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mercoledì 12 novembre 2014

METEO A 15 GIORNI: ipotesi fredde confermate, ma...

La voglia d’inverno scalpita in tutti gli appassionati di neve e freddo. La stagione autunnale è ormai matura e non se ne può più di umido, pioggia e temperature al di sopra della media.
La voglia di alzarsi al mattino e sentire l’aria pungente che ti accarezza il volto, magari con lo sfondo di una montagna innevata; la voglia di cambiare abbigliamento, mettendo da parte una volta per tutte gli abiti leggeri estivi; la voglia (diciamo la verità) di vedere un po di neve, non necessariamente in città dove crea disagi, ma in campagna o in montagna. 
La cartina che vedete non è un'ipotesi estrema, ma fa parte del run ufficiale partorito dal modello americano questo pomeriggio. E' valida per la giornata di domenica 23 novembre.
La distanza previsionale è considerevole, ma come vedete i tentativi di far progredire la stagione ci sono! L'alta pressione potrebbe salire di latitudine, posizionandosi in prossimità del Regno Unito. Le umide correnti atlantiche sarebbero costrette a bloccarsi e al loro posto entrerebbero in scena freddi venti di matrice nord-orientale, non solo in Italia, ma su tutto lo scacchiere centro-orientale del Continente.
Il problema principale che i modelli dovranno valutare nei prossimi giorni è quando sarà disposta a salire l'alta pressione verso le alte latitudini. Molte corse alternative del modello americano, tra cui il run di controllo, ci mostrano la salita della figura stabilizzante, ma che sarà seguita in tempi abbastanza brevi da un suo nuovo collassamento. Se così fosse, in Italia si avrebbe una piccola puntata di aria più fredda, ma seguita da un nuovo ritorno dell'Atlantico. Di conseguenza i progressi stagionali sarebbero scarsi.
Nei prossimi giorni seguiremo costantemente l'evoluzione e vedremo se confermare o smentire questa linea tendenziale, ovviamente alla luce delle ultime emissioni modellistiche.
Fonte: meteolive

mercoledì 18 giugno 2014

Grande caldo e super depressioni: uno sguardo alle ipotesi più pazze del lungo termine

Spingendoci sul lungo termine il grado di incertezza che accomuna ciascun cluster previsionale diventa sempre più importante. Le previsioni deterministiche arrivano sino un limite massimo di due settimane ma giunti a simili distanze il grado di affidabilità generalmente divienemolto basso. La linea di tendenza è soggetta a forti variazioni tra ogni singolo aggiornamento e persino nell'ambito di una singola corsa, le differenze possono divenire assolute e sostanziali. Capita così di imbattersi su scenari molto fantasiosi, i quali difficilmente avranno modo di realizzarsi ma saranno utili quantomeno per tracciare una linea di tendenza, soprattutto se questi ultimi tendono a ripetersi frequentemente nel giro di pochi aggiornamenti.

Sull'articolo del Fantameteo abbiamo paventato la possibilità di assistere ad una ripresa dell'attività ciclonica di stampo atlantico, una situazione che tuttavia potrebbe portare conseguenze molto diverse sul nostro Paese. Da un lato l'aria fresca atlantica potrebbe avere la meglio quantomeno sui settori settentrionali italiani, creando i presupposti per alcune importanti fasi temporalesche, dall'altro il nostro anticiclone afro-mediterraneo potrebbe prendersi più di quanto dovuto, avviando così una forte ondata di calore sull'intero stivale. 

Le previsioni qui proposte sono state appositamente selezionate tra i cosiddetti 20 cluster perturbatori del modello americano GFS. Esse rappresentano due risultati finali completamente opposti, nascenti da uno stesso scenario di partenza, cioè la ripresa dell'attività depressionaria con perno sui settori occidentali europei.
Fonte: meteolive

giovedì 15 maggio 2014

Meteo lungo termine: Africa si, Africa no? Le tre ipotesi di MeteoLive con le percentuali...


