non ci sono state vittime.
Fonte: meteolive

martedì 25 febbraio 2014

Valanga ripresa in diretta a Villa di Lozio! ESCLUSIVO




Pericolo scampato, ma tanta paura per i pochi residenti della frazione Villa di Lozio, in Alta Valcamonica: un gigantesco fronte di valanga è infatti sceso, come una cascata, lungo un canalone quando erano le 11 mattutine del 23 febbraio, arrivando a ridosso di un parcheggio posto all'ingresso dell'abitato. Davvero impressionante l'avanzata della massa bianca, che ha prodotto un forte boato, ben udito dalle persone. Quella di domenica non è stata tra l'altro la prima valanga che minaccia la zona: la situazione che si sta vivendo in questi giorni a Lozio è piuttosto preoccupante, tanto che i tecnici della Provincia impegnati nel piccolo comune della Valle Camonica stanno monitorando costantemente i versanti più pericolosi, anche attraverso l'utilizzo di droni.
Video della valanga ripresa in diretta domenica 23

E' confermata la situazione d'instabilità del manto nevoso in quota sopra l'abitato di Villa, dove la neve raggiunge ancora i 4 metri di quota: le alte temperature diurne ed il sole di questi giorni fanno temere per il pericolo di distacco di altri fronti che potrebbero scendere fino in paese utilizzando le vie di fuga già aperte dalle altre slavine. Del resto l'allarme valanghe del bollettino Arpa resta marcato (di livello 3 su una scala di 5 gradi, dove il 5 corrisponde a " molto forte") per tutte le Prealpi Bresciane, con particolare attenzione all'alta Valcamonica.

immagine 1 articolo 31417
Qualche tempo fa avevamo visto altre immagini, sempre molto impressionanti, di come una valanga abbatteva gli alberi come birilli in Val Passiria.
Fonte: meteogiornale

domenica 23 febbraio 2014

Pazzesco video: compilation di fulmini che cadono vicinissimo a chi li riprende!

Vi mostriamo una compilation di filmati che riprendono fulmini che cadono vicinissimo a chi li sta filmando. Alcuni sono veramente di una potenza incredibile e ci fanno capire quanta energia riescano ad esprimere questi fenomeno in appena qualche decimo di secondo. Bellissimi da vedere e fotografare, molto meno quando ce cadono a qualche metro da noi. I fulmini sono da sempre temuti perché assolutamente imprevedibili, infatti fra tutti i fenomeni atmosferici che conosciamo non sappiamo dove colpiranno e quando lo faranno.Purtroppo spesso ci giunge notizia di qualche vittima sfortunatamente colpita dai lampi. Ecco qualche numero su questi spettacolari fenomeni: possono essere lunghi anche oltre 15 chilometri, soprattutto quelli positivi (partono dal top della nuvola), il 90% dei fulmini è negativo (partono dalla base), il fulmine è formato da più scariche elettriche ma per noi sono invisibili perché estremamente veloci, alcuni possono durare anche 2 secondi nel complesso.
Fonte: centrometeoitaliano

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giovedì 20 febbraio 2014

Fulmine colpisce aereo a Genova: era in fase di atterraggio


Era in avvicinamento a Genova l’aereo di Alitalia che stamani e’ stato colpito da un fulmine poco prima dell’atterraggio. Il fulmine avrebbe colpito la coda dell’aeromobile, con a bordo 77 persone. L’aereo era nei pressi di Camogli quando un fulmine, secondo quanto appreso, avrebbe colpito la coda. Attimi di paura, poi l’atterraggio, senza problemi. Un secondo aereo su cui parte dei passeggeri e’ stato trasbordato ha bucato una ruota durante il rullaggio in tarda mattinata. Nuovo trasbordo, poi la partenza alle 14 per una trentina di passeggeri. Gli altri sono in partenza nel pomeriggio.
Fonte: meteoweb

mercoledì 19 febbraio 2014

Piove rosso? Niente paura, è solo la polvere del deserto...

