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lunedì 16 ottobre 2017

L’Uragano Ophelia provoca le prime vittime in Spagna: devastazione per il caldo e gli incendi alimentati dal vento impetuoso

L'Uragano Ophelia provoca morte e distruzione in Spagna: Galizia in ginocchio per gli incendi alimentati dal caldo record e dagli impetuosi venti meridionali provocati dal passaggio ravvicinato della tempesta

Mentre l’Irlanda vive la notte col fiato sospeso per l’ormai imminente arrivo dell’uragano Ophelia, in Europa si contano le prime vittime della tempesta: in Galizia, nel nord/ovest della Spagna, il vento impetuoso provocato dal passaggio dell’uragano e le temperature roventi ad esso associate stanno alimentando decine di incendi con conseguenze devastanti. Almeno due persone sono morte, ma molti di più sono i dispersi. Il fuoco ha accerchiato la città di Vigo, dove in piena notte abbiamo ancora +24°C ma nel pomeriggio di ieri la temperatura era salita fino a +33°C. Fa ancora più caldo a Coruña, dove abbiamo +27°C in piena notte dopo una massima di +31°C. I roghi sono alimentati proprio da questo caldo record per metà ottobre, e dai forti venti meridionali che soffiano per il ravvicinato passaggio dell’uragano nell’oceano Atlantico. Tutta la Regione è colpita dai roghi. Il caldo anomalo sta interessando invece tutta l’Europa, con temperature senza precedenti per questo periodo dell’anno.
Fonte: meteoweb

giovedì 27 luglio 2017

Incendi Francia, brucia la Costa Azzurra: “linea” di fuoco da Nizza a Marsiglia, migliaia in fuga

Incendi Francia, 1.000 ettari della Costa Azzurra ridotti in cenere: 12.000 evacuati, grande fuga dalle località turistiche

Gli incendi, il caldo e la siccità di questa terribile estate 2017 continuano ad interessare non solo l’Italia, ma gran parte d’Europa. La situazione più critica, da ieri, è nel Sud della Francia, in Costa Azzurra, dove tra Nizza e Marsiglia una grande “linea” di fuoco sta bruciando ampie zone di vegetazione Mediterranea. A causa del forte vento, da ieri pomeriggio sono stati ridotti in cenere almeno mille ettari di bosco. Oltre 12.000 persone sono state evacuate dalle loro abitazioni, soprattutto nella zona di Marsiglia e di Bormes-les-Mimosas, piccolo comune nel dipartimento del Var, nella regione della Provence-Alpes-Cote d’Azur (Paca). Tra gli evacuati anche una parte della famiglia del Granduca di Lussemburgo, che stava trascorrendo le vacanze nella Tour Sarrazine, la residenza estiva di proprieta’ del Granduca.  “Le fiamme hanno inghiottito un centinaio di ettari intorno alla città, e nel Sud-ovest di Carro una casa e tre case mobili sono state raggiunte dal fuoco“, ha spiegato il prefetto della regione, Stéphane Bouillon. Cinque Canadair sono sul posto oltre a 300 pompieri e 70 veicoli dei vigili del fuoco. Per il momento non sono state segnalate vittime. I soccorsi “hanno fermato” l’incendio a Peynier, a Nordest di Marsiglia. “Infine il grande incendio divampato nella località della Costa azzurra Bormes-les-Mimosas sta per essere domato. Siamo ottimisti“, ha aggiunto.
Durante un Question time all’Assemblea Nazionale, il primo Ministro francese Edouard Philippe ha annunciato dei rinforzi terrestri e aerei per far fronte all’emergenza Incendi che sta colpendo il sud est della Francia e la Corsica. Pompieri provenienti da diverse zone della Francia si uniranno “a quelli che da diversi giorni lottano contro” le fiamme, ha affermato il premier, ricordando che “l’80% della flotta aerea e’ oggi disponibile“. Il Primo Ministro ha aggiunto che il governo acquisterà “sei aerei antincendio“. Phlippe ha poi affermato che in serata si recherà nel dipartimento del Var per “fare il punto sulla situazione con le autorità prefettizie e l’insieme delle forze che concorrono nel dare una risposta a questo problema“.
Fonte: meteoweb

giovedì 20 luglio 2017

Previsioni meteo, sull’Italia torna l’inferno africano: attesi picchi fino a +40°C, poi attenzione ad una possibile ”rottura dell’estate a fine mese”

Previsioni meteo, nuova ''violenta'' ondata di caldo in arrivo sull'Italia, attesi picchi fino a +40°C, poi attenzione alla ''rottura estiva'' a fine mese

Sono terminati gli ultimi effetti provocati dalle correnti settentrionali che hanno riportato un clima normale negli ultimi giorni, con un caldo decisamente nella norma. Nel corso dei prossimi giorni, l’anticiclone sub-tropicale in arrivo dal Nord Africa tenderà nuovamente ad inglobare la nostra Penisola. Ne conseguirà un deciso aumento non solo della temperatura a tutte le quote ma anche dell’umidità relativa nei bassi strati. L’anticiclone africano tenderà ulteriormente a consolidarsi assicurando un ulteriore progressivo aumento delle temperature, ove saliranno sin verso i 37/38°C a partire da Venerdì, con possibili picchi fino a 40°C specie laddove soffieranno i venti secchi favonici tra pianure tosco-laziali, lungo il versante adriaticosul Foggianosul Molisesul Tavoliere e nelle pianure interne del meridione peninsulare. Da metà settimana il caldo entrerà infatti di nuovo nel vivo, stante l’afflusso più deciso di masse in risalita dall’entroterra nord-africano. In questa fase le temperature torneranno a toccare punte massime anche localmente superiori ai 37/38 gradi ed oltre al caldo aumenterà anche l’afa, sia nelle ore diurne che in quelle notturne. Le temperature aumenteranno anche al Nord dove la colonnina di mercurio raggiungerà localmente i 34/36°C, anche se un flusso atlantico alle alte quote sull’Italia settentrionale permetterà l’innesco di temporali di calore localmente anche molto forti non solo sui rilievi alpini e prealpini ma anche verso le zone pedemontane della Val Padana tra venerdì, sabato e domenica. Al Centro-Sud invece dominerà il sole proprio per la persistenza dell’anticiclone sub-tropicale che aggraverà ulteriormente la siccità ed il rischio incendi. Un cambio della circolazione avverrà soltanto tra il 24 ed il 26 Luglio quando una vistosa circolazione depressionaria andrà ad impadronirsi dei settori ovest Europei compresa l’Italia laddove prevediamo una accentuazione dell’attività temporalesca. Sorgono però ancora dei ”dubbi” da parte dei modelli proprio perché la traiettoria della depressione sul suolo europeo potrebbe seguire un percorso più orientale con i fenomeni che andrebbero a privilegiare le regioni di nord-est ed i versanti adriatici a causa dell’invadenza altopressoria in atlantico, deviando ad est il core della depressione, un’altra ipotesi, invece sarà un entrata più occidentale in grado di coinvolgere anche i settori tirrenici ed il nord-ovest, con un possibile isolamento della goccia fredda (cut off) proprio sui nostri mari. In sostanza riteniamo che la prima ipotesi sia quella propensa a verificarsi, data la distanza temporale seguiranno ulteriori aggiornamenti.

