Come avevamo previsto, l’avvezione di aria fredda, d’estrazione sub-polare marittima, che nella giornata di mercoledì 14 Maggio 2014 si è riversata sull’Italia e sui mari che la circondano, è stata accompagnata dall’inserimento di venti dai quadranti settentrionali piuttosto intensi, che per alcune ore hanno raggiunto l’intensità di burrasca (forza 7-8 Beaufort) lungo le coste del medio-basso Adriatico, il Canale d’Otranto e lo Ionio, cosi come su parte del basso Tirreno e sul Canale di Sicilia. Questa ondata di aria decisamente fredda, per il mese di Maggio, si è catapultata sul bacino centrale del mar Mediterraneo a seguito di una temporanea “meridianizzazione” del flusso perturbato principale a ridosso dell’Europa centrale, indotta dal considerevole “forcing” dinamico, esercitato nella media troposfera, da ben due differenti promontori anticiclonici, uno localizzato in mezzo all’Atlantico mentre il secondo rimaneva saldamente ancorato fra il Kazakistan occidentale e i territori della Russia europea, presentando una struttura di blocco.
Il primo, collocato in mezzo all’Atlantico, ergendosi verso latitudini più settentrionali, fino ad inglobare l’Irlanda e l’Inghilterra con massimi barici di oltre i 1035 hpa, ha impresso una direttrice prettamente meridiana al flusso principale perturbato che scorreva fra l’Europa centrale e del bacino centrale del mar Mediterraneo, delineando un sostenuto flusso di correnti nord-occidentali, attive a tutte le quote, che dal Regno Unito e dal mar del Nord si sono riversate sopra le pianure dell’Europa centrale, addossandosi a nord dell’arco alpino. L’addensamento della massa d’aria fredda sul versante settentrionale delle Alpi, tra Svizzera e Francia, ha prodotto un incremento del campo barico, costringendo l’aria fredda (e più pesante) ad aggirare l’ostacolo alpino lateralmente, permettendole di traboccare dalle famose porte del Rodano (Maestrale) e del golfo di Trieste (Bora). Il notevole divario barico (“gradiente barico”) che si è instaurato tra i due versanti della barriera alpina (quello estero e quello italiano), per l’impatto delle fredde correnti settentrionali a nord dell’arco alpino, ha innescato un intenso flusso (Mistral) che si è ben canalizzato all’interno della valle del Rodano (unico valico che permette all’aria fredda oceanica, o di origini polari, di poter penetrare direttamente sul Mediterraneo dopo aver aggirato la catena alpina) per uscire a gran velocità sul golfo del Leone, con forti venti da N-NO, che si sono successivamente aperte a ventaglio sul “mare Nostrum”, già dalla serata di martedì 13 Maggio 2014, con il dilagare di una intensa ventilazione da NO che si sono rapidamente propagati in direzione del mar di Corsica e mar di Sardegna, per poi raggiungere le coste occidentali sarde e il Canale di Sardegna dalla nottata successiva, con venti piuttosto sostenuti da NO.
Nel frattempo, la temporanea meridianizzazione del flusso perturbato principale, in scorrimento fra Europa centrale e il Mediterraneo, ha modellato un ampia saccatura colma di aria fredda sub-polare marittima, che nel corso della tarda serata di martedì 13 Maggio 2014 è penetrata sul settore centro-occidentale del mar Mediterraneo, iniziando a interessare più direttamente le regioni italiane.L’affondo di questa ampia saccatura, che ha allungato il proprio corpo principale fino al Tirreno e alle regioni centrali italiane, nel corso della notte di martedì 13 Maggio 2014 ha subito un parziale“Stretching”, ben impresso dalle pressioni esercitate dal promontorio anticiclonico presente sul vicino Atlantico, agevolando di fatto l’incubazione di una giovanissima circolazione depressionaria che nel corso della notte, fra martedì 13 e mercoledì 14 Maggio 2014, si è subito chiusa sull’Adriatico centro-meridionale, con un minimo barico al suolo sui 1008 hpa. L’isolamento di questo minimo barico di 1008 hpa, in progressivo approfondimento, ha di fatto inasprito in maniera significativa il “gradiente barico orizzontale” fra l’Adriatico e il mar di Sardegna, consentendo una notevole intensificazione della ventilazione dai quadranti settentrionali che nel frattempo era già scivolata fra il mar di Sardegna, il Canale di Sardegna, il Canale di Sicilia e il basso Tirreno, dove nel corso della nottata, fra martedì 13 e mercoledì 14 Maggio, si sono inseriti sostenuti, a tratti anche intensi, venti da NO, che hanno lambito punte di oltre i 50-60 km/h lungo le coste della Sardegna meridionale e della Sicilia settentrionale e orientale.
