ilMeteo.it

Entrate e scoprite le ultime news del "ilMeteo.it"

Meteo Giornale

Entrate e scoprite le ultime news di "meteogiornale.it"

Meteo.it

Entrate e scoprite le ultime news del "meteo.it"

Meteoareonautica

Entrate e scoprite le ultime news di "meteoareonautica"

3BMeteo

Entrate e scoprite le ultime news di "3bmeteo"

Meteociel

Entrate e scoprite le ultime news di "Meteociel"

Visualizzazione post con etichetta siccità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta siccità. Mostra tutti i post

mercoledì 19 luglio 2017

Previsioni Meteo, è un dramma: il super caldo continua, disastro incendi e siccità senza fine

Previsioni Meteo, sull'Italia insisterà ancora a lungo l'Anticiclone Sub-Tropicale: tanto caldo anche nei prossimi dieci giorni, emergenza incendi sempre più grave e siccità senza fine

Previsioni Meteo – Gli ultimi aggiornamenti che arrivano dai centri di calcolo meteorologico sono drammatici per l’Italia: nei prossimi giorni, per tutta questa settimana e anche per gran parte della prossima, non cadrà una goccia d’acqua nel nostro Paese, se non qualche debole e isolato rovescio in montagna sulle Alpi. Non solo: tornerà il super caldo, con temperature in sensibile aumento già dalle prossime ore, da Nord a Sud. E avremo di nuovo picchi di +40°C su gran parte del Paese tra il weekend e l’inizio della prossima settimana.
Il dramma più serio per il nostro territorio nazionale è quello della siccità: una situazione drammatica, che questo super caldo alimenta in modo sempre più grave. I campi sono secchi e l’agricoltura ne sta risentendo in modo particolarmente grave, in tutte le Regioni, con difficoltà persino per il regolare approvvigionamento idrico.
Gli incendi sono la conseguenza di questa situazione, oltre che della follia umana (sono sempre appiccati in modo doloso da criminali piromani). Ma il caldo, e soprattutto la siccità che rende la vegetazione brulla e asciutta, adatta a consentire l’alimentazione delle fiamme, rendono più agevole il “compito” distruttivo del fuoco. Una situazione drammatica per molte zone d’Italia, purtroppo anche con delle vittime. E nei prossimi giorni potrà soltanto peggiorare a causa di condizioni climatiche estreme e sfavorevoli.
No, quest’incubo chiamato Anticiclone Africano non è affatto “bel tempo”.
Fonte: meteoweb

martedì 18 luglio 2017

Previsioni Meteo, è un dramma: il super caldo continua, disastro incendi e siccità senza fine

Previsioni Meteo, sull'Italia insisterà ancora a lungo l'Anticiclone Sub-Tropicale: tanto caldo anche nei prossimi dieci giorni, emergenza incendi sempre più grave e siccità senza fine

Previsioni Meteo – Gli ultimi aggiornamenti che arrivano dai centri di calcolo meteorologico sono drammatici per l’Italia: nei prossimi giorni, per tutta questa settimana e anche per gran parte della prossima, non cadrà una goccia d’acqua nel nostro Paese, se non qualche debole e isolato rovescio in montagna sulle Alpi. Non solo: tornerà il super caldo, con temperature in sensibile aumento già dalle prossime ore, da Nord a Sud. E avremo di nuovo picchi di +40°C su gran parte del Paese tra il weekend e l’inizio della prossima settimana.
Il dramma più serio per il nostro territorio nazionale è quello della siccità: una situazione drammatica, che questo super caldo alimenta in modo sempre più grave. I campi sono secchi e l’agricoltura ne sta risentendo in modo particolarmente grave, in tutte le Regioni, con difficoltà persino per il regolare approvvigionamento idrico.
Gli incendi sono la conseguenza di questa situazione, oltre che della follia umana (sono sempre appiccati in modo doloso da criminali piromani). Ma il caldo, e soprattutto la siccità che rende la vegetazione brulla e asciutta, adatta a consentire l’alimentazione delle fiamme, rendono più agevole il “compito” distruttivo del fuoco. Una situazione drammatica per molte zone d’Italia, purtroppo anche con delle vittime. E nei prossimi giorni potrà soltanto peggiorare a causa di condizioni climatiche estreme e sfavorevoli.
Fonte: meteoweb

martedì 11 luglio 2017

Incendio Messina, situazione drammatica: fiamme tra le case, brucia l’Università. Attivata l’Unità di Crisi

