La violenta irruzione di gelo e neve che nella giornata di ieri, come ampiamente previsto, s’è scagliata al centro/sud, è stata percepita dai cittadini come una vera e propria anomalia per l’entità del gelo e i fenomeni di maltempo avversi. Ieri le temperature sono crollate sotto le medie del periodo di diversi gradi, con -1°Ca Pescara, 0°C a Roma e Napoli, +1°C a Bari e Taranto, +2°C a Palermo, Catania, Reggio Calabria e Messina, accompagnate da impetuosi venti di tramontana che hanno portato il Wind Chill (Raffreddamento da vento) fino a -10°C sui litorali (ed è quella la temperatura effettivamente avvertita dal corpo umano). La neve ha imbiancato molte località fin sulle coste, da Napoli a Reggio Calabria, da Salerno ai sobborghi di Catania, da Crotone a Taranto, anche se le nevicate più eccezionali si sono verificate nel basso Tirreno in Calabria tra vibonese e reggino dove ieri mattina l’A3 Salerno-Reggio Calabria è rimasta bloccata per ore tra la piana di Gioia Tauro e la costa Viola.
Ai microfoni di MeteoWeb, il ricercatore dell’ISAC-CNR Marcello Miglietta spiega che “certamente le regioni meridionali non sono abituate a vivere con queste temperature, non fanno parte dunque della loro media climatica invernale. Così come anche le precipitazioni nevose e piovose, seppur non di portata eccezionale, non si registrano frequentemente soprattutto nelle zone costiere che ieri sono state colpite da nevicate anche se di lievi dimensioni. Seppur ciò a cui si è assistito nella giornata di ieri è considerata da molti “un’anomalia”, in special modo da chi non è esperto in climatologia, secondo il nostro punto di vista, è tutto nella norma, nessun eccezionalità dunque.”
Nessun collegamento, quindi, tra le nevicate di questi giorni e i cambiamenti climatici. SecondoMiglietta, infatti, “la discesa delle temperature e l’ondata di gelo e freddo di questi giorni non possono essere assolutamente imputati ad un possibile effetto del Global Warming: le intense nevicate e piogge delle regioni meridionali sono state un episodio isolato. E’ stato il caso di un’unica stagione non è di certo l’affermarsi di un nuovo “status climatico” per il Sud Italia. Se è accaduto quest’anno è dovuto alla corrente nordica ed al suo movimento. Un’ondata di gelo del genere potrebbe essere imputata al Global Warming solo se queste condizioni si verificassero con continuità e consequenzialità per almeno un periodo medio lungo, ossia nell’arco temporale minimo di 30 anni”. E invece, osservando le stagioni invernali di questi ultimi decenni di certo non si può dire che negli anni gli inverni del Sud Italia sono stati sempre più freddi e dunque hanno dato modo di registrare particolari effetti climatici anomali tali da giustificare un cambiamento climatico irreversibile.
Miglietta aggiunge ancora che “è sempre difficile poter dire che siamo in pericolo per i cambiamenti climatici: c’è stata una variazione climatica interna rilevante, questo sì, ma singola ed isolata” o almeno ci si augura che sia così. L’esperto spiega anche che “gli eventi nevosi che si sono verificati nelle zone costiere e più interne delle regioni meridionali come Calabria e Sicilia, per gli esperti di climatologia non sono stati così rilevanti o eclatanti” . Gli accumuli di neve hanno raggiunto infatti dai 10 al massimo 50 centimetri di neve, i più rilevanti per giunta nelle zone oltre i 500 metri di altezza dal livello del mare. Sotto questa quota infatti, ha sì nevicato, ma in modo non eclatante, mantenendosi dunque delle precipitazione nevose “gestibili” dalle popolazioni del luogo che di certo non sono abituati alle nevicate. E’ normale dunque che anche una precipitazione nevosa di modesta portata sia percepita dalle persone come un evento affascinante, da immortalare e condividere, ma per gli esperti tutto ciò è nella norma delle dinamiche della climatologia e meteorologica.
Fonte: meteoweb