l cielo ha un colore giallo paglierino e la pioggia che scende dal cielo sporca le nostre automobili. Il responsabile è lui, lo Scirocco, il "Ghibli" come viene soventemente chiamato.
Passando sui deserti dell'Africa solleva grosse quantità di sabbia, anzi, produce autentiche tempeste in grado di azzerare quasi la visibilità. La sabbia, seguendo il circolo delle correnti, viene portata verso la nostra Penisola e non appena vi è una precipitazione, essa viene veicolata al suolo assieme alle gocce.
La famosa" polvere del Sahara", che quando arriva tutto sporca. Le piogge rosse in passato sono sempre state associate a sventure future, presagi di anni nefasti e addirittura di "ira degli Dei". Negli ultimi anni, invece, si è scoperto che tale polvere è un ottimo fertilizzante per il terreno. Le piogge rosse che cadono spesso in Italia con lo Scirocco sarebbero quindi un'ottima "risorsa" per i substrati.
Fino a che distanza si può spingere la polvere del deserto? Sappiamo per certo che, con una forte sciroccata, è relativamente frequente il fenomeno della neve rossa sulle Alpi. Inoltre sono state trovate tracce di sabbia africana nella pioggia fino alle soglie della città di Parigi. Insomma, si tratta di un fenomeno particolare, che interessa una discreta porzione di territorio. Ovviamente più ci si allontana dall'Africa, meno il trasporto eolico della sabbia risulterà efficace al fine di colorare di rosso la pioggia.
Fonte: meteolive

mercoledì 12 febbraio 2014

Nuovo violento ciclone atlantico sul Regno Unito: allagamenti e inondazioni, allarme rosso

Una nuova tempesta si sta abbattendo sulle coste occidentali del Regno Unito, portando con sé raffiche che potrebbero raggiungere i 160 chilometri orari. L’ufficio meteorologico britannico ha emesso l’allerta rossa del più alto livello per “venti eccezionalmente forti” per l’ovest del Galles e il nordovest dell’Inghilterra. Le raffiche, ha avvertito l’ufficio, potrebbero causare danni strutturali e interruzioni nella fornitura di corrente elettrica in vaste zone del Paese. L’Inghilterra è stata colpita dal maltempo da dicembre e gennaio è stato il mese più piovoso negli ultimi 250 anni. Molte zone del Paese, tra cui le coste sudoccidentali, la zona di Somerset Levels e la valle del Tamigi, sono state allagate e centinaia di case sono state sommerse.
(Fonte: meteo web)

venerdì 31 gennaio 2014

Maltempo, pioggia e disagi in tutta Italia. Arno spaventa Pisa, allerta Reno in Emilia. Nubifragio a Roma, cittadini sui tetti

