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giovedì 15 gennaio 2015

I fenomeni naturali più eclatanti del 2014 nel mondo

Il 2014 è stato un anno caratterizzato da una moltitudine di fenomeni naturali che hanno colpito l’intero pianeta. Di seguito quelli più spettacolari quanto disastrosi

Il 2014 è stato un anno caratterizzato da molteplici fenomeni estremi che si sono abbattuti su buona parte dei paesi a livello mondiale. Fenomeni estremi che però, seppur secondo alcuni sono spettacolari, per le popolazioni del luogo sono calamità che possono trasformarsi in vere tragedie.  Qui di seguito vengono riportati quelli più rilevanti.
Cascate del Niagara gelate

-Vortice polare in USA. Fra  i fenomeni più spettacolari della forza della natura vi è in primis il vortice polare che si è abbattuto negli Stati Uniti e nel Canada intorno ai primi di Gennaio del 2014. Il forte gelo, ha creato un fenomeno davvero spettacolare, che per chi è appassionato di natura non poteva che essere immortalato: le cascate del Niagara gelate, che si sono trasformate in luminose sculture di ghiaccio. Non pochi i disagi invece per la popolazione del luogo, la temperatura è scesa fino a – 37°.
-Siccità in California.  Lo stato della California nella prima metà del 2014 è stato scenario di una siccità fra le peggiori che si ricordino nella storia. Il fenomeno è stato provocata da una condizione di scarse piogge che avevano caratterizzato la california negli utlimi tre anni, a partire dal 2011. Con poche riserve di neve ad alimentare fiumi e torrenti, e l’ampio ricorso alle riserve idriche di emergenza, i fiumi e i laghi si sono ridotti drasticamente, e  ne ha risentito anche il turismo.
Terremoto in Cile

-Terremoto in CileIl 2 aprile 2014 un sisma di magnitudo 8.3 ha colpito il Cile settentrionale, provocando anche uno tsunami di ridotte dimensioni sulla città di Iquique. Il terremoto molto intenso, per fortuna non ha provocato molte vittime, poiché l’epicentro era in una zona quasi desertica, dunque spopolata. Se il terremoto si fosse prodotto in zone più urbanizzate, il bilancio dei questo evento sarebbe stato sicuramente drammatico.
-Alluvione a Roma. Anche l’Italia è stata protagonista suo malgrado, fra i paese colpiti dal fenomeno naturale rilevante nel 2014. Per il nostro paese è stato un anno all’insegna del dissesto idrogeologico.  Tra Gennaio e Febbraio  una fortissima alluvione, ha colpito la periferia di Roma, provocando danni pari a 243 milioni di euro.
-Incendi in California. La peggiore siccità che ha colpito la California, ha di conseguenza aumentato il rischio incendi spontanei. Dalla metà di settembre il fuoco ha bruciato migliaia di ettari di terreno vicino al parco nazionale dello Yosemite e nei pressi di Sacramento, ed in molte altre popolari località turistiche, che da sempre vantavano il primato di territori incontaminati.
-Valanga di fango in Afghanistan. Il 3 maggio 2014 un’enorme fiume  di fango ha investito la provincia nordorientale afgana del Badakhshan. Il fango, ha travolto centinaia di abitazioni, murando vive letteralmente le persone, che non sono più riuscite ad uscire dalle loro abitazioni. Anche in questo caso, il dissesto, è stato provocata dalle incessanti piogge che avevano interessato la zona nelle settimane precedenti al disastro. A cedere, sembra sia stata proprio una collinetta, su cui si ergeva un villaggio, i cui abitanti sono morti. Il fango ha  intrappolato nelle loro case circa 2 mila persone.
Eruzione Kilauea