Fonte: meteoweb

mercoledì 19 luglio 2017

Previsioni Meteo, è un dramma: il super caldo continua, disastro incendi e siccità senza fine

Previsioni Meteo, sull'Italia insisterà ancora a lungo l'Anticiclone Sub-Tropicale: tanto caldo anche nei prossimi dieci giorni, emergenza incendi sempre più grave e siccità senza fine

Previsioni Meteo – Gli ultimi aggiornamenti che arrivano dai centri di calcolo meteorologico sono drammatici per l’Italia: nei prossimi giorni, per tutta questa settimana e anche per gran parte della prossima, non cadrà una goccia d’acqua nel nostro Paese, se non qualche debole e isolato rovescio in montagna sulle Alpi. Non solo: tornerà il super caldo, con temperature in sensibile aumento già dalle prossime ore, da Nord a Sud. E avremo di nuovo picchi di +40°C su gran parte del Paese tra il weekend e l’inizio della prossima settimana.
Il dramma più serio per il nostro territorio nazionale è quello della siccità: una situazione drammatica, che questo super caldo alimenta in modo sempre più grave. I campi sono secchi e l’agricoltura ne sta risentendo in modo particolarmente grave, in tutte le Regioni, con difficoltà persino per il regolare approvvigionamento idrico.
Gli incendi sono la conseguenza di questa situazione, oltre che della follia umana (sono sempre appiccati in modo doloso da criminali piromani). Ma il caldo, e soprattutto la siccità che rende la vegetazione brulla e asciutta, adatta a consentire l’alimentazione delle fiamme, rendono più agevole il “compito” distruttivo del fuoco. Una situazione drammatica per molte zone d’Italia, purtroppo anche con delle vittime. E nei prossimi giorni potrà soltanto peggiorare a causa di condizioni climatiche estreme e sfavorevoli.
No, quest’incubo chiamato Anticiclone Africano non è affatto “bel tempo”.
Fonte: meteoweb

martedì 18 luglio 2017

Previsioni Meteo, è un dramma: il super caldo continua, disastro incendi e siccità senza fine

Previsioni Meteo, sull'Italia insisterà ancora a lungo l'Anticiclone Sub-Tropicale: tanto caldo anche nei prossimi dieci giorni, emergenza incendi sempre più grave e siccità senza fine

Previsioni Meteo – Gli ultimi aggiornamenti che arrivano dai centri di calcolo meteorologico sono drammatici per l’Italia: nei prossimi giorni, per tutta questa settimana e anche per gran parte della prossima, non cadrà una goccia d’acqua nel nostro Paese, se non qualche debole e isolato rovescio in montagna sulle Alpi. Non solo: tornerà il super caldo, con temperature in sensibile aumento già dalle prossime ore, da Nord a Sud. E avremo di nuovo picchi di +40°C su gran parte del Paese tra il weekend e l’inizio della prossima settimana.
Il dramma più serio per il nostro territorio nazionale è quello della siccità: una situazione drammatica, che questo super caldo alimenta in modo sempre più grave. I campi sono secchi e l’agricoltura ne sta risentendo in modo particolarmente grave, in tutte le Regioni, con difficoltà persino per il regolare approvvigionamento idrico.
Gli incendi sono la conseguenza di questa situazione, oltre che della follia umana (sono sempre appiccati in modo doloso da criminali piromani). Ma il caldo, e soprattutto la siccità che rende la vegetazione brulla e asciutta, adatta a consentire l’alimentazione delle fiamme, rendono più agevole il “compito” distruttivo del fuoco. Una situazione drammatica per molte zone d’Italia, purtroppo anche con delle vittime. E nei prossimi giorni potrà soltanto peggiorare a causa di condizioni climatiche estreme e sfavorevoli.
Fonte: meteoweb

venerdì 14 luglio 2017

Il caldo non molla, dramma incendi al Sud: 2 morti in Calabria, centinaia di evacuati in Basilicata e Sardegna, Vesuvio off-limits

Incendi, il Sud è in ginocchio: 2 morti in Calabria, centinaia di evacuati in varie Regioni. Sistema al collasso, arrivano aiuti (e Canadair) dall'Europa

Il caldo è duro a morire: le temperature africane non mollano la presa sull’Italia, anche oggi abbiamo avuto picchi di +41°C in Sicilia, +39°C in Sardegna, +38°C in Calabria e Basilicata, +37°C nel Lazio, in Toscana, Puglia, Umbria e Basilicata, +36°C persino in Lombardia e Trentino Alto Adige. Ma al Nord già dalla notte arriveranno forti temporali e le temperature saranno in sensibile calo, invece al Sud l’inferno africano durerà ancora un paio di giorni, seppur con un lieve abbassamento dei valori termici. Ma si potrà parlare di tregua soltanto tra Domenica e Lunedì.
Proprio questo caldo continua a bruciare (letteralmente) molte zone del Sud. La situazione è drammatica, oggi due persone sono morte in Calabria divorate dalle fiamme. E l’arrivo del forte vento nelle prossime ore potrebbe ulteriormente peggiorare le cose. E’ emergenza per centinaia di persone evacuate in Basilicata, Sardegna e Calabria. Il dossier incendi di Legambiente è catastrofico: nell’ultimo mese le fiamme hanno divorato un’area della Penisola grande quasi come quella bruciata in tutto il 2016: 26mila ettari di boschi andati in fumo, di cui la meta’ nella sola Sicilia. Dati alla mano, da meta’ giugno al 12 luglio i roghi hanno inghiottito 26.024 ettari di boschi, pari al 93,8% della superficie totale bruciata l’anno scorso. La Sicilia ha visto finora andare a fuoco 13.052 ettari, la Calabria 5.826 e la Campania 2.461. A seguire Lazio (1.635), Puglia (1.541), Sardegna (496), Abruzzo (328), Marche (264), Toscana (200), Umbria (134) e Basilicata (84). Gli Incendi non hanno risparmiato le aree protette, sempre più nel mirino degli ecocriminali a partire dal Vesuvio. Majella, Gargano, Alta Murgia, Pollino, Sila e Aspromonte dovranno tutti fare i conti con i danni anche al patrimonio di biodiversità. E per la prossima stagione autunnale aumenta pericolosamente il rischio di frane e smottamenti nelle vastissime aree colpite dagli incendi.