Incendio Messina, la città dello Stretto è accerchiata dalle fiamme: evacuazioni in corso, situazione drammatica. Ecco le immagini in diretta, foto e video che fanno paura

Incendio Messina – Situazione drammatica a Messina dove la situazione dell’incendio che divampa nella zona Nord della città, sui Colli Peloritani dell’Annunziata, è degenerato in modo catastrofico nelle ultime ore. Le fiamme hanno raggiunto il Polo Universitario (Facoltà di Veterinaria) e stanno bruciando proprio le strutture della Facoltà. In contrada Catanese è stata ordinata l’evacuazione degli abitanti. La Prefettura ha attivato l’Unità di Crisi. Vigili del fuoco, Forestale e Protezione civile sono all’opera dalla mattinata con l’aiuto di tre canadair che stanno cercando di circoscrivere gli incendi. Nel primo pomeriggio è stata sgomberata la cittadella universitaria dell’Annunziata: le fiamme stanno per arrivare nell’area del maneggio dell’Ateneo e della facoltà di Veterinaria. Evacuati sia gli studenti che gli animali. Chiusa la galleria di collegamento tra Giostra e Annunziata. Altri incendi gravi a Mili San Pietro, nella zona sud, e ad Alì.

Incendio Messina: siccità e caldo record

Le condizioni climatiche sono alla base dell’incendio, chiaramente di natura dolosa. Ma la siccità record di questa stagione alimenta le fiamme, che trovano terreno fertile vista l’aridità della vegetazione e il caldo. Oggi la temperatura oscilla tra i +34°C del centro cittadino e i +37°C dell’hinterland, ma nei prossimi giorni le temperature aumenteranno ulteriormente fino a +40°C nella giornata di Mercoledì 12 Luglio, che sarà la più calda. E non cadrà neanche una goccia d’acqua almeno per i prossimi quindici giorni, quindi l’emergenza siccità si aggraverà ulteriormente.

Incendio Messina: incidenti in autostrada per il fumo, tratto chiuso e lunghe code

A causa di quest’ultimo chiusa l’autostrada Messina-Catania in entrambe le direzioni di marcia tra i caselli di Messina Tremestieri e Roccalumera con problemi di traffico anche sulla strada statale. All’altezza della galleria Caccamo, sull’A18, un incidente è avvenuto con le auto incolonnate a causa del fumo dell’incendio. Il bilancio è di due feriti, di cui una donna incinta. File di auto incolonnate per diversi chilometri lungo la statale in seguito alla chiusura del tratto dell’autostrada. Gli incendi hanno anche distrutto parecchi pali della luce togliendo la corrente elettrica alle pompe che servono i serbatoi dell’Azienda Acqua: in molti centri collinari non arriva l’acqua. In città aria irrespirabile e pioggia di cenere che arriva dalle colline. Ma la nube di cenere avvolge tutto lo Stretto, come se il cielo fosse coperto, e arriva fino a Reggio Calabria. Sono roghi di proporzioni davvero catastrofiche, senza precedenti per l’area messinese.

Incendio Messina: oggi è il terzo giorno di fuoco

Dopo i primi vasti roghi nella giornata di Sabato, ieri pomeriggio diversi ed estesi fronti di fuoco, alimentati da sterpaglie e macchia mediterranea e dal forte vento, hanno interessato le frazioni cittadine di Reginella, Curcuraci, Faro Superiore, San Giovannello, San Jachiddu, San Filippo, Minissale, Baglio, Piano Stella, e, sulla riviera tirrenica, anche a Gualtieri Sicaminò, Brolo e Rodi Milici. Le operazioni di spegnimento si sono protratte per tutta la notte, con impiego di tutte le squadre dei vigili del fuoco di Messina disponibili, con il supporto di una squadra del Comando di Ragusa e di volontari del servizio di Protezione civile comunale e del corpo forestale regionale. E’ stato necessario, a scopo precauzionale, disporre lo sgombero temporaneo di diverse abitazioni. Comunque, non si sono avute conseguenze per le persone. Un vigile del fuoco si e’ infortunato, durante le operazioni, ed e’ dovuto ricorrere alle cure del servizio sanitario, senza gravi conseguenze. I roghi hanno danneggiato diverse centraline dell’Enel che alimentano gli impianti di sollevamento di Amam che consentono ai serbatoi di riempirsi, per poter distribuire l’acqua in rete almeno per un paio d’ore.