-Eruzione del Kilauea. Nelle Hawaii   il Kilauea, vulcano in attività da ben 31 anni, a giugno, non ha risparmiato la città di Pahoa, con un’ eruzione importante, forse fra le più abbondanti della sua storia. La lava si è diretta verso la città lambendo case, prati, strade e terreni. Ancora oggi si contano i danni del fenomeno sulla città la cui lava addirittura si è estesa anche nella zona commerciale.
-Eruzione del vulcano giapponese. Il 27 settembre il monte Ontake, dopo sette anni di letargo, si è risvegliato , con un’eruzione il cui fumo era alto circa 3 km, innalzando una nube di cenere e lapilli che ha ricoperto le zone circostanti. Alcuni scalatori ed escursionisti che si trovavano nella cresta del monte in quel momento sono rimasti uccisi.
-Tornado in Arkansas. Alla fine di aprile 2014, alcuni tornado hanno colpito delle città degli stati dell’Arkansas e dell’Oklahoma. Le vittime, fortunatamente sono state poco, ma i danni alle abitazione ed ai campi sono stati ingenti.
-Smog in Cina. Nonostante si attribuisca l’etichetta di paese più inquinato al mondo, la Cina, ha registrato un ulteriore picco di concentrazione di smog nel 2014. In particolare a Pechino e in altre grandi città del nord del paese. Un cittadino di Shijiazhuang, nella provincia di Hebei, ha denunciato lo stesso governo cinese, a causa dei seri rischi a cui la popolazione è esposta a causa del crescente inquinamento. In molte città la nebbia da smog ha raggiunto livelli tali che non è stato più possibile ammirare il sole.
Alluvione a Genova

-Alluvione a Genova. Tra il 9 e il 10 ottobre2014 un’ alluvione ha colpitola città d Genova e 43 comuni limitrofi. Le intense precipitazioni, di 395 mm in 24 ore, hanno causato l’esondazione del Bisagno che  ha causato una vittima e danni pari a 350 milioni fra danni pubblici e privati.
Colata di fango a Washington. Il 24 marzo 2014, una frana di fango ha sepolto Oso, un villaggio di 180 residenti a nord est di Seattle. Il fiume di fango, hanno raccontato i superstiti, ha distrutto il paese in solo 45 secondi, causando 24 morti e 22 dispersi.
-Alluvione nei Balcani. La metà di maggio del 2014 ha portato un’ alluvione rilevante in Serbia e Bosnia, la peggiore che abbia colpito questi paesi negli ultimi 120 anni. Gli sfollati sono stati 65 mila e i danni economici paragonabili a quelli di una guerra.
-Terremoto in Cina. Il 3 agosto 2014 un sisma di 6.1 gradi della scala Richter ha colpito la contea dello Yunnan, in Cina, causando la morte di più di 600 persone e ferendone più di 3 mila. Dopo il sisma, sono seguite oltre 700 scosse di assestamento, che hanno reso ancora più difficili i soccorsi.
-Tifone nelle Filippine. Il 7 dicembre le Filippine sono state scenario di un tifone, chiamato Hagupit, abbattutosi ha investito in particolare nella città di Dolores nella provincia orientale di Samar. Ventisette persone sono morte e migliaia le persone sfollate.
Fonte: meteoweb

venerdì 13 giugno 2014

L’elenco delle località più “bollenti” della Terra, ecco dove la colonnina di mercurio può puntare ai primi +54°C della storia