Due morti in Calabria, divorati dagli incendi

Due vittime in due giorni in Calabria, tra le regioni più colpite dall’emergenza incendi: due pensionati, uno nel cosentino e l’altro nel vibonese, sono morti avvolti dalle fiamme mentre tentavano di salvare i loro terreni. Oggi un uomo di 69 anni, nella frazione San Benedetto, Comune di San Pietro in Guarano nel cosentino è morto carbonizzato mentre cercava di arginare le fiamme di un vasto incendio, che si era sviluppato sul costone montuoso, che minacciavano anche il suo terreno. Nella zona si è sviluppato questa mattina un incendio su vasta scala, che ha coinvolto gran parte della montagna al di sopra della frazione di San Benedetto, il 69enne ha visto le fiamme avvicinarsi al suo terreno, minacciando un magazzino di attrezzi e anche l’abitazione poco distante. E – hanno spiegato i carabinieri che sono intervenuti – nonostante le urla disperate dei familiari che cercavano di farlo desistere si è avventurato verso il fronte delle fiamme, cercando di arginarle, ma il fuoco lo ha avvolto e non gli ha lasciato scampo. L’incendio nella zona si è poi esteso anche su altri fronti e la frazione di San Benedetto è stata evacuata in via precauzionale e gli abitanti raccolti in un punto di primo soccorso allestito in un campo di calcio. Le fiamme stanno costeggiando tutto il fianco della montagna e sono ancora al lavoro i vigili del fuoco con autopompe e due elicotteri, le operazioni infatti sono rese difficili dalle condizioni climatiche, vento e siccità. Ieri, un altro pensionato di 68 anni è deceduto a Cessaniti, nel vibonese, mentre cercava di spegnere un incendio che minacciava il suo uliveto. I carabinieri, allertati dai familiari, hanno trovato il suo copro parzialmente carbonizzato.

La Calabria è la Regione più colpita, anche evacuazioni in atto

Nella zona di San Pietro in Guarano dove s’è consumata la tragedia, il capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi, ha fatto attivare le associazioni di volontariato di protezione civile che si occupano di anti incendio. Nella stessa zona, una cinquantina di persone sono state fatte allontanare dalle proprie abitazioni a scopo precauzionale. In mattinata tre canadair sono stati impegnati, rispettivamente a San Fili, San Marco Argentano e Papasidero, tutti e tre nel cosentino. Altrettanti elicotteri sono stati impiegati a Sant’Alessio d’Aspromonte, nel reggino, Belmonte e Fagnano Castello, nel cosentino. Per Fagnano e’ stato richiesto un rinforzo delle squadra a terra e un intervento aereo dal momento che le fiamme hanno ripreso vigore. Tre roghi sono in fase di bonifica. Nel reggino, oggi, e’ entrato in azione anche l’Esercito. Una squadra di 32 uomini del 5/o Reggimento Fanteria Brigata meccanizzata “Aosta”, di stanza sullo Zomaro, e’ impegnato in queste ore in contrada “Omomorto” nel territorio del comune di Cittanova per coadiuvare le quadre dei Vigili del fuoco e di Calabria Verde che stanno operando per lo spegnimento delle fiamme che si estendono su un vasto fronte. Dal cielo opera anche un elicottero antincendi. Molti altri roghi vengono segnalati in diversi zone della provincia, sia sul versante tirrenico che su quello ionico. Dal primo pomeriggio un Canadair sta operando in localita’ Acquaro di Cosoleto a sostegno degli uomini a terra per isolare un fronte che sta distruggendo un’area di macchia mediterranea. Risulta completato lo spegnimento di un altro incendio che ha interessato un’area boschiva tra Sant’Alessio d’Aspromonte e Gambarie, e quello che tra la serata di ieri e stamani ha interessato i costoni collinari di contrada Limbone, e contrada Lupardini a Reggio Calabria, dove le fiamme hanno lambito il tratto autostradale presso lo svincolo Reggio-Porto. Altri interventi sono scattati, poco dopo le ore 14 sul versante ionico della provincia, nel territorio di Portigliola. L’esercito, unitamente al Nucleo di ricognizione e all’Ente Parco, con il supporto dei Carabinieri Forestali, sta effettuando un sopralluogo al fine di verificare le zone dove sussistono le maggiori criticita’. Tutta l’attivita’ e’ coordinata dall’unita’ di crisi attivata dal prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari.  Per cercare di coordinare gli interventi di soccorso e salvaguardia dei cittadini anche la Regione Calabria ha istituito una unita’ di crisi anticendio, con la partecipazione dei Dipartimenti regionali interessati, Calabria Verde, la protezione civile regionale ed il Comando dei vigili del fuoco. La sala operativa regionale di Calabria Verde, che ha rafforzato la propria attivita’ di allerta e di vigilanza, e’ attiva per tutti i giorni della settimana – 24 ore su 24 – con il numero verde 800 49 64 96 ed il personale della protezione civile e’ mobilitato per eventuali interventi di soccorso alle persone.

Emergenza incendi in Italia, attivato il meccanismo di protezione civile UE: arrivano 2 canadair dalla Francia

Questa mattina il Commissario europeo Christos Stylianides ha attivato il meccanismo di protezione civile europeo e ottenuto l’invio da parte della Francia di due canadair e di un terzo mezzo di supporto aereo antincendio. I velivoli, atterrati a Ciampino attorno alle 13, sono operativi nell’area del Vesuvio e voleranno in formazione con la flotta italiana. “Voglio assicurare ai nostri amici italiani che l’Europa è pronta a dare ulteriore assistenza se e quando richiesto”, ha spiegato il commissario Stylianides.

Incendio Vesuvio, arriva l’esercito: chiusi gli accessi, vulcano off-limits

Resta preoccupante la situazione sul Vesuvio, dove i vigili del fuoco e la protezione civile sono impegnati a circoscrivere i tre fronti dell’incendio che vengono alimentati dalla vegetazione secca e dal vento. Gli accessi al parco sono stati serrati dai militari delle missioni ‘Strade sicure’ e ‘Terra dei fuochi’, ridislocati nella zona dopo una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutasi in Prefettura a Napoli. L’esercito si sta occupando di pattugliare le aree, fermare i piromani e segnalare i nuovi focolai ed è pronto a evacuare la popolazione in caso di emergenza. La situazione è in miglioramento rispetto a mercoledì, ma desta timore la prossimità al fronte del fuoco del comune di Ottaviano, a nordest del vulcano. In serata l’innalzamento del vento dal Tirreno potrebbe complicare le operazioni di spegnimento.

