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venerdì 16 gennaio 2015

Perturbazione in avvicinamento: inizia lo SHOW NEVOSO sulle Alpi

Il tempo sta cambiando sulle nostre regioni stante l'arrivo di un'intensa perturbazione da ovest. Attesa tanta neve sulle Alpi e piogge in pianura ad iniziare dalle regioni settentrionali.

Il primo atto del cambiamento configurativo che porterà finalmente un po' di inverno sul nostro Paese sarà portato a compimento dalla perturbazione in bella mostra questa mattina sulle immagini satellitari.
La parte più avanzata del corpo nuvoloso ha già raggiunto le regioni settentrionali dove piove in maniera sparsa ed irregolare. Sulle Alpi sono già in atto le prime nevicate, in media sopra gli 800-1000 metri.
Sul resto della Penisola il richiamo di correnti sciroccali prefrontali ha indotto un temporaneo aumento termico, più sensibile sui settori di ponente e sulla Sardegna.
Cosa accadrà oggi in Italia? Le precipitazioni che al momento interessano le regioni settentrionali tenderanno ad intensificarsi e ad estendersi nel corso della giornata da ovest verso est.
Rovesci in Liguria, specie nel pomeriggio, con neve solo oltre i 1500 metri. Precipitazioni intense anche in corrispondenza dell'arco alpino, con nevicate sopra gli 800-1200 metri. In caso di rovesci intensi e nelle vallate strette i fiocchi potrebbero scendere anche più in basso.Sopra i 1400-1500 metri sono attesi tra i 40 e i 60cm di manto bianco sul settore centro-orientale della chiostra montuosa.
Piogge moderate si faranno strada anche sulle pianure del nord, con pause asciutte tra il basso Veneto e la Romagna per un parziale effetto di sottovento quantomeno al mattino.
Al centro le prime piogge inizieranno a cadere sulla Toscana tra il pomeriggio e la serata, specie sui settori settentrionali della regione. Sempre in serata, qualche precipitazione è attesa anche sulla Sardegna, mentre sul resto d'Italia il tempo sarà asciutto e in parte anche soleggiato.
La parte fredda della perturbazione attraverserà il centro-nord della giornata di sabato 17 gennaio. Oltre ad un calo del limite delle nevicate avremo anche la possibilità di situazioni temporalesche lungo le coste liguri e dell'alto Tirreno. Il  medesimo corpo nuvoloso sarà sulle regioni meridionali nella giornata di domenica dove apporterà piogge e rovesci, mentre al centro-nord la situazione dovrebbe migliorare.
Fonte: meteolive

lunedì 27 ottobre 2014

Previsioni Meteo, l’esperto: “in Italia sarà un inverno molto freddo e nevoso, ecco perchè”

