Davvero impressionante il raffreddamento del vortice polare stratosferico, raggiunti i -90°C sopra il Polo Nord. Le Previsioni Meteo sull’inverno.
L’esordio dell’inverno meteorologico, lo scorso 1 Dicembre 2015, è stato un autentico disastro. Ma se la strada è tutta in salita, nuovi grossi ostacoli si preparano a minare quella che dovrebbe essere la stagione più fredda dell’anno. A differenza di quanto viene riportato lo “stratcooling”, ossia il possente raffreddamento del vortice polare stratosferico, al traverso del mar Glaciale Artico, non si è arrestato. Anzi, proprio in questi ultimi giorni, la figura del vortice polare stratosferico si sta raffreddando ulteriormente, raggiungendo valori termici davvero estremi, che non lasciano ben sperare per il futuro della stagione invernale. Dalle ultime analisi si nota come il nucleo centrale del vortice polare stratosferico rischia di sfondare la fatidica soglia dei-90°C a 30 hpa, circa 23.850 metri, sopra la verticale dell’Artico.
Il grafico evidenzia il poderoso raffreddamento del vortice polare stratosferico al traverso del mar Glaciale Artico
Un valore veramente estremo che rischia di compattare e rinvigorire l’intera struttura in stratosfera, con inevitabili ripercussioni in troposfera, anche se al momento è prematuro parlare di un vero e proprio accoppiamento fra vortice polare stratosferico e vortice polare troposferico. Insomma, con questo intenso raffreddamento in stratosfera, l’indice “NAM” potrebbe arrivare a oltrepassare i +2,0. Solitamente quando la “NAM” si trova in fase positiva si accompagna ad un notevole ricompattamento del vortice polare in sede artica, in grado di perdurare per settimane o mesi. La presenza di un vortice polare molto freddo e profondo sopra il Polo Nord comporta una intensificazione delle umide correnti zonali alle medio-alte latitudini, con la ripresa di un alto indice zonale e la rigenerazione del ramo principale del “getto polare”, con diversi “Jet Streak” (massimi di velocità del “getto”), specie fra l’Asia centrale, la Cina, il Giappone, il Pacifico settentrionale, il nord America e l’Atlantico settentrionale. La vasta circolazione ciclonica va ad intensificarsi alle alte latitudini, con lo sviluppo di profondi cicloni extratropicali (anche vere e proprie “depressioni-uragano” con minimi barici sui 940-935 hpa) colmi di aria gelida d’estrazione artica in costante invorticamento.
La figura del vortice polare stratosferico, si nota la forma perfettamente circolare che evidenzia la compattezza dell’intera struttura sopra l’Artico
Ciò dovrebbe inibire l’avvento di importanti ondate di freddo verso la fascia temperata, mentre l’aria gelida rimarrà confinata oltre il circolo polare artico e le alte latitudini, interessando principalmente ad ondate il Canada, la Groenlandia, l’Islanda, la Lapponia e la Siberia settentrionale. Quando il vortice polare tende a rafforzarsi una profondissima circolazione depressionaria principale colma di aria gelida artica, si attiva sopra il mar Glaciale Artico, a cui si associano altre aree cicloniche secondarie che rinvigoriscono importanti figure di bassa pressione, come la famosa depressione semi-permanente d’Islanda o la depressione delle Aleutine. Si viene così ad innescare un intenso “gradiente barico orizzontale” e il “gradiente di geopotenziale”, fra le latitudini artiche e quelle temperate, che va a rinvigorire il ramo principale del “getto polare” che scorre sull’intero emisfero, con i relativi “Jet Streaks” (massimi di velocità del “getto”) localizzati nelle aree di massimo “gradiente di geopotenziale” fra alte e medie latitudini.
Specie durante i temporanei quanto fisiologici rallentamenti delle correnti zonali, quando lungo il Pacifico settentrionale e il nord Atlantico si attiveranno dei flussi di calore un po’ più compatti lungo i margini orientali delle“onde di Rossby” provenienti dal Pacifico e dal nord America che saranno in grado di intaccare il vortice polare troposferico, disturbandolo per quel che basta per farlo scivolare di latitudine, con il conseguente afflusso dell’aria fredda di origine polare fin verso le medie latitudini. Episodi, per l’appunto, molto brevi, che di tanto in tanto potranno ravvivare una stagione per larga parte statica e monotona.
Fonte: meteoweb