Incendio Messina, il Sindaco Accorinti: “c’è la mano dell’uomo, danni irreparabili”

L’autocombustione non esiste. Abbiamo la certezza che dietro questi atti ci sia la mano dell’uomo, che causa danni irreparabili con rischi incalcolabili. Mi auguro che si prenda coscienza della gravità di tali comportamenti e si proceda con azioni virtuose in modo da combatterli salvaguardando la natura“. A dirlo è il sindaco di Messina, Renato Accorinti, dopo gli incendi che da sabato stanno devastando ampie zone della città. Stamani i mezzi aerei sono di nuovo in azione a causa di un rogo che minaccia abitazioni e Università. Ettari di macchia mediterranea e vegetazione sono andati in fumo nelle zone collinari che circondano la città che anche stamani si è svegliata avvolta in una coltre di fumo. Da Accorinti arrivano, comunque, rassicurazioni. “Posso intanto assicurare la cittadinanza sulla tempestività degli interventi e sull’attività di prevenzione che, con forte impegno dell’Amministrazione, ha fatto grandi passi avanti – dice -. Sono già stati finanziati progetti per diversi milioni di euro per i torrenti, per l’erosione delle coste e per altri temi relativi alla prevenzione. Per quanto possibile, poiché non si tratta di eventi prevedibili, il cittadino deve sentirsi protetto e l’Amministrazione lavora in questa direzione“. Per il sindaco gli interventi della Protezione civile, d’intesa con l’Azienda forestale, i vigili del fuoco e il volontariato, sono stati “immediati“. “Esiste un’organizzazione collaudata che lavora con serietà e professionalità per il bene della collettività evitando sicuramente conseguenze peggiori” conclude il primo cittadino.
Fonte: meteoweb

giovedì 28 gennaio 2016

Siccità record, situazione drammatica al Centro/Nord: FOTO shock da Torino, Roma e Firenze

Il caldo anomalo di quest’inverno e l’assenza prolungata di precipitazioni stanno rendendo sempre più grave la situazione della siccità che da mesi attanaglia l’Italia centro/settentrionale, in modo particolare nelle Regioni tirreniche e al nord/ovest. A Torino negli ultimi tre mesi sono caduti appena 10mm di pioggia a fronte di una media storica di 170mm, il Piemonte è letteralmente a secco ed è la Regione più colpita da un deficit idrico impressionante. E’ un “disastro silenzioso”, con gravi ripercussioni sull’ambiente, sulla natura e sull’economia.

LaPresse/Marco Alpozzi
LaPresse/Marco Alpozzi

Nelle immagini che pubblichiamo nelle gallery in coda all’articolo possiamo osservare i fiumi diTorino, Po e Dora Riparia, clamorosamente in secca. Situazione analoga a Firenze per l’Arno e a Romaper il Tevere. E nei prossimi giorni continuerà a fare caldo, a splendere il sole e soprattutto a non piovere, almeno fino al 3-4 febbraio. Alcuni corsi d’acqua rischiano addirittura di rimanere prosciugati, o quasi. Un vero e proprio incubo che nei prossimi giorni si aggraverà ulteriormente. 
Fonte: meteoweb

venerdì 18 dicembre 2015

Previsioni Meteo, continua la pesante siccità al centro-nord e in Sardegna: non piove da 60 giorni

Anticiclone ad oltranza fino a fine anno, poi possibili dei cambiamenti per un abbassamento degli indici “NAO” e “AO”