 Maltempo, ecco la situazione nei punti della Penisola più a rischio:
immagine articolo 31060PISA - L’ondata di piena dell’Arno che sta tenendo in apprensione la città di Pisa è attesa intorno alle 10 con una portata stimata tra i 2500 e i 3000 metri cubi al secondo come non accadeva da 20 anni. In Prefettura è riunito da stanotte il centro operativo soccorsi che sta valutando anche la chiusura degli uffici pubblici, fatta eccezione per quelli necessari alla gestione dell’emergenza. Lungo le sponde dell’Arno, nel centro storico di Pisa, sono state collocate le paratie per aumentare la protezione. A Pontedera e’ stato aperto anche il canale scolmatore per diminuire la portata dell’Arno nella sua corsa verso il mare.
PRATO-FIRENZE - Problemi per il maltempo tra le province di Prato e Firenze dove la Protezione civile segnala un generalizzato aumento dei livelli idrometrici di Arno, Ombrone pistoiese, Elsa, Pesa, Sieve e Bisenzio che hanno superato i livelli di guardia e criticita’. Personale del Servizio di piena e del volontariato sta monitorando gli argini. Al momento risulta bloccato il tratto di strada che da Carmignano (Prato) conduce ad Empoli (Firenze), in zona Pinone, a causa di uno smottamento. Sempre nel pratese il sindaco di Poggio a Caiano, dove all’alba era state chiuse le strade di accesso al centro del paese, da poco riaperte, ha disposto la chiusura delle scuole limitrofe al fiume Ombrone mentre a Castelfiorentino (Firenze) il primo cittadino ha disposto la chiusura di tutte le scuole per i problemi legati alla viabilità comunale. Chiuse per allagamento alcune strade. Due frane si sono invece registrate nella notte lungo la strada provinciale 325, nel tratto fra Montepiano - San Quirico, in provincia di Prato: la percorrenza e’ ora possibile a senso alternato. Qualche problema per la piena della Sieve anche a Sagginale, nel comune di Borgo San Lorenzo, in Mugello.
ALLERTA RENO - I tecnici e i volontari della protezione civile stanno tenendo sotto controllo gli argini delfiume Reno, nel Bolognese, per la piena che è arrivata in pianura. Per il bacino del Reno, infatti, è scattata la fase di preallarme, che riguarda anche gli affluenti. La Provincia di Bologna ieri sera ha chiuso la provinciale del fondovalle Savena a Pianoro Vecchio. La colma del Reno è passata a Casalecchio alle 6.30, appena sotto il livello di allarme. In mattinata e’ attesa a Buonconvento, mentre, tra le 12 e le 15 e’ previsto a Cento (Ferrara) con un valore compreso fra 8,70 e 8,90 metri. Sono sotto controllo, monitorati dall’Arpa, anche i fiumi Senio, Samoggia e Santerno. Sono possibili, dice la protezione civile, allagamenti delle aree golenali e si raccomanda prudenza.
MODENESE - Fiumi Secchia e Panaro sotto stretta osservazione nel Modenese alluvionato in seguito alle piogge delle ultime ore: per precauzione sono stati chiusi i ponti di via Curtatona a Modena e di Navicello vecchio a Nonantola, sul Panaro. La polizia municipale di Modena segnala possibili disagi alla viabilita’ anche sulla statale 12 Canaletto, all’altezza di San Matteo, per il passaggio di mezzi pesanti diretti al cantiere Aipo sull’argine del Secchia dove si era verificata la rottura che ha provocato gli allagamenti dei giorni scorsi. Il traffico e’ regolato dai vigili.
ROMA SOTT'ACQUA - Un violento nubifragio si è abbattuto nella notte sulla capitale causando allagamenti e problemi al traffico. E la pioggia cade ancora abbondante. Molti gli interventi dei vigili del fuoco e le chiamate al centralino della Protezione civile. Una frana di materiale fangoso è finita sulla carreggiata interna del Grande Raccordo Anulare tra gli svincoli di Casal del Marmo e via Cassia. La stazione Lepanto della metropolitana A e’ stata chiusa, come anche la stazione La Celsa, in direzione Flaminio, sulla ferrovia Roma-Viterbo; in entrambi i casi i treni transitano senza fermare. Deviazioni e problemi per alcune linee dei bus: la linea 146 non e’ attiva tra Don Gnocchi e Casaletto e per la chiusura di via della Giustiniana la 033 e’ sospesa. Negozi e locali interrati sono rimasti allagati in zona Prima Porta. Alcuni piccoli torrenti che confluiscono nel Tevere sono esondati provocando diversi disagi. Alcuni cittadini vedendo l’acqua che aveva raggiunto il mezzo metro sono saliti impauriti sui tetti delle abitazioni per essere soccorsi dai vigili del fuoco, intervenuti con mezzi anfibi.
