Il mese di Maggio si è aperto proprio come si è chiuso Aprile, con una grande dinamicità atmosferica, conforme per il periodo di transizione fra la stagione fredda e quella calda, derivata dal continuo passaggio di sistemi frontali e annesse circolazioni depressionarie, di origine atlantica, inframmezzate da brevi fasi di tempo più stabile e soleggiato, indotte dal transito di promontori anticiclonici interciclonici, in rapida evoluzione verso levante. Il transito di queste circolazioni depressionarie, che giunte sul bacino centro-occidentale del Mediterraneo tendono a chiudersi e ad isolarsi dal flusso perturbato principale, che scorre a gran velocità sopra i 50°- 60° di latitudine nord, ha dato origine a fasi di maltempo, a tratti anche molto intense, che hanno interessato da vicino le regioni settentrionali e buona parte di quelle centrali, a suon di piogge, rovesci e manifestazioni temporalesche, anche di moderata e forte intensità, accompagnate persino da occasionali fenomeni vorticosi (come quelli che in settimana hanno investito il modenese) e grandinate.
Precipitazioni molto significative, spesso sotto forma di forti rovesci temporaleschi concentrati in 2-3 ore, negli ultimi giorni sono cadute fra il Veneto centro-meridionale, una parte dell’Emilia e il territorio marchigiano, fra pesarese, maceratese e anconetano, dove i terreni saturi d’acqua non hanno retto alle abbondanti precipitazioni cadute nelle ultime 48 ore, originando le inondazioni che nella giornata di ieri hanno travolto la cittadina di Sinigallia. In tale contesto con figurativo le regioni meridionali e le isole maggiori sono state interessate solo di striscio da queste ondate di maltempo, con fasi soleggiate più lunghe rispetto alle regioni settentrionali, che sono state guastate da brevi e significativi peggioramenti, contraddistinti da eventi di stampo temporalesco lungo le coste tirreniche e le aree montuose interne dell’Appennino, dove grazie al maggior apporto di calore dell’insolazione diurna che ha acuito il “grandiente termico verticale”, sono tornati di scena i primi temporali “termoconvettivi”. Questo quadro meteo/climatico cosi avverso e ostile, per fortuna, dovrebbe progressivamente cominciare a mutare nei prossimi giorni, aprendo le porte a condizioni di maggiore stabilità, decisamente più inclini con l’avvento, graduale della bella stagione.
La seconda decade di Maggio dovrebbe essere dominata dall’afflusso di fresche correnti nord-orientali, o settentrionali, che all’inizio della settimana innescheranno ancora condizioni d’instabilità pomeridiana (attività “termoconvettiva”), con lo sviluppo di temporali sulle aree montuose interne della dorsale appenninica, ed in forma minore pure sulle aree montane e pedemontane di Alpi e Prealpi, in rapido dissolvimento nelle ore serali. La graduale estensione di un’area anticiclonica sull’area centrale mediterranea limiterà l’instabilità pomeridiana alle estreme regioni meridionali, portando tempo prevalentemente stabile e soleggiato sul resto del territorio con temperature in generale aumento. Nella successiva settimana del mese corrente una diminuzione dei valori di geopotenziale sulle regioni settentrionali provocherà un parziale indebolimento del promontorio anticiclonico che si stabilirà sul Mediterraneo centrale, permettendo l’intrusione sulle regioni centro-meridionali italiane, di fresche correnti da N-NE e NE che apporteranno brevi fasi d’instabilità e un lieve calo delle temperature, con lo scoppio di diffusi temporali di calore (“termoconvettivi”) nelle ore più calde del giorno lungo i rilievi interni dell’Appennino meridionale e della Sicilia.
Sulle regioni settentrionali invece prevarranno condizioni prevalentemente stabili e soleggiate con temperature che si presenteranno tutto sommato in linea con le medie stagionali. La terza decade di Maggio invece comincerà ad essere dominato da condizioni di tempo stabile e soleggiato, un po’ su tutto il territorio nazionale, a causa del progressivo aumento della pressione barometrica e dei valori di geopotenziale in quota sul bacino centrale del mar Mediterraneo, per merito di una lenta risalita verso nord (latitudini più settentrionali) della “Cella di Hadley” presente sul Sahara occidentale. I promontori anticiclonici sub-tropicali, sia di matrice oceanica che nord-africana, distenderanno i loro assi principali in direzione della Spagna, della Francia e del mar del Nord.
L’Italia, di conseguenza, si troverà lungo i margini più orientali di queste strutture anticicloniche, venendo cosi investita da una ventilazione settentrionale o a tratti nord-orientale, prevalentemente debole o moderata (salvo locali rinforzi per inasprimento temporaneo del “gradiente barico orizzontale” fra il Mediterraneo centrale e i vicini Balcani e la Grecia), che potrà innescare situazioni di significativa instabilità convettiva, in particolare lungo le regioni adriatiche e i rilievi appenninici, dove nelle ore centrali del giorno si potranno scatenare dei brevi rovesci o temporali, maggiormente probabili nel periodo a cavallo fra il 20 e il 26 Maggio. Quello che sembra scongiurato, almeno per il mese di Maggio, riguarda il possibile avvento di ondate di calore particolarmente intense che potranno apportare scaldate molto rilevanti, nonostante la presenza sul Sahara di masse d’aria molto roventi che cominceranno a depositarsi fra l’entroterra desertico marocchino, algerino e libico. I venti dai quadranti settentrionali che domineranno sul Mediterraneo centrale impediranno l’arrivo di rimonte calde ben strutturate dall’entroterra desertico algerino e tunisino.
Ma non bisogna cantare vittoria, poiché, con l’arrivo di Giugno basterebbe una semplice manovra barica, come l’affondo di una saccatura ben collaudata nell’alta troposfera sulla penisola Iberica o l’Atlantico portoghese, per riuscire a sospingere una parte di questa enorme bolla d’aria calda, in fase di isolamento sopra il deserto libico e algerino, sul bacino del Mediterraneo e l’Italia, sfornando una intensa onda mobile di calore diretta alle nostre latitudini. Al momento il rischio di vedere pesanti ondate di calore è scongiurato. Ma data la particolare congiuntura barica che sembra delinearsi nelle prossime settimane sulla fascia tropicale africana, influenzata dalla fluttuazione verso nord dell’ITCZ (il “fronte di convergenza intertropicale”) che insegue gli spostamenti delle aree di massima insolazione, legate ai passaggi “zenitali” del sole fra tropici e equatore, e le anomalie bariche persistenti lungo le medie latitudini europee, Giugno potrà essere un mese che potrà imprimere una svolta significativa per il ritorno della bella stagione.
Fonte: meteoweb