La recente irruzione di aria molto fredda che ha investito l’Italia portando le temperature su livelli quasi invernali e nevicate anche di 50-60 centimetri sulla nostra dorsale alpina,è un assaggio di quello che potrebbe essere il  prossimo inverno“. Lo afferma a MeteoWeb il colonnello Paolo Ernani, un grande esperto di meteorologia. Da cosa nasce questa considerazione?  “Ve lo spiego in modo preciso, analizzando il grafico che ho realizzato per capire che tipo di inverno sarà” precisa Ernani, con riferimento al grafico nell’immagine a destra a corredo dell’articolo.
grafico ernaniIl profilo che si vede nel grafico esprime l’andamento termico degli inverni che si sono succeduti sulla nostra penisola dal 1997 al 2014. I numeri in verticale ci indicano  le temperature , quelli in orizzontale gli anni. Dall’analisi del grafici si possono dedurre alcuni significativi elementi. Il primo è rappresentato da 3 picchi che sono decisamente ad di sopra della linea del trend che attraversa tutto il grafico. Questi picchi esprimono gli inverni più caldi che si sono verificati  in questi ultimi 18 anni. In Italia l’inverno più caldo è quello che si verificò nel 2007 e raggiunse un valore di temperatura media di +9,27°C. Segue poi  il 2014 che con +8,83°C  si pone al secondo posto nella graduatoria. Segue infine il terzo,  ossia il 2001 con il valore termico di +8,77°C“.
neve alpi 01Come si può facilmente osservare – prosegueErnani – l’inverno scorso ( dicembre 2013, gennaio e febbraio 2014) è stato come abbiamo detto il secondo più caldo in assoluto e si è verificato dopo 7 anni da quello più caldo (2007). Altro elemento significativo e che non è molto facile scorgere è delineato dal trend. Questo, seppur in modo quasi impercettibile, sta scendendo (come peraltro abbiamo già avuto modo di verificarlo nell’analisi degli anni), cioè le temperature invernali mediamente negli ultimi 18 anni sono in calo. Ora consideriamo i 2 inverni caldi del 2001 e quello del 2007. Al 2001 è seguito un inverno abbastanza freddo con una temperatura di +6,63°C. Da un inverno al successivo vi è stata una caduta della temperatura di -2,14°C. All’inverno 2007 che registrò il record di +9,27°C seguì un inverno con una temperatura di +7,77°C. In questo caso la differenza termica tra i due è stata di -2,18 gradi. Come dire ai due inverni caldi sono seguiti due inverni freddi con un calo medio della  temperatura di -2,16°C. E se questa tendenza si confermasse anche per l’inverno 2014-2015? Se l’inverno scorso ha raggiunto il valore termico di +8,83°C e togliessimo a questo i -2,16°C otterremmo una stima di +6,67°C che ne farebbe il quarto inverno nella classifica dei più freddi“.
Un’ultima cosa – conclude infine l’esperto colonnello dell’aeronautica militare - e cioè che dall’ultimo inverno più freddo e cioè il 2006 (+6,30°C) sono trascorsi già 8 anni di ritardo. Continuerà ancora il ritardo o l’inverno 2014-2015 sarà così freddo,in sintonia con la nostra stima? Ricordiamoci comunque che quel che abbiamo detto è sempre una previsione“.

venerdì 24 ottobre 2014

L'eccezionale stagione nevosa 2013-2014: prima parte

COMMENTO
L’eccezionalità climatica dell’inverno 2013-2014 si è manifestata con una serie di eventi nevosi particolarmente significativi, specie sulle Alpi centrali ed orientali dove, di conseguenza, si è avuta un’attività valanghiva spontanea rilevante anche per l’interessamento diretto di aree antropizzate. 

Sulle Alpi occidentali l’inverno è stato nevoso anche se non ha assunto il carattere di eccezionalità.  In questo articolo sono descritti gli eventi nivometeorologici
più interessanti della stagione invernale registrati nelle singole Regione e Provincie Autonome aderenti all’AINEVA e le principali ricadute che questi eventi hanno avuto sul territorio. 

I report, realizzati dai vari servizi valanghe regionali, non sono certamente esaustivi dell’andamento della stagione invernale a livello locale, ma sono dei “focus” mirati che hanno lo scopo di evidenziare le problematiche più rilevanti che si sono
manifestate nelle singole realtà e che hanno avuto ricadute importanti sulle attività economico-produttive e sul sistema di protezione civile. Vengono inoltre descritti alcuni fenomeni di particolare interesse che hanno interessato la stagione invernale quali il gelicidio, le valanghe da slittamento, la neve colorata, eccetera.

FRIULI VENEZIA GIULIAPer la verità l’inizio della stagione, sotto il punto di vista dell’innevamento, non è
stato dei migliori. La prima nevicata importante che ha interessato la Regione
fino a fondovalle è stata quella del 22 novembre 2013. Successivamente periodi di
alta pressione con scarse precipitazioni e temperature piuttosto miti hanno caratterizzato l’intero mese di dicembre e quasi tutto gennaio; solo alla fine, appunto, del mese di gennaio e precisamente il 30, la situazione meteorologica ha avuto una
svolta decisa verso un peggioramento con precipitazioni abbondantissime che hanno
fatto balzare il grado di pericolo valanghe da 2-moderato a 5-molto forte nel giro
di 48 ore. 

Va sottolineato che dal 1972 e cioè da quando è cominciata l’emissione
del bollettino valanghe, in Regione per la prima volta è stato usato il grado massimo di pericolo.