Incendio Vesuvio, l’ufficiale dell’esercito fa il punto della situazione

La scorsa notte abbiamo bloccato tutte le vie di accesso al Parco Nazionale e stiamo pattugliando assiduamente il territorio per segnalare nuovi roghi e individuare e bloccare eventuali piromani“. Cosi’ il maggiore Carlo Bianchi, comandante del II gruppo tattico Terra dei Fuochi dell’Esercito Italiano (operazione strade sicure raggruppamento Campania) racconta all’Ansa l’ennesima giornata di lavoro contro il fuoco che sta devastando il parco nazionale. Dallo scorso primo luglio, dopo le disposizioni della Prefettura, l’ufficiale e’ al lavoro con 48 uomini e quattro mezzi tattici MV90 sulle pendici del Vesuvio, dove la situazione oggi e’ in miglioramento anche se si registrano nuovi focolai. Fiamme anche nella zona di Agerola, sui monti Lattari, e nella riserva degli Astroni, alla periferia occidentale di Napoli. Ieri in prefettura c’e’ stata una riunione presieduta dal ministro dell’Ambiente Galletti per fare il punto e rimodulare gli interventi: non si esclude che nei prossimi giorni il numero dei militari e dei mezzi impiegati sul Vesuvio possa aumentare. “Abbiamo continui contatti con cittadini e rappresentanti delle istituzioni locali“, prosegue il maggiore Bianchi. “Con i sindaci e le protezioni civili comunali – aggiunge – stiamo lavorando in sinergia, un aspetto che ritengo estremamente positivo“. “Sono molti i cittadini – conclude Bianchi – che ci fermano per chiederci informazioni e rassicurazioni, la situazione sembra in lieve miglioramento ma non bisogna abbassare la guardia, l’attenzione deve essere alta“. Oggi in azione contro i roghi tre Canadair, di cui due francesi. Gli ettari di vegetazione distrutti sono un centinaio.

Incendio Vesuvio, gli interventi delle autorità

Oggi il vescovo di Nola, Francesco Marino, si e’ recato nelle zone interessate dagli Incendi. Il governatore Vincenzo De Luca ha fatto il punto con la protezione civile regionale e con il capo della protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio. “Sin da sabato e’ stato realizzato uno sforzo straordinario“, sottolinea De Luca ribadendo che i roghi sono frutto di “comportamenti delinquenziali“. I sindaci invocano misure straordinarie, per la tutela del territorio e soprattutto per la sua rinascita: i roghi rischiano di mettere in ginocchio tutta l’economia turistica del territorio. La Regione sta valutando la richiesta dello stato di calamita’ naturale, e De Luca rassicura i Comuni: “Gia’ dai prossimi giorni ragioneremo su come ripristinare l’ambiente e i territori devastati“.

Enorme incendio in Sardegna, evacuazioni

Pomeriggio di fuoco in tutta la Gallura orientale da Ala’ dei Sardi a San Teodoro. In campo dalle prime ore del pomeriggio tutte le forze dei vigili del fuoco di Sassari, Olbia e Nuoro per contrastare due vasti Incendi. Il primo ha interessato le impervie colline di Ala’ dei Sardi dove le fiamme sono ripartite dall’incendio spento ieri. La macchina antincendio ha lavorato per ore coadiuvata dai mezzi aerei: due Canadair e un elicottero della Forestale. Evacuate anche una decina di case. L’altro vasto incendio dal pomeriggio a Berruiles, frazione di San Teodoro. Qui la situazione e’ ancora molto critica, le fiamme sospinte dal forte vento di maestrale si stanno dirigendo verso la zona turistica di San Teodoro e Porto Ottiolu. Il fronte del fuoco e’ molto esteso, alcune case sono state evacuate e si registrano forti rallentamenti sulla strada 131. Decine le chiamate dei turisti ai pompieri di Nuoro che stanno operando sul posto assieme alle altre squadre della forestale e della protezione civile. Sulla zona sono arrivati anche due Canadair, gia’ impegnati su altri roghi in tutto il territorio dell’Isola.

Grosso incendio a Metaponto: 600 turisti evacuati

Due aerei Canadair, un elicottero e diverse decine di Vigili del Fuoco sono al lavoro per completare le operazioni di spegnimento del vasto incendio divampato nel pomeriggio a Metaponto di Bernalda (Matera) e che ha reso necessaria l’evacuazione di tre campeggi dove sono ospitate alcune centinaia di persone. Le fiamme, alimentate dal forte vento, hanno provocato danni ingenti, soprattutto al campeggio “Mondial” dove sono andate in fiamme anche alcune casette di legno. Secondo quanto si e’ appreso, nessuno dei turisti presenti in zona e’ rimasto ferito e, per portare a termine la bonifica, le operazioni dovrebbero andare avanti ancora per alcune ore. Intanto, “su richiesta del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd)”, si sono recati sul luogo dell’incendio l’assessore lucano alle infrastrutture, Nicola Benedetto, e il direttore della Protezione civile, Donato Viggiano “per seguire da vicino – e’ specificato in un comunicato – e coordinare le azioni di spegnimento dell’incendio che ha colpito la pineta”.

Continua a bruciare anche la Sicilia

In Sicilia anche oggi sono stati attivi 11 Incendi, che hanno interessato le province di Catania, Messina, Palermo, Enna, Siracusa e Trapani. La sala operativa nazionale ha ricevuto dieci richieste di intervento sull’isola. La situazione è migliorata nel comune di San Vito lo Capo dopo che i turisti sono dovuti fuggire in barca per evitare il fumo che aveva invaso il centro abitato. Le fiamme sono circoscritte ma non spente, e si attende ad autorizzare il rientro dei villeggianti.

Incendi, record di interventi da 10 anni

Dal 1 gennaio sono state 769 le richieste di concorso aereo della flotta di Stato giunte dalle regioni al Dipartimento della Protezione civile: si tratta del picco massimo raggiunto nello stesso periodo negli ultimi dieci anni. Nel 2007 erano state 722 le domande, mentre 458 furono quelle del 2012. In giornata i mezzi aerei sono stati inviati anche in Basilicata, nel Lazio in Abruzzo, Umbria, Sardegna e Puglia.