In riferimento alla possibile ondata di caldo in arrivo sull'Italia dall'inizio della prossima settimana, stamane in redazione abbiamo analizzato e comparato tutte le mappe possibili ed alternative, estratte dalle principali emissioni modellistiche e siamo arrivati a formulare tre ipotesi.

La più razionale e attendibile al 65% secondo noi prevede una breve fiammata calda sull'Italia tra martedì 20 e mercoledì 21, seguita entro giovedì 22 o al massimo entro venerdì 23 dall'inserimento di aria più fresca da ovest, accompagnato dal transito di un forte sistema perturbato, che porterà piogge e temporali anche abbondanti al nord e fenomeni passeggeri ma localmente anche incisivi al centro-sud. 

In pratica la fiammata calda avrebbe vita breve e poi da sud ovest da sabato 24 in poi continuerebbero ad affluire correnti relativamente fresche ed in parte umide ed instabili, foriere di qualche ulteriore passaggio temporalesco al nord e marginalmente anche al centro. 

Maggiore stabilità e ancora un po' di caldo per il sud.

La seconda ipotesi, probabile solo al 20%, prevede la vittoria dell'alta africana per l'incapacità della depressione di muoversi verso levante con sprofondamento a ridosso del Marocco e anticipo d'estate per alcuni giorni su tutto il Paese.

La terza ipotesi, probabile solo al 15%, prevede entro giovedì 22 maggio uno sfondamento della saccatura che ospiterà la depressione già all'inizio della settimana sul nord ed entro giovedì 22 maggio su tutto il Paese con afflusso caldo africano cancellato rapidamente da tutto il Paese con fresco e precipitazioni diffuse. 
Fonte: meteolive

lunedì 7 aprile 2014

Il tempo di Pasqua: ipotesi a confronto

Questa è la previsione del run ufficiale che il modello americano ha partorito questa mattina.
Notate la spinta dell'alta pressione delle Azzorre, che non consentirà l'ingresso deciso delle correnti instabili sul Mediterraneo centro-occidentale.
Tuttavia, una depressione potrebbe formarsi in prossimità delle estreme regioni meridionali, con le sue spire ad abbracciare anche gran parte del centro e le Isole.
Sarà proprio il centro-sud, secondo l'ipotesi ufficiale di oggi, ad avere il tempo peggiore a Pasqua. Al nord la situazione potrebbe invece essere migliore.
Allontaniamoci un attimo dal run ufficiale e prendiamo in esame una corsa alternativa partorita sempre questa mattina dal modello americano.
Notiamo una situazione molto diversa; secondo questa elaborazione, l'aria fredda ed instabile potrebbe penetrare agevolmente nel Mediterraneo, interessando tutta la nostra Penisola, specie il nord e il centro.
Una situazione siffatta sarebbe garanzia di tempo inaffidabile su gran parte del nostro Paese, con temperature anche abbastanza basse per il periodo.
Comunque la si voglia vedere, anche oggi i modelli non depongono a favore di una Pasqua soleggiata. Nei prossimi giorni continueremo ovviamente a seguire passo passo la situazione, dandovi tutte le indicazioni del caso.
Fonte: meteolive

venerdì 14 marzo 2014

El Niño in graduale ripresa già dalla prossima estate: ecco le possibili conseguenze

Dopo numerosi anni di quiescenza, caratterizzati da una netta predominanza della Nina, cioè un anomalo raffreddamento della superficie oceanica sul Pacifico, l'anno 2014 pare voler esordire in modo differente; avviando un episodio di surriscaldamento delle acque tropicali e dando il via al fenomeno contrario, El Niño pronto ad esordire già dalla prossima estate.