Da tale momento gli eventi si sono susseguiti con un ritmo incalzante portando gli
spessori di neve al suolo a livelli record; basti pensare che da fine gennaio a fine
marzo, ad esempio al Rifugio Gilberti a Sella Nevea (1830 m), sono stati misurati
ben 890 cm di sommatoria neve fresca e una altezza neve al suolo di 670 cm, per
un totale stagionale di neve caduta (fine novembre - 30 aprile 2014) di 1567 cm
Oltre che per le forti precipitazioni questa stagione è stata caratterizzata pure da un
anomalo andamento delle temperature che sono risultate quasi sempre sopra i valori
medi stagionali.

Merita inoltre una specifica attenzione anche un particolare episodio meteorico
definito “gelicidio” avvenuto nella prima decade del mese di febbraio, che ha interessato la zona di Taipana, Montemaggiore e le alte valli del Torre e del Natisone, zona quest'ultima al confine con la Slovenia.

In quest'area l’irruzione di aria molto fredda da nord-est nei bassi strati durante una
precipitazione prevalentemente piovosa ha determinato la glaciazione dell’acqua di
precipitazione su tutti gli oggetti al suolo al momento della sua deposizione, causando
così un vero e proprio cataclisma nei boschi italiani, sloveni e fino a oltre il confine
ungherese con conseguente devastazione anche delle linee elettriche.

VENETO
L’inverno 2013-2014 è stato caratterizzato, specie nella sua parte centrale, da
frequenti episodi nevosi. Gli eventi principali, quelli cioè che hanno prodotto apporti significativi di neve fresca, sono stati 15 ma, sia da un punto di vista nivologico che valanghivo, 2 di essi sono stati particolarmente significativi: quello del 25-27 dicembre 2013 e quello del30 gennaio - 5 febbraio 2014. 

Inoltre, a seguito del secondo episodio, si è manifestata una fase critica insolitamente prolungata che si è protratta fino alla prima decade di marzo causata da valanghe da slittamento ritardate.

In occasione del primo episodio (25-27 dicembre), la neve fresca pesante, oltre a causare il distacco di numerose valanghe, ha provocato la caduta di molti alberi a tutte
le quote che diffusamente hanno interrotto le vie di comunicazione e generato blackout della corrente e della telefonia mobile per 36/48h in gran parte delle valli dolomitiche.

Alcuni giorni dopo il termine dell’evento nevoso, il 5 gennaio, nei pressi di Misurina
si è verificato un incidente mortale da valanga che ha coinvolto uno sci alpinista.

Il secondo episodio importante (30 gennaio-5 febbraio) entrerà negli annali perché per la prima volta, sul territorio montano veneto, è stata raggiunta la soglia massima di pericolo valanghe con grado 5-molto forte.

A fine evento, in alcuni settori la sommatoria massima di neve fresca è statadi 200-250 cm. Per sei giorni consecutivi nelle Dolomiti e per cinque giorni nelle Prealpi il pericolo
di valanghe è rimasto 5-molto forte a causa di continui distacchi spontanei, anche di grandi dimensioni, che in più occasioni hanno raggiunto il fondovalle.

Il cumulo massimo di neve fresca registrato è stato nelle Dolomiti a Col dei Baldi
(1900 m) con 120 cm e nelle Prealpi a Campomolon (1735m) con 52 cm.
Nelle Dolomiti quantitativi significativi si sono registrati anche a fondovalle con 65
cm a Cortina (1265 m), mentre nelle Prealpi a fondovalle è quasi sempre piovuto.
La neve umida e pesante ha determinato condizioni di spiccata instabilità con conseguenti numerosi distacchi di valanghe anche di fondo.
(...)