Ancora siamo lontani dai record stracciati durante il terribile inverno 1989/1990, caratterizzato dal famoso quanto temuto“anticiclone dei 100 giorni”. Ma la situazione non riuscirà a sboccarsi nelle prossime settimane poco ci manca. Già in molte aree del centro-nord Italia, così come in Sardegna, siamo di fronte ad una eccezionale fase siccitosa. Difatti, dopo aver bucato in modo clamoroso Novembre, uno dei mesi più piovosi dell’anno. Dicembre ormai rischia di fare la stessa fine, con l’anticiclone oceanico dinamico ancora protagonista incontrastato dello scenario meteorologico italiano, mentre le piovose perturbazioni atlantiche continueranno a scorrere a latitudini più elevate. Nel frattempo, sul campo, la situazione comincia davvero a divenire critica, e non solo per il ristagno delle polveri sottili (conseguenze della persistenza dell’anticiclone) nei bassi strati, specie sulla pianura Padana. Ma quello che preoccupa maggiormente è proprio la siccità, la mancanza di precipitazioni in quello che dovrebbe essere il periodo più piovoso dell’anno. In alcune città e località del Piemonte e della Lombardia, ad esempio, non si vede una goccia di pioggia da oltre 60 giorni. Nel vercellese, come in alcune zone del torinese e dell’astigiano non piove da ben oltre 65 giorni.
Rtavn541Ancora più drammatica, data la stagione, la situazione riguardante l’innevamento sulle nostre Alpi, completamente spoglie fin dai 2500 metri. Salendo di quota quella poca neve “vecchia” ancora resistente comincia a ritirarsi, mettendo in evidenza la sottostante roccia nuda. Insomma, uno scenario veramente squallido, frutto di una anomalia barica “nostrana” che non accennerà ad esaurirsi nemmeno nel medio termine. Fino al periodo di Natale e alle giornate successive non si assisterà ad alcun vero cambiamento, specie sulle regioni settentrionali, su quelle centrali e sulla Sardegna, quelle più penalizzate dalla persistenza di questo invasivo campo anticiclonico di matrice sub-tropicale che continuerà a mantenere la propria radice calda, sub-tropicale marittima, fra le isole Canarie, il Marocco e la Spagna meridionale.
01La continua risalita di aria molto mite in quota, nella libera atmosfera, nei prossimi giorni contribuirà ad irrobustire ulteriormente la struttura anticiclonica dinamica che dalle Canarie e dalle coste del Marocco si estenderà con la propria“cresta” fino alla Germania e alla Repubblica Ceca, inglobando con il proprio asse principale l’intero bacino centro-occidentale del Mediterraneo, includendo l’Italia e tutti i mari attorno ad essa. Solo in prossimità delle nostre regioni del basso Adriatico e ioniche, così come sull’est della Sicilia, la coperta anticiclonica potrà essere parzialmente erosa da piccole infiltrazioni di aria fredda in quota e di umidità nella media troposfera, per l’inserimento di circolazioni secondarie fredde dai Balcani che, soprattutto nella giornata di sabato, potranno causare anche un po’ di instabilità, con qualche breve precipitazione sparsa fra Puglia, est della Basilicata, bassa Calabria e Sicilia settentrionale.
12348171_10207938026798729_3159680633124364664_nMa purtroppo questa situazione estremamente anomala è destinata a protrarsi ancora a lungo su gran parte del territorio nazionale, con inevitabili conseguenze. Qualche minimo cenno di cambiamento si intravede per il periodo di Capodanno, ma la distanza temporale è tale da rendere del tutto impossibile una linea di tendenza, data la bassissima predicibilità. L’unica nota da poter tenere in considerazione riguarda il temporaneo abbassamento degli indici “NAO” e “AO”, con un conseguente quanto fisiologico rallentamento delle impetuose correnti zonali lungo le medie e alte latitudini. Questo graduale rallentamento delle forti correnti zonali favorirà un incremento dei flussi di calore lungo le medie latitudini, con lo sviluppo di maggiori “forcing” troposferici dinamici fra il nord Pacifico (“wave 1”) e l’Atlantico settentrionale (“wave 2”) potrebbe reagire con un progressivo surriscaldamento, che andrebbe a disturbare lievemente la sua attività.
plot004_f30Questi “forcing” troposferici risalendo di latitudini potrebbero creare dei piccoli disturbi al vortice polare troposferico, intaccandolo nei bassi e medi strati. Il progressivo stiramento del vortice potrebbe determinare, specialmente nell’alta stratosfera, uno schema configurativo a “wave2 pattern”, caratterizzata dallo sviluppo di due ampi promontori anticiclonici, uno sul Pacifico settentrionale (anticiclone delle Aleutine) e l’altro in azione sull’Atlantico settentrionale (anticiclone delle Azzorre). A tali promontori anticiclonici si assoceranno delle saccature che affonderanno in direzione del Canada orientale e del nord-est degli Stati Uniti, la prima, e dell’Europa centro-occidentale, la seconda. In seno a queste saccature si potranno celare delle discese d’aria fredde, dalle latitudini polari, che potrebbero manifestarsi non prima degli ultimi giorni del 2015.
Credit NOAA
Credit NOAA
Ancora è troppo presto per ulteriori dettagli, ma se questo quadro verrà confermato non si può escludere che entro la fine di Dicembre, nuove avvezioni fredde potrebbero puntare in direzione dell’Europa, riportando un clima decisamente più freddo su diverse aree del vecchio continente.
Fonte: meteoweb