Le ultime annate, caratterizzate da un bassa attività solare, hanno visto una netta predominanza dei fenomeni tipicamente legati all'avvento della Nina, cioè la persistenza di un anomalo raffreddamento delle acque marine dell'oceano Pacifico. Fenomeni di El Niñoe di Ninia presentano (o dovrebbero presentare) cicli alternati in modo abbastanza regolare nel tempo, lasciando periodicamente spazio all'avvento di una o l'altra predominante. "El Niño", costituendo la partepropriamente oceanica del fenomeno, fa quindi parte di una circolazione specifica definita come "circolazione di Walker", determinata dalla formazione di una estesa cintura depressionaria distesa lungo il Pacifico equatoriale, prevalentemente concentrata sul settoresud-orientale di questo vasto oceano. La cintura depressionaria trae origine proprio dall'anomalo surriscaldamento di questo settore oceanico, determinando un incremento dell'attività convettiva lungo tutto il settore pacifico centro-orientale, portando ad una modificazione della circolazione equatoriale dei venti con un sostanziale allentamento degli Alisei.

La presenza di un Nino più o meno forte è quindi direttamente legato alla presenza di una vasta area marina con acque molto calde, negli episodi più intensi lo scarto termico positivo può toccare valori sino +1.5°C / +2.0°C, in netta contrapposizione con le acque molto più fredde presenti sull'aria pacifica orientale, a ridosso le coste del Cile, del Perù e dell'Ecuador.
L'esordio del Niño è legato a dinamiche circolatorie oceaniche che posano le proprie radici su fenomeni che iniziano a manifestarsi parecchi mesi prima; negli ultimi due anni infatti, le acque superficiali del Pacifico centro-occidentale hanno subito un lento ma graduale riscaldamento, sino a sforare la fatidica soglia termica di +30°C, responsabile dell'insolita attività di Tifoni molto violenti che hanno sferzato questo tratto di oceano. Su tutti spicca il super-tifone "Haiyan", transitato nelnovembre 2013 su questo tratto di oceano, ha mantenuto categoria 5 sino al suo landfall sull'arcipelago delle Filippine, provocando venti oltre i 300km/h, una delle tempeste tropicali più forti mai registrate sulla Terra.
Questo surriscaldamento così importante del settore pacifico centro-occidentale, potrebbe a tutti gli effetti essere il punto di partenza per un evento di tipo El Niño, il quale getterebbe le proprie basi già a partire da questa estate, per divenire gradualmente più importante col passare dei mesi. Un evento di questo tipo regalerebbe un vero e proprio scossone all'intera circolazione atmosferica presente sul nostro pianeta, modificandone i tratti salienti e portando così a risultati imprevisti, diversi da quelli che abbiamo avuto nelle scorse stagioni. 

Vista la maggiore quantità di calore messa in gioco a livello oceanico, sarebbe persino ipotizzabile l'avvento di un periodo atmosferico governato da maggiori intrusioni d'aria calda diretti verso le regioni polari, situazione che durante l'inverno potrebbe determinare la creazione di stagioni assai più brillanti rispetto al recente passato. Durante l'estate evidenti sarebbero le ripercussioni a livello circolatorio, con una soppressione degli standard barici imposti da una forte zonalità a scapito di logiche circolatorie meridiane con l'Italia costantemente sotto la minaccia costituita dall'elevazione anticiclonica africana, generalmente più evidente.

Nella prima cartina, le anomalie termiche sulle temperature oceaniche relative al periodo attuale. 

Nella seconda immagine abbiamo invece messo in evidenza tramite l'istogramma, le probabilità percentuali di assistere allo sviluppo del Niño, della Nina oppure di valori ENSO prossimi alla neutralità. Ne emerge un quadro sufficientemente chiaro da poter comprendere come la probabilità di avere nuovamente un fenomeno di tipo Nina sia assai basso (circa 10%) mentre abbiamo probabilità di circa 45% di avere ENSO neutrale, 50% di avere sviluppo di Niño entro il periodo estivo. Una 
percentuale che mette in evidenza ancora una sostanziale incertezza nella probabilità o meno di un suo eventuale sviluppo futuro. 
Fonte: meteolive

giovedì 6 marzo 2014

E' in arrivo una piccola era glaciale?