TRENTINO
In Trentino, per comprendere l’eccezionalità delle precipitazioni nevose della stagione invernale 2013 -2014, è necessario in primo luogo soffermarsi a controllare i rilievi
dei settori orientale della provincia; quelli che fanno riferimento ai massicci montuosi
delle Pale di San Martino e Lagorai-Cima d’Asta. Le stazioni di rilevamento dislocate in queste zone hanno infatti registrato valori di sommatoria della neve fresca da
record; ma l’aspetto che forse più rimarrà nei ricordi sarà molto probabilmente quello
delle immagini con le impressionanti quantità di neve depositata al suolo e sulle
coperture dei fabbricati. 
Tra i tanti danni che la stagione invernale appena conclusa ha lasciato, alcuni riguardano infatti anche il cedimento dei tetti di alcune strutture.
Valori analoghi sono poi stati registrati nel settore occidentale del territorio provinciale,
sui versanti meridionali del gruppo dell’Adamello e delle Dolomiti di Brenta

Di conseguenza, sono stati questi gli ambiti montani maggiormente interessati da
fenomeni valanghivi; eventi che, in alcune occasioni, hanno raggiunto e superato i
limiti storicamente conosciuti e che resteranno pertanto a lungo nella memoria delle
popolazioni valligiane trentine.
Tra le tante località che hanno subito disagi, quella che più spesso è balzata “all’onore
delle cronache” è stata sicuramente quella di Passo Rolle; la strada statale che collega
la nota località turistica di Fiera di Primiero con le Valli di Fiemme e di Fassa ha subito
infatti notevoli disagi a causa del pericolo valanghe, che è sempre stato elevato e che
ha comportato la chiusura dell’importante arteria viaria per più di 70 giorni nel corso
dell’inverno!
I disagi sono iniziati dalla sera del giorno di Natale; tra il 25 e 26 dicembre 2013 un’intensa perturbazione ha interessato le Alpi meridionali apportando, in poco più di 36 ore, mediamente dagli 80 ai 140 cm di neve fresca. 

La nevicata, grazie alle temperature relativamente miti che hanno consentito un
rapido assestamento del manto ed alla sostanziale assenza di vento, non ha comunque
determinato valanghe importanti, ma non sono mancati i disagi al traffico, con
code di automobilisti fermi in val Rendena, val di Fiemme e Fassa, val di Non e di Sole.
La chiusura di alcuni valichi, come Passo Tonale, Passo San Lugano (tra la Val d’Adige e Val di Fiemme), Passo Campo Carlo Magno (tra la Val di Sole e la Val Rendena) o la strada del Monte Bondone (la montagna
di Trento!) è stata determinata più dallo schianto di numerose piante cariche di neve
umida, che dal pericolo valanghe. 

Schianti che hanno causato anche l’interruzione della corrente elettrica in molte vallate.
Il mese che però ha maggiormente contribuito a rendere eccezionale la stagione
invernale 2013 -2014 è stato sicuramente gennaio; mese stranamente caldo e umido,
contraddistinto spesso da giornate grigie e nebbiose più tipiche del periodo autunnale
che di quello invernale e con precipitazioni da record, che hanno determinato spessori
di neve al suolo superiori alla stagione invernale 2008 -2009, ricordata da tutti come
particolarmente nevosa. 

I quantitativi medi di neve fresca accumulata sono stati ragguardevoli:
ai 2000 metri di quota si sono registrati mediamente 340 cm, mentre ai 1000 metri i valori si sono attestati intorno ai 120 cm; andamento che conferma la
presenza di uno zero termico generalmente elevato per il periodo in questione, tanto
che la neve ha fatto la sua comparsa nella città di Trento (195 m slm) solo il 31 gennaio,
con una decina di centimetri di neve umida, che ha lasciato presto nuovamente
spazio alla pioggia. 

Stessi quantitativi si sono ripetuti anche a febbraio, ma l’eccezionalità è determinata dal fatto che il mese di gennaio in Trentino è solitamente secco e molto freddo, ed eventualmente ventoso, causa l’influenza dell’anticiclone russo. Nello specifico, gli eventi con precipitazioni nevose più importanti si sono verificati il 4 gennaio, con una quantità di neve fresca cumulata a 2000 m, in circa 35 ore, di 50-80 cm sui settori occidentali (a 3000 m si sono osservati valori di 100 -120 cm), di 50-60 cm sui settori orientali; e di 50-60 cm sui settori meridionali. A questo è poi succeduto un periodo di mal tempo dal 14 al 20 gennaio circa, con nevicate inizialmente fino sul fondovalle e poi con limite della neve a 600 – 1000 metri che ha determinato un incremento degli spessori di neve al suolo di 70 – 80 cm.