martedì 15 dicembre 2015

Nubi, nebbie e foschie con 1025hPa: ecco l’anticiclone di dicembre. Grave siccità [DATI e MAPPE]

Meteo Italia, la situazione di queste ore: alta pressione in tutto il Paese, ma non mancano nebbie, nubi e foschie.

Nonostante l’anticiclone, in queste ore sull’Italia non mancano nubi, nebbie e foschie. E’ l’alta pressione di dicembre: come più volte già illustrato nei precedenti aggiornamenti, quando l’anticiclone arriva in pieno inverno lascia comunque spazio a questo tipo di manifestazioni nei bassi strati, per i fenomeni dell’inversione termica e per piccole infiltrazioni fresche e umide che possono provocare formazioni nuvolose. Dopotutto nonostante queste nubi e nebbie, continua a non piovere in tutto il territorio nazionale e nelle Regioni del centro/nord e della Sardegna diventa molto pesante la situazione della siccità.
01Anche il clima è decisamente gradevole. Le temperature massime di oggi sono state miti soprattutto all’estremo Sud, nella Sicilia sud/occidentale, ma anche in altre località meridionali e tirreniche. Ovunque sul territorio nazionale abbiamo valori termici significativamente superiori rispetto alle medie del periodo: il termine “caldo” utilizzato d’inverno, infatti, non è assoluto relativamente alle sensazioni del corpo umano, ma relativo alla normalità climatica del periodo. Le temperature massime di oggi sono state di +19°C a Linosa e Mazara del Vallo, +18°C a Marsala, Licata, Gela, Scicli, Lampedusa e Ustica, +17°C a Palermo, Trapani, Agrigento, Vittoria, Ispica, Latina, Decimomannu, Capo San Lorenzo e Capo Carbonara, +16°C a Napoli, Catania, Messina, Reggio Calabria, Siracusa, Olbia, Cagliari e Lamezia Terme, +15°C a Taranto, Crotone, Alghero, Civitavecchia, Brindisi e Caserta, +14°C a Roma, Bari, Lecce, Catanzaro, Salerno, Guidonia, Pisa e Albenga, +13°C a Firenze, Pescara, Frosinone, Foggia e Termoli, +12°C a Vicenza, Cosenza, Grosseto, Aviano, Trieste, Pordenone, Genova e Treviso, +11°C a Torino, Udine, Avellino e Viterbo, +10°C a Benevento, Perugia, Cuneo, Ancona e Arezzo, +9°C a Milano, Venezia, Verona, Padova, Brescia, Novara, Mantova, Monza, Ravenna, Cervia, Biella e Forlì, +8°C a Bologna, Bolzano, Parma, Bergamo, Domodossola, Cantù e Ferrara, +7°C a Modena, Sondrio, +6°C a Piacenza, +3°C ad Aosta.
avnpanel1Nei prossimi giorni l’alta pressione diventerà ancora più possente e tornerà sui valori barici della scorsa settimana, con picchi di oltre 1030hPa. Le schiarite saranno più ampie e lo zero termico tornerà ad oltre 4.000 metri di altitudine sulle Alpi, soprattutto occidentali, dove continuerà a sciogliersi la poca neve presente persino alle altissime quote. Persisteranno ancora nebbie e foschie soprattutto in pianura Padana.
Fonte: meteoweb

martedì 21 luglio 2015

Meteo Italia, il caldo continua: allarme siccità, livelli di fiumi e laghi da record negativo al nord