La PEG«Piccola Era Glaciale», è un periodo che va dalla metà del XVI secolo alla metà del XIX in cui vi fu un diffuso abbassamento della temperatura nell'emisfero nord, dove gli inverni divenneroparticolarmente rigidi.
Tra il 1645 e il 1715, periodo centrale della PEG, si osservò una quasi totale assenza delle macchie solarisulla nostra stella, o comunque una tale diminuzione della loro intensità da non poter essere osservate con gli strumenti dell'epoca: a tale periodo, conosciuto comeMinimo di Maunder, corrispose la fase più rigida della Piccola Era Glaciale (l'inverno del 1709 è considerato il più freddo in Europa degli ultimi 500 anni).
Al giorno d'oggi, dopo un prolungato periodo di massimo solare (in cui, cioè, le macchie solari sono più intense e le radiazioni del sole giungono con maggiore intensità), si va verso un progressivo calo dell'attività solare, verso cioè un minimo solare. Ciò non significa, necessariamente, che vi saranno incisive influenze sul clima, poiché ve ne possono essere solo se tal periodo perduri a lungo, per diversi anni.
Alcuni studiosi tuttavia ipotizzano un periodo di bassa attività solare prolungato che, partendo già da ora, culminerà nel 2040 con una radiazione solare di 1360 W/mq, circa 6 W/mq in meno della media.
Non possiamo avere alcuna certezza che nei prossimi anni vivremo una «Nuova Piccola Era Glaciale», ma resta di fatto che l'attività solare si appresta a calare gradualmente e non possiamo sapere se ciò durerà a lungo e se avrà importanti riscontri con il nostro clima. 
Il grafico sottostante mostra la previsione dell'attività solare.
Fonte: meteoweb

lunedì 3 marzo 2014

Ipotesi medio-lungo termine: tra alta pressione e FREDDO da est

Mentre l'Italia è in attesa del forte peggioramento previsto per le prossime 24-48 ore, gli occhi sono già puntati sulle ipotesi relative al medio-lungo termine, perchè i modelli si mostranoancora piuttosto incerti circa l'andamento sinottico per il prossimo futuro meteo-climatico.
Sono infatti sostanzialmente due, al momento, le possibilità più concrete; una vede l'anticiclone estendersi prepotentemente verso est/nord-est, andando ad occupare dapprima tutto l'ovest europeo e poi, gradualmente, anche il settore centrale e l'area mediterranea.
Ciò ovviamente comporterebbe un sensibile miglioramento del tempo in gran parte dell'Italia, con sole pressoché ovunque e temperature in deciso aumento, su valori nuovamente più primaverili.
L'altra ipotesi invece vede la possibile retrogressione di nuclei d'aria fredda dall'Est Europa richiamati dalla formazione di alcune aree depressionarie sulla Grecia occidentale.
Aria fredda che, scorrendo sul bordo meridionale dell'alta pressione, affluirebbe con estrema decisione soprattutto sulle regioni centro-meridionali dell'Italia, contribuendo a mantenere il clima nel complesso invernale, con freddo in accentuazione soprattutto nelle ore serali, notturne e mattutine.
Una terza ipotesi (ma al momento la meno probabile) vede invece l'isolarsi di una goccia fredda proprio sul Mediterraneo centrale, con contributo freddo da est e nevicate sui monti del Centro-Sud fino a quote etsremamente basse, localmene collinari.
Ciò che appare confermata è tuttavia l'espansione dell'alta pressione delle Azzorre verso nord-est, in direzione dell'Europa. La traiettoria (la cui poi dipenderà anche il movimento delle masse d'aria fredda), la approfondiremo maggiormente nel corso dei prossimi giorni.
Fonte: meteoportaleitalia