Nel nostro pianeta solo alcune aree ristrette del Pakistan meridionale, in particolare i canyon stretti fra Pakistan occidentale e l’Iran sud-orientale, nel Belucistan, e in una zona del Kuwait, vicino la località di Sulaibya, che nel Luglio del 2012 tocco i+53.6°C all’ombra, stabilendo il nuovo record assoluto di caldo dell’intero continente asiatico, si possono registrare temperature eccezionalmente estreme, di oltre i +52°C +53°C all’ombra. Ma finora in nessuna di queste aree è stata archiviata una massima estrema di +53.9°C, come nella “Death Valley”, che tuttora rappresenta il record assoluto di caldo mondiale. Difatti, finora, in nessuna località del pianeta è stata mai registrata una temperatura cosi estrema. Per la sua particolare conformazione morfologica la “Death Valley” è l’unica area della Terra dove si possono presentare tutte le potenzialità necessarie per sfondare il fatidico muro dei +54°C all’ombra, tondi tondi. La “Death Valley” è una estesa depressione, lunga più 225 chilometri e larga in media 40 chilometri, che si estende fra il deserto interno della California e in piccola parte sul confinante stato del Nevada.
L'ambiente inospitale offerto dalla "Death Valley", il luogo più bollente del pianeta
L’ambiente inospitale offerto dalla “Death Valley”, il luogo più bollente del pianeta
Data la particolare orografia chiusa questa depressione è il punto più “rovente” del nostro pianeta, dove per varie volte, durante il periodo estivo, con il sole si avvicina allo “Zenit” (raggi solari quasi perpendicolari sull’orizzonte nelle ore centrali del giorno), è possibile sfondare il muro dei +50°C all’ombra durante il periodo estivo, quando l‘intensa e prolungata insolazione diurna (cieli costantemente sereni o poco nuvolosi) unita ai bassissimi tassi di umidità relativa (5-6 %) riscaldano sensibilmente il terreno desertico, completamente spoglio di vegetazione arborea in vasti tratti (solo in inverno e in primavera, quando si verificano brevi rovesci di pioggia, la superficie desertica rifiorisce per pochi giorni), trasformando l‘area in una sorta di grande “forno“ naturale che irradia un calore veramente infernale e insopportabile. Non per caso gli viene attribuito il nome di “Death Valley”. Proprio per questo motivo durante l’estate, a causa delle elevatissime temperature diurne, non si può circolare di giorno all‘interno della “Death Valley“. Le ore consigliate per arrivarci sono nel tardo pomeriggio, dalle 17:00 – 18:00 PM in poi, e nella prime ore del mattino, dalle 04:00 alle 10:00 AM. Il muro dei +53.9°C all’ombra nella “Death Valley”, che tuttora rappresenta l’attuale record di caldo mondiale, nonché la temperatura più elevata mai registrata sulla Terra da una stazione meteorologica ufficiale,  è stato toccato in più occasioni, fra il Luglio del 1960 e il Luglio del 2005. Più precisamente il 18 Luglio 1960 una temperatura massima di ben +53.9°C venne registrata dalla stazione di Greenland Ranch, ubicata a -59.1 metri, nella “Death Valley”, nello stato della California.
La "Death Valley"
La “Death Valley”
Successivamente i +53.9°C vennero nuovamente archiviati a Furnace Creek Visitor Center, all’interno della “Death Valley”, rispettivamente il 17 Luglio 1998, il 19 Luglio 2005 ed il 6 Luglio 2007. I dati sono eloquenti, tutti a favore della grande depressione dell’arido deserto californiano. Ma ciò non toglie che non vi siano al mondo altre località, magari ancora sconosciute, data la vastità di territori non coperti da stazioni meteorologiche funzionanti attive 24 ore su 24, che possano vantare le stesse potenzialità termiche. Nel Luglio del 2012, un po’ a sorpresa, Sulaibya, nel deserto del Kuwait, con una sorprendente temperatura massima di +53.6°C, aveva riscritto una nuova pagina di storia della climatologia mondiale, avvicinandosi e minacciando da vicino il record assoluto di caldo mondiale, di +53.9°C, detenuto dalla “Death Valley”. A scanso di equivoci abbiamo il dovere di sottolineare come il nuovo record assoluto di caldo per l’Asiastabilito martedì 31 Luglio 2012 da Sulaibya sia da considerare valido e attendibile, dato che la stazione della località kuwaitiana, come confermato anche dal servizio meteorologico del Kuwait e dallo stesso tecnico tedesco che garantisce una costante manutenzione (in diversi paesi del golfo vengono utilizzati tecnici stranieri, in genere europei, per il collaudo delle stazioni meteo), è a norma WMO, differentemente da tante altre stazioni in Africa e Asia.