I geologi: “incendi per la siccità, fenomeni legati al clima”

“Dopo l’allarme siccita’ dovuta alla scarsezza delle precipitazioni, il Paese e’ alle prese con l’emergenza incendi, una delle cause dell’instabilita’ del territorio”. Questo e’ l’allarme lanciato da Paolo Spagna del Consiglio Nazionale dei Geologi in seguito ai roghi che, in questi giorni, stanno interessando il Paese dal Nord a Sud della Penisola. Gli incendiboschivi che hanno colpito varie regioni d’Italia hanno gia’ determinato un record negativo: da meta’ giugno ad oggi, sono andati in fumo ben 26.024 ettari di superfici boschive, pari al 93,8% del totale della superficie bruciata in tutto il 2016. I roghi, per la maggior parte di origine dolosa, creano danni rilevanti non soltanto al patrimonio ambientale, ma – come afferma Spagna – “incidono fortemente sul complesso sistema naturale in equilibrio che la macchia mediterranea e’ in grado di creare a svantaggio dei fenomeni di instabilita’ quali frane ed erosioni in genere del suolo: tutti fattori che sono alla base del dissesto idrogeologico. Da un lato, infatti, viene messa a repentaglio la salvaguardia dei boschi, con la loro indiscutibile funzione di protezione dai rischi naturali; dall’altra le note conseguenze di tale emergenza, ora solo ipotizzabili, possono diventare, purtroppo, in occasione delle prime piogge autunnali, una triste realta’” spiega. Le emergenze piu’ gravi si riscontrano in questi giorni in Campania dove le fiamme non si arrestano. Tre gli incendi che interessano il versante del Vesuvio: a Ottaviano, Torre del Greco ed Ercolano. La situazione piu’ grave si riscontra nel Parco nazionale del Vesuvio dove si e’ arrivati ad un fronte del fuoco di 2 chilometri con gravi pericoli anche per la popolazione. Ma anche altre aree importanti del Sud stanno ancora bruciando, come il Parco nazionale del Cilento e il Parco dei Monti Lattari. In Sicilia, le aree piu’ colpite dagli incendi sono la parte nord della dorsale dei Monti Peloritani, praticamente distrutta, e le province di Catania, Enna, Trapani e Palermo. Nel Lazio rimane critica la situazione nella provincia di Roma. “Il Governo – continua Spagna – dovrebbe definitivamente intervenire per arrestare i colpevoli e consegnarli alla giustizia, tuttavia, senza un intervento dello Stato, la salvaguardia di questi territori tristemente interessati dai roghi e’ fortemente compromessa. Per questo motivo – sottolinea il geologo – la prima cosa da fare, dopo lo spegnimento dei roghi e al fine di prevenire altre calamita’, e’ verificare la stabilita’ dei pendii e delle zone colpite, perimetrando le aree a rischio su cui intervenire con fondi mirati da parte del Governo”.

Fonte: meteoweb

martedì 11 luglio 2017

Incendio Messina, situazione drammatica: fiamme tra le case, brucia l’Università. Attivata l’Unità di Crisi

Incendio Messina, la città dello Stretto è accerchiata dalle fiamme: evacuazioni in corso, situazione drammatica. Ecco le immagini in diretta, foto e video che fanno paura

Incendio Messina – Situazione drammatica a Messina dove la situazione dell’incendio che divampa nella zona Nord della città, sui Colli Peloritani dell’Annunziata, è degenerato in modo catastrofico nelle ultime ore. Le fiamme hanno raggiunto il Polo Universitario (Facoltà di Veterinaria) e stanno bruciando proprio le strutture della Facoltà. In contrada Catanese è stata ordinata l’evacuazione degli abitanti. La Prefettura ha attivato l’Unità di Crisi. Vigili del fuoco, Forestale e Protezione civile sono all’opera dalla mattinata con l’aiuto di tre canadair che stanno cercando di circoscrivere gli incendi. Nel primo pomeriggio è stata sgomberata la cittadella universitaria dell’Annunziata: le fiamme stanno per arrivare nell’area del maneggio dell’Ateneo e della facoltà di Veterinaria. Evacuati sia gli studenti che gli animali. Chiusa la galleria di collegamento tra Giostra e Annunziata. Altri incendi gravi a Mili San Pietro, nella zona sud, e ad Alì.

Incendio Messina: siccità e caldo record

Le condizioni climatiche sono alla base dell’incendio, chiaramente di natura dolosa. Ma la siccità record di questa stagione alimenta le fiamme, che trovano terreno fertile vista l’aridità della vegetazione e il caldo. Oggi la temperatura oscilla tra i +34°C del centro cittadino e i +37°C dell’hinterland, ma nei prossimi giorni le temperature aumenteranno ulteriormente fino a +40°C nella giornata di Mercoledì 12 Luglio, che sarà la più calda. E non cadrà neanche una goccia d’acqua almeno per i prossimi quindici giorni, quindi l’emergenza siccità si aggraverà ulteriormente.

Incendio Messina: incidenti in autostrada per il fumo, tratto chiuso e lunghe code

A causa di quest’ultimo chiusa l’autostrada Messina-Catania in entrambe le direzioni di marcia tra i caselli di Messina Tremestieri e Roccalumera con problemi di traffico anche sulla strada statale. All’altezza della galleria Caccamo, sull’A18, un incidente è avvenuto con le auto incolonnate a causa del fumo dell’incendio. Il bilancio è di due feriti, di cui una donna incinta. File di auto incolonnate per diversi chilometri lungo la statale in seguito alla chiusura del tratto dell’autostrada. Gli incendi hanno anche distrutto parecchi pali della luce togliendo la corrente elettrica alle pompe che servono i serbatoi dell’Azienda Acqua: in molti centri collinari non arriva l’acqua. In città aria irrespirabile e pioggia di cenere che arriva dalle colline. Ma la nube di cenere avvolge tutto lo Stretto, come se il cielo fosse coperto, e arriva fino a Reggio Calabria. Sono roghi di proporzioni davvero catastrofiche, senza precedenti per l’area messinese.