Continua il gran caldo sull’Italia, anche oggi le temperature si sono mantenute stazionarie, su valori decisamente elevati in tutto il territorio nazionale. Taranto, Cosenza e Guidonia le città più calde con +39°C, seguite da Lecce, Foggia, Chieti, Carpi, Forlì e Imola che hanno raggiunto i +38°C. Molto caldo anche a Roma, Firenze, Bologna e Bari con +37°C, mentre le meno calde sono state Genova, Salerno, Imperia, Catanzaro e Cuneo con +31°C ma molta afa per via dell’umidità relativa elevata. Ecco le temperature massime di questo lunedì 20 luglio:
+39°C a Taranto, Cosenza e Guidonia
+38°C a Lecce, Foggia, Chieti, Carpi, Forlì e Imola
+37°C a Roma, Firenze, Bologna, Bari, Perugia, Frosinone, Modena, Crotone, Tivoli, Reggio Emilia, Ferrara
+36°C a Cagliari, Brescia, Siracusa, Viterbo, Bolzano, Aosta, Latina, Arezzo, Potenza, Ravenna, Jesi, Cerignola, Gualdo Tadino, Caltanissetta e Fidenza
+35°C a Milano, Catania, Parma, Grosseto, Verona, L’Aquila, Avezzano, Treviso, Olbia, Piacenza, Agrigento, Cremona, Pavia e Cesena
+34°C a Messina, Novara, Rimini, Venezia, Pescara, La Spezia, Macerata, Bergamo e Campobasso
+33°C a Napoli, Torino, Reggio Calabria, Trieste, Vieste, Alghero e Brindisi
+32°C a Palermo, Termoli, Oristano, Trapani, Pisa e Ancona
+31°C a Genova, Salerno, Imperia, Catanzaro e Cuneo
EUMETSAT_MSG_RGB-12-12-9i-segment14Questo clima così rovente sta provocando una siccità da record in modo particolare nelle Regioni del nord. La secca del Po è ormai vicina ai record degli anni 2003, 2005 e 2006 quando si raggiunsero valori eccezionali. La navigazione è sospesa su gran parte del fiume, in modo particolare nei suoi settori più orientali, e addirittura nel ferrarese in alcuni punti l’acqua è profonda meno di 70 centimetri ed è possibile guadare il principale fiume italiano addirittura a piedi. Anche il livello dei grandi laghi è preoccupante, le forti piogge in arrivo nei prossimi giorni e soprattutto domenica 26 in tutto il nord potrebbero dare una boccata d’ossigeno a tutto il sistema idrico italiano, duramente provato da un luglio di super-caldo.
Fonte: meteoweb

venerdì 23 maggio 2014

Le prime previsioni meteo per l’estate 2014: caldo nella norma ma con molta pioggia al nord secondo AccuWeather