Altri fenomeni particolarmente intensi e persistenti si sono poi registrati dal 30 gennaio
fino al 10 febbraio; le nevicate hanno incrementato ulteriormente di 100 -150
cm gli spessori del manto nevoso.
(...)

FINE PRIMA PARTE
Fonte: meteolive

venerdì 21 febbraio 2014

SPAVENTOSA valanga in diretta! Un video emozionante e scioccante nello stesso tempo!

Probabilmente si tratta di un distacco controllato, ma questo video fa davvero impressione!
In un attimo, la cascata nevosa dal pendio precipita a valle, ostruendo il percorso di un piccolo fiume. L'onda d'urto e il boato che ne scaturisce rende l'atmosfera ancora più inquietante.
Ovviamente, non precipita a valle solo la neve, ma anche grosse rocce che scardinano tutto al loro passaggio.
Questo video vuole essere anche un monito per far capire di non sottovalutare mai il ruschio valanghe quando si va a sciare, specialmente dopo un periodo intensamente nevoso ( sulle Alpi) come quello appena passato.
Fonte: meteolive

sabato 8 febbraio 2014

Guardate cosa COVA per la seconda parte di febbraio...

Le possibilità di un movimento antizonale nell'ultima parte del febbraio con retrogressione di aria fredda da nord-est o da est sono statisticamente abbastanza probabili e tale discreta probabilità solitamente persiste anche per tutta la prima decade di marzo. 

C'è da notare fra l'altro che, mentre sino a qualche giorno fa nessuno scenario, anche estremo, prevedeva una simile modifica fredda dell'assetto barico, le ultime corse hanno disegnato invece situazioni fredde anche spettacolari estese non solo al centro Europa ma anche al nostro Paese per l'inizio dell'ultima decade del mese. 

E' dunque doveroso porre queste mappe all'attenzione del lettore e chiedersi quanto sia credibili concretamente. Due le osservazioni: è evidente che la pressione delle westerlies, ovvero delle forti correnti occidentali che hanno governato il tempo da Natale, portandoci tanta pioggia, tanta neve sulle Alpi ma anche tanta mitezza, si va affievolendo. 

In questo contesto la circolazione sull'Europa ha bisogno di un riassetto e diviene caotica; con tanto freddo accumulato al Polo durante tutto il periodo invernale, le chances per vivere almeno un episodio di freddo moderato sono in aumento, anche in virtù dello spappolamento fisiologico del vortice polare. 

E' appena il caso di ricordare che una delle ondate di freddo più severe anche se brevi che hanno colpito l'Italia, segnatamente il nord, si sono verificate proprio sul finire del febbraio del 2005, culminando poi nel nevone del 3 marzo, senza scomodare il marzo del 2010 con bora pazzesca a Trieste e tonnellate di nevein Emilia, e che dire del marzo del 1971 con la neve persino in Sardegna e a Roma?

Insomma qualche zampata fredda a fine inverno si è spesso manifestata.

Qui a fianco ecco almeno 3 soluzioni "estreme" che le corse alternative scaturite dal modello GEFS hanno ipotizzato per il periodo 20-25 febbraio.

Nei prossimi giorni cercheremo di capire cosa nascerà dalle ceneri del flusso zonale sparato che ha dominato l'inverno europeo. 


(Fonte: meteo Live)

martedì 4 febbraio 2014

Breve e parziale tregua, ma il MALTEMPO continuerà...

Altre perturbazioni in arrivo tra mercoledì e le prime ore di giovedì, specie al nord e lungo le regioni tirreniche, un'altra venerdì e la terza domenica. Altre nevicate in arrivo sulle Alpi dalle quote medie, a tratti anche basse. E la prossima settimana? Forse altre perturbazioni in transito sino a giovedì 13, San Valentino con il sole?