Incendio Messina: oggi è il terzo giorno di fuoco

Dopo i primi vasti roghi nella giornata di Sabato, ieri pomeriggio diversi ed estesi fronti di fuoco, alimentati da sterpaglie e macchia mediterranea e dal forte vento, hanno interessato le frazioni cittadine di Reginella, Curcuraci, Faro Superiore, San Giovannello, San Jachiddu, San Filippo, Minissale, Baglio, Piano Stella, e, sulla riviera tirrenica, anche a Gualtieri Sicaminò, Brolo e Rodi Milici. Le operazioni di spegnimento si sono protratte per tutta la notte, con impiego di tutte le squadre dei vigili del fuoco di Messina disponibili, con il supporto di una squadra del Comando di Ragusa e di volontari del servizio di Protezione civile comunale e del corpo forestale regionale. E’ stato necessario, a scopo precauzionale, disporre lo sgombero temporaneo di diverse abitazioni. Comunque, non si sono avute conseguenze per le persone. Un vigile del fuoco si e’ infortunato, durante le operazioni, ed e’ dovuto ricorrere alle cure del servizio sanitario, senza gravi conseguenze. I roghi hanno danneggiato diverse centraline dell’Enel che alimentano gli impianti di sollevamento di Amam che consentono ai serbatoi di riempirsi, per poter distribuire l’acqua in rete almeno per un paio d’ore.

Incendio Messina, il Sindaco Accorinti: “c’è la mano dell’uomo, danni irreparabili”

L’autocombustione non esiste. Abbiamo la certezza che dietro questi atti ci sia la mano dell’uomo, che causa danni irreparabili con rischi incalcolabili. Mi auguro che si prenda coscienza della gravità di tali comportamenti e si proceda con azioni virtuose in modo da combatterli salvaguardando la natura“. A dirlo è il sindaco di Messina, Renato Accorinti, dopo gli incendi che da sabato stanno devastando ampie zone della città. Stamani i mezzi aerei sono di nuovo in azione a causa di un rogo che minaccia abitazioni e Università. Ettari di macchia mediterranea e vegetazione sono andati in fumo nelle zone collinari che circondano la città che anche stamani si è svegliata avvolta in una coltre di fumo. Da Accorinti arrivano, comunque, rassicurazioni. “Posso intanto assicurare la cittadinanza sulla tempestività degli interventi e sull’attività di prevenzione che, con forte impegno dell’Amministrazione, ha fatto grandi passi avanti – dice -. Sono già stati finanziati progetti per diversi milioni di euro per i torrenti, per l’erosione delle coste e per altri temi relativi alla prevenzione. Per quanto possibile, poiché non si tratta di eventi prevedibili, il cittadino deve sentirsi protetto e l’Amministrazione lavora in questa direzione“. Per il sindaco gli interventi della Protezione civile, d’intesa con l’Azienda forestale, i vigili del fuoco e il volontariato, sono stati “immediati“. “Esiste un’organizzazione collaudata che lavora con serietà e professionalità per il bene della collettività evitando sicuramente conseguenze peggiori” conclude il primo cittadino.
Fonte: meteoweb

mercoledì 5 luglio 2017

Previsioni meteo, l’africano tornerà ad ”incendiare” l’Italia in modo intenso, ma nel prosieguo attenzione al transito di una possibile goccia fredda

Previsioni meteo, l'anticiclone africano tornerà protagonista sull'Italia, ma attenzione al transito di una possibile goccia fredda portatrice di forti fenomeni

La rinfrescata dei giorni scorsi che ha interessato la nostra Penisola da Nord a Sud, decretando la fine di un’intensa ondata di calore che da giorni attanagliava l’Italia centro-meridionale è stata del tutto illusoria. Le temperature già in queste ore stanno risalendo nei valori massimi sebbene non ai livelli delle settimane precedenti grazie al contribuito dell’Anticiclone delle Azzorre. Dando uno sguardo agli aggiornamenti modellistici, in settimana specie da Giovedì l’affondo di una figura ciclonica in sede iberica andrà a richiamare aria più calda di stampo africano, causando la rimonta di una nuova ondata di caldo sull’Italia. I valori termici inizieranno ad aumentare sino a condizioni intense e fastidiose di caldo (35-37°C) portandosi sopra alla media di parecchi gradi, inoltre ritornerà di consueto l’afa soprattutto nelle zone interne del Centro-Sud ed in Val Padana. Successivamente la goccia fredda potrebbe essere assorbita dall’Anticiclone delle Azzorre spingendo un cavo d’onda instabile verso il Mediterraneo, che attualmente continua ad essere troppo debole. L’abbassamento del getto polare nel Mediterraneo tra il 9-14 Luglio potrebbe determinare un peggioramento del tempo sulle regioni Settentrionali (con annesso non escluso la formazione di un minimo barico) ma nello stesso istante un prefrontale africano molto forte dalla Spagna (precisamente dall’Isola di Alboran) con l’isoterma di +24/+25°C e 600 dam, alla quota geopotenziale di 500 hPa potrebbe ”incendiare” nuovamente il Sud Italia, specialmente l’estremo Sud. Dopo il 15 Luglio l’ondulazione del getto congiunto ad una depressione islandese potrebbe irrompere alle basse latitudini compresa l’Italia facendo giungere il flusso atlantico più deciso anche sulle regioni Centro-Meridionali, andando così a smantellare la cupola africana portandola nella sua sede principale. Insomma nonostante l’ITCZ (Intertropical Convergence Zone) continua ad essere elevato, con il fronte di convergenza intertropicale posizionato ben più a nord rispetto al trend tipico per il mese di Luglio ricordiamo che che con l’ITCZ sopra la media crescono le probabilità di ondate di calore sull’Europa meridionale ed il Mediterraneo legate alla maggiore invadenza dell’alta pressione subtropicale africana, viceversa quando l’ITCZ si presenta basso si verifica una maggiore circolazione delle correnti atlantiche che determinano maggiore instabilità e temperature più fresche) la possibilità di assistere a fasi calde causate da possibili prefrontali ma con maggiore dinamicità potrebbe prendere piede, soprattutto tra fine prima decade, ed inizio seconda decade di Luglio. Tuttavia nonostante l’incertezza di un primo possibile guasto nel weekend al Nord, seguiranno ulteriori aggiornamenti, pertanto vi invitiamo a restare sintonizzati sul nostro sito web.
Fonte: meteoweb

venerdì 12 maggio 2017

Caldo senza precedenti al Sud, Palermo vola a +35°C: Sicilia assediata dagli incendi, sarà un terribile Venerdì rovente [DATI e MAPPE]

Caldo record, temperature senza precedenti al Sud: +35°C a Palermo, picchi di +32°C persino in Campania. Nelle prossime ore si attenuerà lo scirocco, sarà un Venerdì da record con punte di +40°C in Calabria