GRA CHIUSO - Problemi di circolazione per allagamenti anche sul Grande raccordo anulare. L’Anas comunica che al momento è chiuso lo svincolo 30 “Allacciamento autostradale per l’aeroporto di Fiumicino” (km 60,600), in carreggiata interna. Inoltre, a causa di un piccolo smottamento e’ chiuso lo svincolo 2a “Casal Del Marmo” in direzione interna, al km 4,800 per chi esce dal Gra. Il personale dell’Anas e’ presente sul posto per ripristinare la circolazione il prima possibile. Disagi si stanno verificando anche sul litorale: strade allagate a Fregene e Fiumicino, come anche a Ostia e Acilia, con pesanti conseguenze sul traffico locale e su quello verso Roma. Nel quartiere Aurelio in via Avegno è crollato un muro di contenimento ferendo lievemente alcuni passanti. Nella stessa zona, in via Bevilacqua, un allagamento ha bloccato alcune persone all’interno di un’autovettura. Anche allagamenti nel quartiere Primavalle, in particolare in via Virginia Tonelli, dove l’acqua ha invaso alcuni garage ed ha causato anche una piccola frana con il crollo di un muretto. Nella zona di Fidene, invece, in via del Monte di Casa una persona è rimasta bloccata in un sottopasso all’interno di un’auto con un metro e mezzo d’acqua ed è stata salvata grazie all’intervento degli agenti di polizia. Soccorsi anche nel quartiere San Paolo, in via Colle Salvetti, dove e’ stata tratta in salvo una donna che si trovava bloccata nella casa al piano terra insieme ai propri bambini. Analogo episodio e’ avvenuto a Ostia, in via Ferrero, dove e’ stata soccorsa una donna con due bambini in un appartamento al piano terra. Disagi anche per il traffico in tilt sul lungotevere e su tutte le strade consolari. Bloccate le stazioni della linea A della metropolitana Lepanto e Ottaviano, mentre un albero ha tranciato i cavi della linea ferroviaria Roma-Frascati. Fin dalle prime ore di questa mattina sono state migliaia le telefonate per richiesta di soccorso giunte anche al centralino del 112 dei carabinieri. I militari sono intervenuti sia per soccorso sia per viabilità stradale nelle zone piu’ critiche per gli allagamenti, in particolare sulla via Cassia, nella zona di Prima Porta e Formello. Segnalazioni di allagamenti di negozi e abitazioni sono arrivate anche da Ostia, Dragona e Infernetto. Alberi caduti e allagamenti in via Gregorio VII, l’acqua ha invaso anche la galleria Giovanni XXIII. In via Bocea, all’altezza di via Mattia Battistini, e’ crollato un altro muretto di contenimento.
Disagi anche sul litorale a causa di un violento nubifragio che si e’ abbattuto la scorsa notte. Strade allagate e conseguenze alla viabilità sono segnalate in diverse località, da Fregene a Fiumicino passando per la Piana del Sole fino ad Ostia ed il suo entroterra, tra Dragoncello ed Acilia, fino alla via del Mare. Alcune strade si sono trasformate in veri e propri fiumi d’acqua con relative difficolta’ per gli automobilisti. Abitazioni allagate - riferiscono dal comando dei vigili urbani di Fiumicino - sono segnalate nella zona di via Trincea delle Frasche all’Isola Sacra e delle Vignole.
AUTOSTRADE - “Tutta l’area della Capitale è interessata da diffusi allagamenti che condizionano pesantemente la circolazione; sia sulla viabilità principale che secondaria. Per tale motivo e su segnalazione della Polizia Stradale l’accesso a Roma è al momento sconsigliato da tutte le provenienze stradali e autostradali”. Lo comunica, in una nota, Autostrade per l’Italia. L’informazione di “Traffico Sconsigliato” e’ riportata su tutti i Pannelli a Messaggio Variabile della rete di Autostrade per l’Italia in avvicinamento alla Capitale.
PROTEZIONE CIVILE - Ventisette squadre di volontari della Protezione civile del Lazio stanno lavorando dalla scorsa notte per ridurre al minimo i numerosi disagi provocati dai forti nubifragi che si sono abbattuti su tutto il Lazio, in particolare a Roma. Lo riferisce una nota la Regione Lazio spiegando che gli interventi piu’ rilevanti si registrano alla Giustiniana (9 squadre di volontari operative), all’Infernetto (7 squadre impegnate) e a Fiumicino (6 squadre). Altre situazioni di emergenza si sono verificate in via della Selvotta a Formello, a Dragoncello ad Acilia, Ostia, Ostia Antica e Casalotti a Roma. Si ricorda che per ogni emergenza e’ possibile fare riferimento alla Sala Operativa Regionale al numero 803.555.
(Fonte: http://qn.quotidiano.net/)