Desert- Farhzad to MesrLa stazione quindi non ha difetti e funziona molto bene. Più che altro, per spiegare un dato cosi estremo, bisogna andare a vedere la particolarità del territorio e del microclima che caratterizza la località kuwaitiana, che spesso vanta delle performance davvero uniche. Difatti, come ci spiega il climatologo Maximilliano Herrera, principale esperto di estremi termici mondiali, “quello di Sulaibya è un caso particolare, dove è possibile raggiungere dei picchi di caldo cosi estremi, degni da “Death Valley“, in determinate situazioni, come quella che si è venuta a creare il 31 Luglio 2012”. L’area attorno Sulaibya è circondata dalle alte dune del deserto interno kuwaitiano, che spesso vengono alterate a spostate dalle forti tempeste di sabbia prodotte dallo “Shamal”, il “torrido” e impetuoso vento nord-occidentale che domina tutto l’anno, soprattutto d’estate, su buona parte dei deserti di Iraq, Kuwait e nord dell’Arabia Saudita, spirando a tratti anche in maniera forte e burrascosa. In pratica le dune di sabbia circostanti, molto alte, riescono a creare una situazione particolare, schermando l’area da ogni interferenza più fresca proveniente dall’esterno (brezze termiche di mare che salgono dal golfo Persico). Ciò spiega perché in determinate giornate Sulaibya è in grado di far registrare temperature massime talmente estreme, da sfondare il muro dei +53°C.
Paesaggio del deserto kuwaitiano
Paesaggio del deserto kuwaitiano
Dopo i picchi di +50°C toccati nel Pakistan meridionale, nei prossimi giorni il muro dei+50°C si potrebbe battere nei paesi del Medio Oriente, fra Iraq, Kuwait, Arabia Saudita e nel sud Iran. Proprio fra la fine di Giugno e Luglio, l’immensa onda di calore semi-permanente che stagna sopra l’area indo-pakistana (isoterme sui +30°C +32°C a 850 hpa) comincia a spostarsi e traslare verso ovest non appena, da sud, il flusso dell’umido “Monsone di SO” si spinge fino agli stati nord dell’India occidentale e del Pakistan meridionale. La salita, verso latitudini più settentrionali, dei più umidi e temperati venti marittimi monsonici, fin sulle aride regioni dell’India occidentale del Pakistan meridionali, con sconfinamenti fino all’area desertica del Rajasthan, in sostanza contribuisce a spingere e a far arretrare verso est, in direzione dell’Iran meridionale e dell’Iraq, la vasta bolla di aria molto calda e secca, insistente durante il periodo primaverile sull’area indo-pakistana. Il predominio dell’anticiclone sub-tropicale permanente, legato alla circolazione della “Cella di Hadley”, che sposta il proprio baricentro dalla penisola Arabica verso l’area del Medio Oriente e le vaste distese steppiche dell‘Asia centrale. In concomitanza con la risalita verso nord, tra i 25° N e i 35° N, dell’estesa cintura anticiclonica sub-tropicale, annessa alla “Cella di Hadley”, anche il ramo principale del “getto sub-tropicale” è costretto a transitare a latitudini ancora più elevate, tra l’Europa e l’Asia centro-settentrionale, con un andamento spesso molto ondulato.
9693313_sourceL’assenza del passaggio del ramo del “getto sub-tropicale” favorisce una persistenza dei regimi anticiclonico dinamici in quota, con il conseguente accumulo di masse d’aria molto calde e secche, d’estrazione sub-tropicale continentale, sopra le vaste distese desertiche dell’area medio-orientale. L’aria calda e molto secca, in assenza di una ventilazione significativa nella libera troposfera, ristagna fino alla media troposfera, favorendo un contemporaneo innalzamento dei geopotenziali che tendono a lambire valori elevatissimi in quota (indice di forte stabilità atmosferica che rende i cieli sereni). Alla quota di 850 hpa, tra l’area pakistana e i deserti del Medio Oriente, in questo periodo dell’anno si possono osservare isoterme di +32°C +33°C, nei casi più estremi sono evidenti anche termiche di +35°C +36°C. Tutto questo accumulo di calore, fino alla media atmosfera, dopo settimane e mesi di prolungato dominio anticiclonico con aria molto secca, origina un ulteriore surriscaldamento delle masse d’aria presenti nei bassi strati, indotto anche dai fenomeni di “Subsidenza atmosferica” (correnti discendenti che comprimono l‘aria nei bassi strati, scaldandola e deumidificandola ulteriormente) tipici dei regimi anticiclonici dinamici, ben strutturati nell‘alta troposfera. Se a ciò poi aggiungiamo la continua insolazione diurna su vastissime distese desertiche, vista la totale serenità dei cieli, e la presenza di aria secchissima in prossimità del suolo, è normale poi che i deserti del Medio Oriente si trasformano in autentici forni a cielo aperto, dove diventa veramente difficile sopravvivere se non si è addestrati o abituati a simili condizioni climatiche cosi estreme.
Font6e: meteoweb