Caldo – Giornata rovente oggi al Sud Italia, e soprattutto nella Sicilia tirrenica dove lo scirocco, soffiando particolarmente forte con raffiche fino a 80km/h, ha fatto impennare le temperature verso l’alto a causa dell’effetto favonio (vento di caduta dai rilievi). Le temperature massime hanno toccato punte mai raggiunte prima nella storia durante la prima metà del mese di Maggio: segnaliamo Palermo +35,3°C, Cinisi +34,1°C, Altofonte +34,0°C, Cefalù +33,0°C, Carini +32,5°C, Piraino +32,4°C, Falcone +32,3°C, Misilmeri +32,3°C, Bagheria +32,1°C, Barcellona Pozzo di Gotto +31,1°C, Capo d’Orlando +30,7°C, Castelbuono +30,6°C, Sambuca di Sicilia +30,2°C.
Adesso, alle 19:00, fa ancora molto caldo con +33,6°C a Palermo, +32,5°C ad Altofonte, +32,4°C a Cinisi, +32,2°C a Carini. Si prospetta una notte davvero rovente nella Sicilia tirrenica, perchè le temperature continueranno ad aumentare in vista del picco più caldo previsto per la giornata di domani, Venerdì 12 Maggio. Lo scirocco, infatti, si attenuerà e si diraderanno anche le nubi: senza vento e con il forte soleggiamento, si potranno raggiungere picchi di +40°C in molte località del Mezzogiorno.
E parlare di “giornate di fuoco” non è soltanto una metafora. Perché vasti incendi stanno letteralmente assediando messinese tirrenico e palermitano, in particolare il territorio di Cefalù, l’anno scorso epicentro delle fiamme appiccate dai piromani e che divorarono ampie porzioni di territorio. In azione, spiega la centrale operativa dei Vigili del fuoco, sei squadre; mentre i canadair, riferiscono le stesse fonti, sono intervenute, ma poco dopo sono andate via a causa dell’insidioso vento di scirocco che soffia da ieri sera. Interessate, soprattutto, le contrade Campanella, Guarneri e Ponte Carbone. Di “situazione drammatica” parla il sindaco Rosario Lapunzina che ha fatto sgomberare diverse abitazioni; mentre l’ex primo cittadino Giuseppe Guergio invoca contro i piromani l’uso dei droni: “Serve una nuova vigilanza del territorio da affidare alla tecnologia ed in particolare a dei droni speciali“, ha detto.
Sempre in Sicilia, caldissimo anche a Pantelleria che nel pomeriggio ha superato i +35°C, dato eccezionale per l’isola del Canale circondata dal mare. Il precedente record di caldo del mese di Maggio era di +36,6°C, registrato negli ultimi giorni del mese nel 1988, oggi sfiorato (ma parliamo di record mensile, quello della prima metà di maggio è stato invece stravolto).
Caldissimo anche nelle Regioni centrali tirreniche (Lazio e Campania): i venti di scirocco, infatti, hanno fatto lievitare le temperature verso l’alto proprio sul versante occidentale dell’Appennino. Qui abbiamo raggiunto +32,1°C a Boscoreale, +31,6°C a Faicchio, +30,7°C ad Altavilla Silentina, +30,6°C a Campagna, +30,5°C a Caserta, +30,4°C a Santa Maria a Vico e Acerra, +30,3°C a Maddaloni, +30,2°C a Benevento e Sarno, +29,9°C a Battipaglia e Marcianise, +29,6°C ad Eboli, +29,3°C a Pompei, +29,2°C a Nocera Inferiore, +29,1°C a Guidonia, +29,0°C a Montelibretti, +28,9°C a Castellammare di Stabia, +28,1°C a Positano.
Molto più fresco, invece, nelle zone joniche, esposte proprio a sud/est dove il vento proveniente dal mare ha mantenuto tutto il giorno l’aria fresca e umida, complice la compatta nuvolosità che ha oscurato il sole. Taranto e Messina non hanno superato i +20°C, Catania si è fermata addirittura a +19°C.
L’ondata di caldo africano sta anche trasportando ingenti quantità di pulviscolo Sahariano sull’Italia meridionale: sabbia e polvere desertica rendono il cielo sporco, giallastro, oscurando

Fonte: meteoweb

mercoledì 29 luglio 2015

L'ESTATE...e la piaga degli INCENDI BOSCHIVI

Incendio radente e incendio di chioma: queste sono le due principali tipologie dell’incendio di bosco. Precisiamo che l’incendio boschivo è sempre un evento dannoso sia per i vegetali che per tutto l’ecosistema presente nel bosco stesso. Di conseguenza l’affermazione "il fuoco pulisce e facilità la ricrescita dei vegetali in seguito” è del tutto priva di fondamento.
I nostri boschi si dividono i due grosse categorie: i boschi di conifere e quelli di latifoglie. Le conifere, in genere, si trovano in alta quota o in riva al mare, mentre i boschi di latifoglie occupano solitamente il piano di media montagna.
Se un incendio si sviluppa in un bosco di conifere, risulta spesso molto pericoloso. Gli aghi dei pini o degli abeti uniti ad una abbondante presenza di resina, rendono il bosco maggiormente infiammabile. Di conseguenza il fuoco non si limita a frequentare il sottobosco, ma può avvolgere anche intere piante, dando origine all’incendio di chioma. Questo tipo di incendio, come già accennato, risulta molto pericoloso e piuttosto difficile da domare. Se nelle immediate vicinanze sono presenti abitazioni, le fiamme possono propagarsi piuttosto agevolmente ai fabbricati, con tutte le conseguenze del caso.
La presenza del fuoco in un bosco di conifere è inoltre molto subdola. L’abbondante strato di aghi e resina presente nel sottobosco può consentire all’incendio di propagarsi addirittura sottoterra. In altre parole, un incendio apparentemente domato può provocare altri focolai a distanza, proprio a causa di questo fenomeno. E’ necessario quindi un monitoraggio continuo di tutta la zona interessata, per evitare il divampare di focolai “satelliti”.
 L’incendio radente è più frequente nei boschi di latifoglie, dove le piante ad alto fusto difficilmente bruciano. In questo caso le fiamme si limitano al sottobosco, raggiungendo altezze in genere non elevate.
L'incendio di chioma può svilupparsi anche in un bosco di latifoglie? Certamente, a patto che il bosco stesso sia frutto di rimboschimenti sbagliati. Se si introducono alberi non adatti a vivere in una certa zona, il bosco reagisce formando arbusti e spine, in modo da scacciare gli intrusi e consentire al terreno la produzione di piante adatte a quel luogo. Di conseguenza il sottobosco si presenterà molto sporco, popolato da arbusti di ogni genere e potenzialmente a rischio in caso di eventi combustivi.
Fonte: meteolive

lunedì 19 maggio 2014

Forte ondata di calore nel sud della California: temperature prossime ai +40°C grazie al “Santana”, il caldo vento del deserto

