Nei giorni scorsi la California è stata investita da una intensa ondata di calore, esacerbata dal soffio dei caldi e secchi venti di“Santana”, che dall’entroterra desertico interno spirano verso la fascia costiera californiana, con sostenute raffiche “favoniche” di caduta che tendono ad incanalarsi all’interno dei principali canyon. I venti di “Santana” sono molto noti in tutto il sud della California, soprattutto durante l’autunno e la stagione invernale. Ma significativi episodi di “Santana” si possono manifestare anche in primavera e nel cuore della stagione estiva, dando luogo a insopportabili ondate di calore che fanno schizzare i termometri oltre il muro dei +40°C +42°C lungo la fascia costiera, mentre nelle zone del vicino retroterra californiano le temperature possono arrivare ad oltrepassare il fatidico muro dei+45°C +46°C.
Il “Santana”, lungo le coste della California meridionale, si attiva tutte le volte che un robusto promontorio anticiclonico si posiziona fra Oregon, Idaho, Nevada e Utah, stabilendo i propri massimi barici sulla parte più settentrionale del deserto del Mojave o sul Gran Bacino, lungo l’altopiano interno desertico del Nevada. Lungo il bordo più meridionale di questa struttura anticiclonica, sovente localizzata fra il deserto del Mojave o il Gran Bacino, s’innesca un flusso dai quadranti orientali che spinge masse d’aria solitamente d’estrazione continentale calde e molto secche, in direzione delle catene montuose della California meridionale, dove la ventilazione dai quadranti orientali o nord-orientale comincia ad acquistare una certa forza, “canalizzandosi” all’interno dei principali canyon che degradano verso la costa pacifica. Una volta incanalati all’interno di questi canyon, piuttosto stretti e dalla forma allungata orientata verso l’oceano Pacifico, i venti di “Santana”, dapprima inizialmente deboli o al più moderati, cominciano a rafforzarsi in maniera significativa, per via dell’incanalamento orografico, uscendo a grande velocità, sotto impetuose raffiche di caduta che si aprono a ventaglio in direzione della fascia costiera, dove il vento, a secondo della locale conformazione orografica, assume una componente tipica, da NE o E-NE. Se l’anticiclone sub-tropicale che si posiziona fra il deserto del Mojave e l’area desertica del Gran Bacino, nel Nevada, presenta un significativo “gradiente barico orizzontale” lungo il suo bordo meridionale, il“Santana” può spirare sulla costa californiana meridionale con raffiche davvero violente, che possono agevolmente toccare picchi di oltre i 100-120 km/h all’uscita dei principali canyon.
Sui versanti sottovento delle catene montuose della California meridionale i venti di caduta possono raggiungere velocità davvero ragguardevoli, sfondando punte di oltre i 150-170 km/h. Tale violenza delle raffiche viene esacerbata dalla somma del “vento di gradiente”, già intenso, che si accompagna all’incanalamento orografico e alla componente spiccatamente discendente del vento, che dai rilievi dell’entroterra si muove in direzione della costa, acquistando notevole velocità durante la discesa, con raffiche vorticose e turbolenti. Difatti non è un caso se le tempeste di vento più violente che colpiscono la California meridionale, e in particolare l’area di Los Angeles, Hollywood, ed il tratto di costa fino a San Diego, sono quasi sempre associate ad intensi episodi di “Santana”. Nei casi più estremi, le tempeste di“Santana” più violente si sono sviluppate in condizioni di forti “gradienti barici orizzontale” disposti lungo il sud della California, fra un robusto promontorio anticiclonico che dall’Oregon si estende fino al nord della California, mentre una circolazione depressionaria si va ad isolare sull’Arizona, a ridosso dell’altopiano del Colorado.
Lungo il confine fra le opposte figure bariche, sopra enunciate, la compressione del“gradiente barico orizzontale” è tale da originare una intensa ventilazione dai quadranti orientali che si va a canalizzare all’interno dei canyon della California meridionale, per riuscire nell’area di Los Angeles con forti raffiche dal quadrante nord-orientale che raggiungono l’intensità di burrasca forte, o a tratti, anche tempesta. Va però rimarcato che le masse d’aria che provengono dall’area del Gran Bacino e dal deserto del Mojave, soprattutto in inverno e in primavera, sono generalmente molto più fredde di quelle presenti sulla zona costiera della California meridionale. Ma soprattutto molto più dense e pesanti. L’intenso “gradiente di densità”, fra le masse d’aria più fredde presenti sul Gran Bacino del Nevada e quelle più calde preesistenti nei bassi strati, lungo la zona costiera, tendono ad accelerare ulteriormente il flusso di caduta, il quale tende a divenire davvero turbolento, originando raffiche di caduta molto forti, capaci di toccare picchi di oltre i 70-80 km/h.
In tali condizioni, che si verificano spesso in autunno, le località costiere della California presentano temperature molto più alte rispetto a quelle registrate nei deserti interni della California, Arizona e Nevada. Nei giorni scorsi, grazie al soffio di questa calda ventilazione “favonica”, che trasportava aria particolarmente calda e secca dai deserti dell’entroterra californiano, ulteriormente surriscaldata dalla “compressione adiabatica” delle masse d’aria che scivolavano in direzione della costa pacifica (“Subsidenze atmosferiche” esaltate dall’orografia), le temperature sono schizzate di colpo oltre il muro dei +40°C all’ombra anche sulle località costiere, mentre il tasso dell’umidità relativa è sceso su valori da pieno deserto (7% 9%). In molte località della California meridionale, fra cui nell’area metropolitana di Los Angeles, i termometri sono schizzati al di sopra dei +38°C +40°C. In questi giorni le elevate temperature, acuite dal soffio dei venti di “Santana”, hanno permesso l’abbattimento di diversi record di caldo mensili, per il mese di Maggio. Fra questi abbiamo quello di Los Angeles aeroporto che con una massima di oltre i +35.6°C migliora il suo vecchio record mensile. Record mensili registrati anche a Santa Maria con +40.6°C, Camarillo +38.9°C e Oxnard con+38.9°C. Le alte temperature e il soffio, a raffiche, dei caldi e secchi venti di “Santana” hanno costituito l’ambiente ideale per lo scoppio di tremendi incendi che hanno arso le colline della California meridionale.
Fonte: meteoweb