martedì 18 marzo 2014

Gelo nel Mondo: le città più fredde nel Pianeta della settimana

Il Nord America vince ancora, le città più fredde saranno ancora quelle nord americane. Le temperature minime più alte si avranno nella vasta regione indiana.
Temperature minime settimanali città straniere (previste)
Montreal -23°C
Calgary -13°C
Toronto -11°C
Boston -10°C
San Pietroburgo -9°C
Mosca -8°C
Chicago, New York -7°C
Washington -5°C
Helsinki, Reykjavik -4°C
Oslo, Minsk -3°C
Stoccolma, Seattle, Madrid -2°C
Londra, Edimburgo -1°C
Osaka, Atlanta 0°C

Le più calde
Rio de Janeiro, Honolulu 20°C
Bombay 21°C
Karachi, L’Avana, Lima, San Juan, Kuala Lumpur 22°C
Jakarta, Singapore 24°C
Dar es Salaam 25°C
Lagos 26°C
Fonte: freddofili

venerdì 7 marzo 2014

40 gradi sotto zero in Canada tra Ontario e Quebec. Maltempo tra Grecia e Turchia

Sono ulteriormente scese le temperature minime tra Quebec e Ontario (in Canada sudorientale) mercoledì 5 marzo. In Quebec, Lac Benoit -46,0°C, Bonnard -40,5°C, Onatchiway -40,0°C, Parc des Laurentid -39,7°C, Chapais -39,0°C. In Ontario, Armstrong -41,0°C, Geraldton -39,7°C, Nagagami -38,4°C.
Maltempo mercoledì 5 marzo negli USA nordoccidentali, tra Washington ed Oregon, con forti piogge e neve solo in montagna. Tra le 6 GMT di mercoledì e la stessa ora di giovedì, 43 mm a Seattle, 40 a Quillayute, 37 ad Astoria e Salem, 35 a Olympia.
E in alcune zone degli Stati Uniti è stato un inverno da record
Ancora forti piogge in Turchia occidentale e su alcune isole greche dell'Egeomercoledì 5 marzo. Tra le 18 GMT di martedì e la stessa ora di mercoledì, 116 mm a Samos (Grecia), 89 a Finike, 75 a Marmaris, 58 ad Antalya-Boge, 57 a Izmir, 56 a Mugla, 49 a Manisa (queste tutte in Turchia), 36 a Mytilini (Grecia).
Precipitazioni molto intense in Sudafrica centro-orientale e in Swaziland mercoledì 5 marzo. Tra le 18 GMT di martedì e la stessa ora di mercoledì, in Sudafrica, 160 mm a Komatidraai, 115 a Belfast, 95 a Nelspruit, 92 a Ellisras, 57 a Carolina. Nelle stesse ore, nel piccolo Swaziland, 117 mm a Manzini/Matsapa AP, 88 a Moti.
Esplode la primavera nel sud-ovest europeo. Oltre 25 gradi raggiunti in Spagna, oltre 20 in Portogallo e Costa Azzurra.
Nel Sahel è iniziata la stagione che porterà in aprile al periodo più caldo dell'anno. Diffuse temperature oltre i 40 gradi in tutta l'Africa subsahariana. 
Ancora maltempo in Giappone. Nuove intense piogge, ma anche abbondanti nevicate nel nord di Honshu e nell'isola di Hokkaido.
Fonte: meteogiornale

martedì 4 marzo 2014

I Record di Temperatura e Piovosità del Pianeta Terra. Guardate dove e quando!

Il nostro Pianeta è in generale adatto alla vita in quasi tutta la sua totalità.
Ci sono però dei luoghi in cui i dati meteo possono raggiungere valori veramente estremi fissando dei record che persistono da decenni.