NON NE USCIREMO: il flusso perturbato atlantico resta sufficientemente basso ed incredibilmente attivo da influenzare ancora per diversi giorni il tempo del nostro Paese, soprattutto al nord e al centro, che riceveranno tante altre precipitazioni. Il trend termico rimarrà piuttosto mite, anche se al nord la provvidenziale presenza quasi costante dello zero termico prossimo o inferiore ai 1500m sulle Alpi, garantirà altri apporti nevosi importanti.
SITUAZIONE: la circolazione depressionaria presente sul nostro Paese si indebolisce temporaneamente, ma resta attiva una corrente sud occidentale che trasporta impulsi instabili sul settentrione e le regioni centrali tirreniche, forieri di precipitazioni sparse. Da ovest intanto si avvicina una nuova perturbazione.

EVOLUZIONE: mercoledì altro peggioramento con precipitazioni a partire dal nord-ovest e limite della neve tra 700-900m sulle Alpi e 700-1100m su nord Appennino. Nella notte su giovedì i fenomeni si estenderanno anche alle regioni centrali del versante tirrenico e alla Campania.

FINE SETTIMANA: dopo una breve tregua nel pomeriggio di giovedì, ecco un'altra perturbazione in arrivo venerdì e sino alle prime ore di sabato, attiva ancora una volta soprattutto al nord e al centro con altra neve sulle Alpi oltre i 700-1000m circa. Nel corso di sabato migliora ovunque, ma domenica altra veloce perturbazione in transito, questa volta su quasi tutto il Paese. 

PROSSIMA SETTIMANA: lunedì 10 temporaneo miglioramento, da martedì 11 a mercoledì 12 nuovo peggioramento con piogge e nevicate sulle Alpi e questa volta forse anche in Appennino sino a quote medio-basse. Entro giovedì 13 temporaneo calo delle temperature ovunque. Parentesi di bel tempo anticiclonico tra San Valentino e domenica 16 febbraio?

OGGI: su tutte le regioni nuvolosità irregolare, più intensa e compatta al nord, dove più alto risulterà il rischio di precipitazioni sparse, in particolare sul Triveneto. Limite della neve tra 600 e 1000m. Anche al centro e al sud locali rovesci sparsi, specie sulle regioni centrali tirreniche, la Sardegna e la Puglia. Temperature senza grandi variazioni, semmai in lieve calo in quota al nord. 

DOMANI: peggiora al nord-ovest con piogge, rovesci e nevicate oltre i 600-800m dal pomeriggio, sul resto del nord e sulle centrali tirreniche nuvolosità irregolare, in aumento con piogge sparse e qualche nevicata su centro-est Alpi oltre gli 800-1000m, sull'Appennino emiliano e su quello centrale oltre i 1100-1400m. Sulle centrali adriatiche e al sud nuvolosità parziale con qualche schiarita e tempo secco. Temperature in lieve calo al nord.


(Fonte: Meteo Live)

giovedì 30 gennaio 2014

Allerta Meteo, mappe e previsioni dell’aeronautica militare: alto rischio fenomeni estremi