Come di consueto, il prestigioso servizio meteo AccuWeather, ha reso note (tramite  la Staff Writer Samantha-Rae Tuthill) quelle che sono le previsioni a lungo termine per il periodo estivo. Il team di meteorologi ha analizzato i dati storici, in particolare dal 2002 al 2009: anni in cui la primavera ha mostrato caratteristiche simili a quella attuale, e che quindi possono fornire indicazioni sull’estate che ci attende.
Le temperature saranno al di sopra della norma quasi ovunque,” dichiara il meteorologoAccuWeather Alan Reppert. “Nel 2009 in particolare, o anche nel 2002, agosto è stato un mese molto caldo in tutto il continente.”
L’Europa orientale affronterà una potenziale siccità
La siccità sarà particolarmente rilevante dall’Europa centrale a quella orientale, dalla Germania alla Russia. “Le aree a sud come la Romania potrebbero subire una siccità sopra la norma,” sostiene Eric Wanenchak, meteorologo AccuWeather. “Ho studiato un paio di anni analoghi, e il periodo estivo è stato più arido della norma. Vedo già come quest’anno la situazione si sviluppa allo stesso modo.”
La siccità dalla Polonia, attraverso la Russia occidentale e l’Ucraina, creerà un’estate calda e secca, cosa che potrebbe danneggiare i raccolti,” dichiara Reppert. Sebbene la Germania abbia ricevuto un po’ di pioggia benefica in primavera, subirà molto la siccità. Potranno esserci periodi piovosi, che investiranno anche l’Italia e i Balcani, ma saranno condizioni non durature. “Pensiamo che si verificheranno dei temporali nei Balcani tra giugno e la prima metà di luglio, ma dopo arriverà il clima secco,” sostiene Jason Nicholls, meteorologo senior.
2Penisola iberica, Francia occidentale tra pioggia e siccità
L’estate avrà un inizio fresco nei primi giorni di giugno, con qualche precipitazione, ma temperature sopra la norma sono attese in Portogallo, Spagna, e Francia occidentale, da fine luglio ad agosto. Portogallo e Spagna in particolare, registreranno precipitazioni al di sotto della media stagionale. “Nel 2009, ad agosto si registrava una temperatura superiore di 3 gradi alla media nell’area di Parigi e Madrid,” continua Reppert. “In Spagna e Portogallo potranno esserci problemi con gli incendi, data l’assenza di piogge e il caldo,” conclude.
Francia meridionale, Italia settentrionale e Svizzera, probabili piogge al di sopra della norma
Mentre nel resto del continente si prevede poca pioggia, l’area che va dal nord Italia, Svizzera, fino a Francia e Austria, potrà invece registrare precipitazioni al di sopra della media. “Svizzera e Italia settentrionale, con le precipitazioni che le interesseranno, potranno registrare temperature al di sotto della media,” dichiara Reppert. “Se ci saranno temperature al di sotto della norma, non saranno comunque molto rilevanti,” sostiene Nicholls. Le aree sul Mediterraneo (Italia meridionale, Francia meridionale, Croazia, e le coste della Grecia) vedranno temperature e precipitazioni del tutto entro la media.
3Il Regno Unito inizia l’estate con pioggia e freddo
Il Regno Unito ha vissuto uno degli inverni più piovosi della storia, cosa che si ripercuoterà sull’estate, inizialmente fresca e piovosa. In ogni caso, la situazione non si protrarrà fino ad agosto. “Penso che sarà molto diverso rispetto all’inverno, con tutti quei temporali,” dichiaraReppert. “L’aria diventerà più secca e calda.”
Ondate di calore in Scandinavia
La Danimarca è quello dei paesi della Scandinavia che ha più probabilità di avere un estate piovosa, tutto ciò non oltre la fine di luglio e agosto. Norvegia, Svezia e Finlandia hanno tutte le probabilità di avere un’estate calda sin dal principio. L’ondata di calore proveniente dalla Russia accentuerà il caldo, sostiene Reppert. E’ quindi probabile che le temperature si alzino al di sopra della norma e le precipitazioni invece siano molto minori della media, tanto che il rischio incendi è concreto anche per Norvegia, Finlandia e Svezia.
Fonte: meteoweb

venerdì 14 febbraio 2014

CNR: “Inverno troppo piovoso, attesa un’Estate calda e secca”