Temperatura minima

La temperatura più bassa mai misurata sulla Terra corrisponde a -89.2°C ed è stata registrata il 21 luglio 1983 in Antartide nella base scientifica russa Vostok, situata all'altezza di 3488 m. Nel dicembre del 2013 i media mondiali hanno diffuso la notizia secondo cui una rilevazione satellitare del 10 agosto 2010, presso la stazione Dome Fuji (3810m), avrebbe ed ha effettivamente registrato una temperatura di -93,2°C, ma i siti meteorologici hanno giustamente negato il primato in quanto il dato non ottenuto con il metodo convenzionale che prevede una misurazione a due metri di altezza dal suolo. Il satellite invece rilevò la temperatura della superficie ghiacciata, che indica valori normalmente più freddi di 3-4°C ma convenzionalmente non ufficializzati dalla comunità scientifica; il centro abitato che ha registrato la temperatura più fredda è il villaggio siberiano Ojmjakon (allora Unione Sovietica, ora Russia), con -67,8 °C il 6 febbraio 1933.
In Italia la temperatura più bassa è di -49.6°C, registrata il 10 febbraio 2013 a quota 2.607 in una dolina di Busa Fradusta, nel complesso delle Pale di San Martino. Fino a quel giorno la stessa località deteneva il precedente record dal 27 dicembre 2010, quando la colonnina scese a -48.3°C. In località di pianura, il primato spetta a San Pietro Capofiume, frazione di Molinella (BO), dove il 13 gennaio 1985 sono stati registrati -28,8 °C.



Temperatura massima

La temperatura massima di 58 °C, registrata ad Al-'Aziziyah in Libia, il 13 settembre 1922 è stata invalidata dalla Commissione OMM dell'Archivio Climatologico Mondiale di estremi Meteorologici e Climatici. Di conseguenza, l'OMM ha ufficializzato che la temperatura massima sulla superficie terrestre è stata 56,7 °C, misurata il 10 luglio 1913 a Greenland Ranch (Death Valley), California, USA, nell'attesa di verificare la correttezza del suddetto valore. La più alta temperatura sulla superficie della terra è stata registrata nel deserto di Lut (Iran) nel 2005 dal satellite NASA Aqua ed era di 70,7°C. (fonte ESA )



Massime precipitazioni in un giorno

Cilaos nell'isola di Riunione (Francia) in un giorno sono caduti 1,88 metri di pioggia.

Cilaos



Giorni massimi di precipitazioni in un anno

Bahia Felix (Cile) si sono avuti 325 giorni di pioggia in un anno.



Minima piovosità in un anno

Nel 1939 a Wadi Halfa (Sudan) si registrarono solamente 0,25 mm di pioggia nell'arco dell'intero anno.
Wadi Halfa


(fonte: wikipedia)

martedì 28 gennaio 2014

Previsioni Meteo Italia Mercoledì 29 Gennaio 2014

Mercoledì 29: nuova perturbazione atlantica, sospinta da aria più fredda, raggiunge tutte le regioni settentrionali portando, entro sera, piogge diffuse ovunque e la neve fino in pianura sul Piemonte, Ovest Lombardia, Emilia, Trentino Alto Adige, rilievi liguri. Molte nubi avanzano anche sulle regioni centrali con piogge che dalla Sardegna conquistano in giornata gran parte delle regioni. Via via più nuvoloso anche al Sud, ma con scarse piogge.
NORD: già molto nuvoloso al Nordovest con precipitazioni dalla tarda mattinata nevose fino in pianura sul Piemonte, ovest Lombardia, rilievi liguri. Accumuli sui 10 cm in Piemonte, maggiori sui rilievi liguri. Nubi che avanzano verso le regioni orientali nel corso della giornata con piogge diffuse al Nordest e neve fino in “pianura” sul Trentino alto Adige e sulle pianure occidentali e centro-settentrionali del Veneto in nottata. Neve ancora in Emilia. Pioggia o pioggia mista a neve sulle altre zone di pianura. Venti di bora al Nordest, scirocco sulle coste romagnole. Temperature massime non superiori ai 6° al Nordest, qualche grado in meno altrove. Minime vicine allo zero.
CENTRO: nubi conquistano la Sardegna e le coste tirreniche nel corso della giornata. Piogge poi in Sardegna occidentale  e che si estendono verso le regioni tirreniche in maniera moderate e verso sera anche sui restanti settori, seppur più debolmente. Nevicate in Appennino sopra i 6/800 metri, sui rilievi sardi oltre i 1200 metri circa. Temperature massime non oltre gli 11° e minime comprese tra 0 e 3 gradi in pianura, sottozero nelle zone interne.
SUD: nuvolosità in aumento su tutte le regioni nel corso della giornata, ma senza particolari precipitazioni degne di nota. Dalla tarda serata qualche pioggia raggiungerà la Campania settentrionale. Temperature massime sui 10/15 gradi, minime non oltre gli 8°. Venti meridionali.
(Fonte: mondoinformazione.com)