Anticiclone ad oltranza fino a fine anno, poi possibili dei cambiamenti per un abbassamento degli indici “NAO” e “AO”
Ancora siamo lontani dai record stracciati durante il terribile inverno 1989/1990, caratterizzato dal famoso quanto temuto“anticiclone dei 100 giorni”. Ma la situazione non riuscirà a sboccarsi nelle prossime settimane poco ci manca. Già in molte aree del centro-nord Italia, così come in Sardegna, siamo di fronte ad una eccezionale fase siccitosa. Difatti, dopo aver bucato in modo clamoroso Novembre, uno dei mesi più piovosi dell’anno. Dicembre ormai rischia di fare la stessa fine, con l’anticiclone oceanico dinamico ancora protagonista incontrastato dello scenario meteorologico italiano, mentre le piovose perturbazioni atlantiche continueranno a scorrere a latitudini più elevate. Nel frattempo, sul campo, la situazione comincia davvero a divenire critica, e non solo per il ristagno delle polveri sottili (conseguenze della persistenza dell’anticiclone) nei bassi strati, specie sulla pianura Padana. Ma quello che preoccupa maggiormente è proprio la siccità, la mancanza di precipitazioni in quello che dovrebbe essere il periodo più piovoso dell’anno. In alcune città e località del Piemonte e della Lombardia, ad esempio, non si vede una goccia di pioggia da oltre 60 giorni. Nel vercellese, come in alcune zone del torinese e dell’astigiano non piove da ben oltre 65 giorni.
Ancora più drammatica, data la stagione, la situazione riguardante l’innevamento sulle nostre Alpi, completamente spoglie fin dai 2500 metri. Salendo di quota quella poca neve “vecchia” ancora resistente comincia a ritirarsi, mettendo in evidenza la sottostante roccia nuda. Insomma, uno scenario veramente squallido, frutto di una anomalia barica “nostrana” che non accennerà ad esaurirsi nemmeno nel medio termine. Fino al periodo di Natale e alle giornate successive non si assisterà ad alcun vero cambiamento, specie sulle regioni settentrionali, su quelle centrali e sulla Sardegna, quelle più penalizzate dalla persistenza di questo invasivo campo anticiclonico di matrice sub-tropicale che continuerà a mantenere la propria radice calda, sub-tropicale marittima, fra le isole Canarie, il Marocco e la Spagna meridionale.
La continua risalita di aria molto mite in quota, nella libera atmosfera, nei prossimi giorni contribuirà ad irrobustire ulteriormente la struttura anticiclonica dinamica che dalle Canarie e dalle coste del Marocco si estenderà con la propria“cresta” fino alla Germania e alla Repubblica Ceca, inglobando con il proprio asse principale l’intero bacino centro-occidentale del Mediterraneo, includendo l’Italia e tutti i mari attorno ad essa. Solo in prossimità delle nostre regioni del basso Adriatico e ioniche, così come sull’est della Sicilia, la coperta anticiclonica potrà essere parzialmente erosa da piccole infiltrazioni di aria fredda in quota e di umidità nella media troposfera, per l’inserimento di circolazioni secondarie fredde dai Balcani che, soprattutto nella giornata di sabato, potranno causare anche un po’ di instabilità, con qualche breve precipitazione sparsa fra Puglia, est della Basilicata, bassa Calabria e Sicilia settentrionale.
Ma purtroppo questa situazione estremamente anomala è destinata a protrarsi ancora a lungo su gran parte del territorio nazionale, con inevitabili conseguenze. Qualche minimo cenno di cambiamento si intravede per il periodo di Capodanno, ma la distanza temporale è tale da rendere del tutto impossibile una linea di tendenza, data la bassissima predicibilità. L’unica nota da poter tenere in considerazione riguarda il temporaneo abbassamento degli indici “NAO” e “AO”, con un conseguente quanto fisiologico rallentamento delle impetuose correnti zonali lungo le medie e alte latitudini. Questo graduale rallentamento delle forti correnti zonali favorirà un incremento dei flussi di calore lungo le medie latitudini, con lo sviluppo di maggiori “forcing” troposferici dinamici fra il nord Pacifico (“wave 1”) e l’Atlantico settentrionale (“wave 2”) potrebbe reagire con un progressivo surriscaldamento, che andrebbe a disturbare lievemente la sua attività.
Questi “forcing” troposferici risalendo di latitudini potrebbero creare dei piccoli disturbi al vortice polare troposferico, intaccandolo nei bassi e medi strati. Il progressivo stiramento del vortice potrebbe determinare, specialmente nell’alta stratosfera, uno schema configurativo a “wave2 pattern”, caratterizzata dallo sviluppo di due ampi promontori anticiclonici, uno sul Pacifico settentrionale (anticiclone delle Aleutine) e l’altro in azione sull’Atlantico settentrionale (anticiclone delle Azzorre). A tali promontori anticiclonici si assoceranno delle saccature che affonderanno in direzione del Canada orientale e del nord-est degli Stati Uniti, la prima, e dell’Europa centro-occidentale, la seconda. In seno a queste saccature si potranno celare delle discese d’aria fredde, dalle latitudini polari, che potrebbero manifestarsi non prima degli ultimi giorni del 2015.
Ancora è troppo presto per ulteriori dettagli, ma se questo quadro verrà confermato non si può escludere che entro la fine di Dicembre, nuove avvezioni fredde potrebbero puntare in direzione dell’Europa, riportando un clima decisamente più freddo su diverse aree del vecchio continente.
Fonte: meteoweb