Apprendiamo dalla homepage deC.N.R. (Centro Nazionale delle Ricerche) che si è appena conclusa nell’Adriatico settentrionale la campagna oceanografica internazionale “Carpet, Characterizing Adriatic Region Preconditioing EvenTs“. La missione ha impegnato ricercatori dell’Istituto di scienze marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ismar-Cnr) di Venezia, si è svolta a bordo della nave oceanografica Urania del Cnr e si è focalizzata sulle cosiddette “acque dense” che, formatesi nel Nord Adriatico in inverno, scendono verso sud assumendo grande importanza nelle dinamiche di trasporto ed influenzano il clima dell’intero bacino. Si tratta infatti di un efficace sistema di rinnovamento delle acque costiere e di trasporto di ossigeno verso gli strati profondi. I risultati emersi sono di particolare rilievo considerato l’inverno caratterizzato da temperature miti e da una piovosità eccezionale, soprattutto nel Nord-Est del Paese. A tale proposito, dai dati raccolti da Michele Brunetti (Isac-Cnr) risulta che il primo mese del 2014 ha fatto registrare temperature di oltre due gradi (+2.1 per l’esattezza) superiori alla media del periodo di riferimento 1971-2000, collocandosi al terzo posto tra i mesi di gennaio più caldi dal 1800 ad oggi (dopo il 1804 e il 2007, con anomalie di +2.4 e +2.3 rispettivamente). Le precipitazioni sono state piuttosto abbondanti su gran parte del territorio italiano, facendo registrare una anomalia di +86% (rispetto alla media del periodo 1971-2000) a livello nazionale (il 19-esimo gennaio più piovoso dal 1800 ad oggi). Le anomalie più importanti si sono avute nella parte settentrionale della penisola dove, mediamente, sono caduti oltre due volte e mezzo (+160%) i millimetri che solitamente si osservano a gennaio (con punte nel Nord-Est che superano di oltre le quattro volte le piogge medie di quelle zone), facendo chiudere il mese per l’Italia Settentrionale come il terzo più piovoso di sempre: era dal 1845 che non si registrava un’anomalia simile nel Nord Italia.
cnr_campagnaAbbiamo osservato nel Golfo di Venezia un processo fondamentale per il clima dell’area“,afferma Sandro Carniel, responsabile scientifico di Carpet, “ma anche per la stabilità del clima terrestre. La dinamica delle acque dense è infatti uno dei principali motori della circolazione oceanica globale a lungo termine: per quanto curioso appaia, quindi, la conoscenza di questi processi è fondamentale per decifrare il trasporto di calore e salinità da parte delle correnti oceaniche Mediterranee e quindi cruciale per il clima del pianeta“. Il Nord Adriatico è una delle aree-chiave in cui questi processi avvengono. “Durante l’inverno 2013-14 questo evento è stato però contrastato da temperature miti e apporti fluviali eccezionali“, continua Carniel. “A crociera conclusa, i dati parlano di una temperatura dell’acqua sul fondo di circa 2° C superiore alla media degli ultimi 30 anni. Questo ha rallentato di molto il ‘rinnovamento’ delle acque, che nel solo gennaio-febbraio 2012, complice un inverno estremamente freddo, aveva invece interessato circa il 60% del volume, stabilendo un record assoluto di densità da quando sono iniziate le misure in Adriatico settentrionale (ovvero circa un secolo). A distanza di soli due anni siamo, per così dire, agli antipodi“.
(Fonte: meteoweb)
Per stimare gli effetti del blocco o della riduzione della produzione invernale di acque dense servirà ancora un’accurata analisi dei dati, tramite modelli che comprendano atmosfera, oceano e onde. mediterraneo_ingvPer questo, i risultati di Carpet saranno diffusi e discussi dall’Ismar-Cnr in una sessione ad hoc, durante un convegno della European Geosciences Union a Vienna, dal 27 aprile al 2 maggio. “È lecito quindi attendersi conseguenze significative sulla circolazione delle acque del bacino (e anche del Mediterraneo Orientale), sul clima della terraferma e un abbassamento dei livelli di ossigeno sul fondo marino già in primavera, a seguito della crescita fitoplanctonica stimolata dai rilevanti apporti fluviali in corso“, conclude Carniel. Oceanografi e ingegneri della campagna Carpet, guidata da Alvise Benetazzo dell’Ismar-Cnr, hanno eseguito misure tramite metodologie di avanguardia, sperimentando mezzi autonomi sottomarini tra cui, per la prima volta a livello nazionale, un sofisticato ‘siluro’, il Remus 100 (Hydroid-Kongsberg), che cattura importanti informazioni sulle caratteristiche fisiche della colonna d’acqua, in particolare sull’evoluzione della distribuzione delle enormi quantità di acque dolci legate all’eccezionale apporto fluviale del periodo ed agli effetti dell’interazione tra onde e correnti sul fondale.