Il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare comunica le previsioni del tempo sull’ Italia. Situazione: un profondo minimo barico tende a stazionare immediatamente ad ovest della Sardegna, all’interno della circolazione depressionaria si muove un primo sistema frontale che attualmente interessa il settore centro-settentrionale, al suo seguito una nuova perturbazione si spinge verso la nostra penisola. I venti meridionali su gran parte della penisola tenderanno ad intensificarsi.Tempo previsto fino alle 24 di oggiNord: cielo coperto da nuvolosita’ compatta con precipitazioni diffuse. Rovesci occasionalmente piu’ intensi, in ogni caso persistenti, interesseranno il Levante ligure e la Versilia. Neve sui rilievi liguri a quote superiori ai 600 metri, cosi’ come sull’appennino emiliano, a quote superiori ai 300 metri, sebbene su quest’ultimo settore la quota della neve sara’ in progressivo aumento, specie nella seconda parte della giornata. La neve potra’ interessare anche la pianura compresa tra Piemonte e Lombardia e l’Oltrepo pavese. Sulle regioni di nord-est la quota della neve, inizialmente sui 600-700 metri, tendera’ gradualmente a salire attorno ai 1000 metri per fine giornata e le precipitazioni risulteranno abbondanti, specie sui rilievi orientali del Trentino Alto Adige, sul Veneto e sul Friuli Venezia Giulia. Precipitazioni abbondanti anche sull’appennino emiliano nella seconda parte della giornata.
02Centro e Sardegna: molte nubi sia sull’isola che sul centro peninsulare. Piogge diffuse su Sardegna, Toscana, Umbria occidentale e Lazio, con rovesci o locali temporali, i fenomeni localmente potranno risultare intensi sulla Toscana e sull’alto Lazio. Precipitazioni sparse e poco consistenti su Marche a Abruzzo, con neve limitata alle cime appenniniche piu’ alte. Sud e Sicilia: cielo coperto da nubi essenzialmente medio-alte specie sui settori tirrenici. Dal primo pomeriggio tuttavia la nuvolosita’ subira’ una intensificazione sulle zone Ioniche, sia dell’isola che del meridione peninsulare, e potranno arrivare delle isolate precipitazioni sulla costa orientale della Sicilia, sulla Calabria meridionale e sulla Puglia salentina. Nella serata rovesci in arrivo anche sulla Campania. Temperature: minime in deciso aumento su tutto le regioni, con l’unica esclusione di Piemonte, riviera ligure centrale, bassa Lombardia e Emilia Romagna orientale; massime anch’esse in aumento, localmente anche significativo al centro-sud e sulle zone alpine; stazionarie o in lieve diminuzione invece sempre le massime su Sardegna e Pianura Padana centro-orientale. Venti: moderati orientali in Pianura Padana, con tendenza a rinforzare da sud-est sulle coste adriatiche; forti da nord sulla Liguria. Moderati o forti da sud/sud-est sul resto del paese, con tendenza a rinforzare ulteriormente sulle coste tirreniche centro-meridionali, sulla Sicilia e sulle zone joniche e sul medio Adriatico. Mari: inizialmente tutti molto mossi, ma con moto ondoso in deciso aumento, cosi’ nella seconda parte della giornata generalmente agitati tutti i bacini, ma molto agitato lo Stretto di Sicilia.
03Il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare comunica le previsioni del tempo sull’ Italia per la giornata di domani, venerdi’ 31 gennaio.Nord: ancora molte nubi con associate precipitazioni, nevose in area alpina a quote superiori ai 1000-1200 metri. Precipitazioni che potranno risultare intense e persistenti nella prima parte del giorno su Levante ligure ed appennino emiliano, mentre nel pomeriggio insisteranno su Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, specie sulle zone montane e pedemontane di quest’ultima. Centro e Sardegna: cielo coperto da nubi compatte sulle regioni tirreniche, sull’Umbria e sulla Sardegna, con rovesci e temporali anche intensi, specie tra Toscana e Lazio. Nuvolosita’ diffusa anche sul settore adriatico, ma decisamente meno consistente e con scarsa probabilita’ di precipitazioni, che saranno ancora una volta limitate alle aree appenniniche, assumendo carattere nevoso solo sulle cime piu’ alte dell’Abruzzo.
04Sud e Sicilia: cielo molto nuvoloso o coperto su tutto il meridione, sebbene con temporanee schiarite in arrivo sulla Sicilia occidentale nelle ore centrali della giornata. Rovesci e isolati temporali sui versanti orientali di Calabria e Sicilia, anche localmente intensi.Temperature: in ulteriore generale aumento, con l’esclusione della Sardegna e delle zone joniche, dove saranno invece stazionarie. Venti: moderati o forti da sud/sud-est al centro-sud; moderati da nord/nord-ovest sulla Liguria e sulla Sardegna; deboli dai quadranti orientali o meridionali al nord, pur ancora con rinforzi sulle coste adriatiche. Mari: molto mossi il Mar Ligure, i mari attorno alla Sardegna e lo Stretto di Sicilia; agitati o molto agitati l’Adriatico, il tirreno settore est e lo Jonio, con moto ondoso in ulteriore aumento fino a mare grosso sullo Jonio e con mareggiate sulle coste esposte della Calabria, della Basilicata e della Puglia salentina.

(Fonte Meteo WEB)