Nei giorni scorsi la California è stata investita da una intensa ondata di calore, esacerbata dal soffio dei caldi e secchi venti di“Santana”, che dall’entroterra desertico interno spirano verso la fascia costiera californiana, con sostenute raffiche “favoniche” di caduta che tendono ad incanalarsi all’interno dei principali canyon. I venti di “Santana” sono molto noti in tutto il sud della California, soprattutto durante l’autunno e la stagione invernale. Ma significativi episodi di “Santana” si possono manifestare anche in primavera e nel cuore della stagione estiva, dando luogo a insopportabili ondate di calore che fanno schizzare i termometri oltre il muro dei +40°C +42°C lungo la fascia costiera, mentre nelle zone del vicino retroterra californiano le temperature possono arrivare ad oltrepassare il fatidico muro dei+45°C +46°C.
La configurazione barica ideale per l'attivazione dei venti di "Santana" nel sud della California
La configurazione barica ideale per l’attivazione dei venti di “Santana” nel sud della California
Il “Santana”, lungo le coste della California meridionale, si attiva tutte le volte che un robusto promontorio anticiclonico si posiziona fra Oregon, Idaho, Nevada e Utah, stabilendo i propri massimi barici sulla parte più settentrionale del deserto del Mojave o sul Gran Bacino, lungo l’altopiano interno desertico del Nevada. Lungo il bordo più meridionale di questa struttura anticiclonica, sovente localizzata fra il deserto del Mojave o il Gran Bacino, s’innesca un flusso dai quadranti orientali che spinge masse d’aria solitamente d’estrazione continentale calde e molto secche, in direzione delle catene montuose della California meridionale, dove la ventilazione dai quadranti orientali o nord-orientale comincia ad acquistare una certa forza, “canalizzandosi” all’interno dei principali canyon che degradano verso la costa pacifica. Una volta incanalati all’interno di questi canyon, piuttosto stretti e dalla forma allungata orientata verso l’oceano Pacifico, i venti di “Santana”, dapprima inizialmente deboli o al più moderati, cominciano a rafforzarsi in maniera significativa, per via dell’incanalamento orografico, uscendo a grande velocità, sotto impetuose raffiche di caduta che si aprono a ventaglio in direzione della fascia costiera, dove il vento, a secondo della locale conformazione orografica, assume una componente tipica, da NE o E-NE. Se l’anticiclone sub-tropicale che si posiziona fra il deserto del Mojave e l’area desertica del Gran Bacino, nel Nevada,  presenta un significativo “gradiente barico orizzontale” lungo il suo bordo meridionale, il“Santana” può spirare sulla costa californiana meridionale con raffiche davvero violente, che possono agevolmente toccare picchi di oltre i 100-120 km/h all’uscita dei principali canyon.
SantaAnaWinds_QuikSCAT_2002febSui versanti sottovento delle catene montuose della California meridionale i venti di caduta possono raggiungere velocità davvero ragguardevoli, sfondando punte di oltre i 150-170 km/h. Tale violenza delle raffiche viene esacerbata dalla somma del “vento di gradiente”, già intenso, che si accompagna all’incanalamento orografico e alla componente spiccatamente discendente del vento, che dai rilievi dell’entroterra si muove in direzione della costa, acquistando notevole velocità durante la discesa, con raffiche vorticose e turbolenti. Difatti non è un caso se le tempeste di vento più violente che colpiscono la California meridionale, e in particolare l’area di Los Angeles, Hollywood, ed il tratto di costa fino a San Diego, sono quasi sempre associate ad intensi episodi di “Santana”. Nei casi più estremi, le tempeste di“Santana” più violente si sono sviluppate in condizioni di forti “gradienti barici orizzontale” disposti lungo il sud della California, fra un robusto promontorio anticiclonico che dall’Oregon si estende fino al nord della California, mentre una circolazione depressionaria si va ad isolare sull’Arizona, a ridosso dell’altopiano del Colorado.
incendi california 07Lungo il confine fra le opposte figure bariche, sopra enunciate, la compressione del“gradiente barico orizzontale” è tale da originare una intensa ventilazione dai quadranti orientali che si va a canalizzare all’interno dei canyon della California meridionale, per riuscire nell’area di Los Angeles con forti raffiche dal quadrante nord-orientale che raggiungono l’intensità di burrasca forte, o a tratti, anche tempesta.  Va però rimarcato che le masse d’aria che provengono dall’area del Gran Bacino e dal deserto del Mojave, soprattutto in inverno e in primavera, sono generalmente molto più fredde di quelle presenti sulla zona costiera della California meridionale. Ma soprattutto molto più dense e pesanti. L’intenso “gradiente di densità”, fra le masse d’aria più fredde presenti sul Gran Bacino del Nevada e quelle più calde preesistenti nei bassi strati, lungo la zona costiera, tendono ad accelerare ulteriormente il flusso di caduta, il quale tende a divenire davvero turbolento, originando raffiche di caduta molto forti, capaci di toccare picchi di oltre i 70-80 km/h.
incendi california 09In tali condizioni, che si verificano spesso in autunno, le località costiere della California presentano temperature molto più alte rispetto a quelle registrate nei deserti interni della California, Arizona e Nevada. Nei giorni scorsi, grazie al soffio di questa calda ventilazione “favonica”, che trasportava aria particolarmente calda e secca dai deserti dell’entroterra californiano, ulteriormente surriscaldata dalla “compressione adiabatica” delle masse d’aria che scivolavano in direzione della costa pacifica (“Subsidenze atmosferiche” esaltate dall’orografia), le temperature sono schizzate di colpo oltre il muro dei +40°C all’ombra anche sulle località costiere, mentre il tasso dell’umidità relativa è sceso su valori da pieno deserto (7% 9%). In molte località della California meridionale, fra cui nell’area metropolitana di Los Angeles, i termometri sono schizzati al di sopra dei +38°C +40°C. In questi giorni le elevate temperature, acuite dal soffio dei venti di “Santana”, hanno permesso l’abbattimento di diversi record di caldo mensili, per il mese di Maggio. Fra questi abbiamo quello di Los Angeles aeroporto che con una massima di oltre i  +35.6°C migliora il suo vecchio record mensile. Record mensili registrati anche a Santa Maria con +40.6°C, Camarillo +38.9°C e Oxnard con+38.9°C. Le alte temperature e il soffio, a raffiche, dei caldi e secchi venti di “Santana” hanno costituito l’ambiente ideale per lo scoppio di tremendi incendi che hanno arso le colline della California meridionale.
Fonte: meteoweb