Nella giornata di mercoledì 14 Maggio 2014 il promontorio anticiclonico, presente in mezzo all’Atlantico, ha continuato ad allungarsi con i propri elementi più settentrionali verso le latitudini settentrionali atlantiche, cominciando al contempo a progredire col proprio bordo orientale verso il Portogallo e la Spagna, dove si è verificato un graduale aumento del geopotenziale in quota. La circolazione depressionaria che nel frattempo si era venuta ad isolare sul medio-basso Adriatico, dopo essersi approfondita ulteriormente, sprofondando fino a 1000 hpa, nel corso della giornata di mercoledì 14 ha cominciato a spostarsi in direzione della Serbia meridionale, prima di raggiungere il settore più occidentale della Romania, evolvendosi in un “CUT-OFF” riempito di aria fredda sub-polare marittima nella media troposfera, caratterizzato da un significativo“gradiente barico orizzontale” lungo il suo bordo più occidentale, ulteriormente inasprito dalla spinta verso nord-est del promontorio anticiclonico che dal vicino Atlantico si è allungato, col proprio asse principale, fino all’Inghilterra e al mar del Nord, con isobare di oltre i 1030 hpache hanno raggiunto la Francia settentrionale, il Belgio e l’Olanda.
Il fitto “gradiente barico orizzontale” che si è venuto a realizzare, tra la figura anticiclonica che dall’Atlantico si estendeva fino al mar del Nord, e la depressione, che dal medio-basso Adriatico si spostava verso la Serbia, approfondendosi sensibilmente, con un minimo barico al suolo sceso sotto i1000-998 hpa, nel corso della mattinata di mercoledì 14 Maggio 2014 ha ulteriormente rafforzato la già sostenuta ventilazione settentrionale, prevalentemente da NO e N-NO, che nel corso della giornata è risultata a tratti anche intensi, con rinforzi di burrasca, sul settore centro-meridionale dell’Adriatico, nel tratto compreso fra le coste molisane e il Gargano. Proprio in questo tratto di costa, specie fra il Gargano, e i litorali esposti del barese, leccese e brindisino, i venti da NO e N-NO hanno raggiunto le massime velocità, con picchi di oltre i70-80 km/h, a causa del fitto “gradiente barico orizzontale” presente lungo il bordo occidentale della depressione in allontanamento verso la Serbia e l’ovest della Romania. Fra le raffiche più forti, archiviate sul nostro territorio nazionale, segnaliamo i 55 nodi da 280° registrati dalla stazione meteorologica di Termoli, corrispondenti a circa 101 km/h da Ovest. Si tratta di un dato davvero notevole, che ancora una volta mette in evidenza la grande esposizione di Termoli all’impeto dei forti venti che provengono dal quadrante nord-occidentale e scivolano verso il basso Adriatico. Oltre ai sorprendenti 55 nodi da Ovest toccati dalla stazione meteorologica di Termoli, sono degni di nota i picchi di 50 nodi, circa 93 km/h, raggiunti, rispettivamente, nelle stazioni di Brindisi, Latronico ed Enna, tutte sotto la gestione del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.
La depressione, muovendosi verso il sud-ovest della Romania, dopo essersi ulteriormente approfondita, presentando un forte “gradiente barico orizzontale” lungo il suo lato più occidentale, ha attivato venti molto forti, nel corso della giornata di ieri, che hanno spazzato con estrema potenza la pianura ungherese e il nord della Serbia, con rafficheche hanno toccato un picco estremo di ben 113 km/h da N-NO all’aeroporto internazionale di Srmellk, poco ad ovest del lago Balaton, dove le forti raffiche da N-NO e Nord, non trovando ostacoli orografici, hanno raggiunto intensità di tempesta, superando per almeno cinque volte la soglia fatidica dei 100 km/h. Questa intensa ventilazione, prevalentemente da NO e N-NO, particolarmente forti fra il medio-basso Adriatico, il Canale d’Otranto e lo Ionio settentrionale, si sono gradualmente attenuati solo dalla tarda mattinata di ieri, pur rimanendo al limite della soglia d’attenzione, fra il litorale molisano, il Gargano ed il Salento.
Gli intensi venti settentrionali hanno reso l’Adriatico meridionale e lo Ionio da molto mossi ad agitati con onde alte più di 3.0 metri
Questi sostenuti venti dai quadranti settentrionali hanno prodotto anche un significativo incremento del moto ondoso su tutti i bacini meridionali, che da molto mossi sono divenuti localmente agitati a largo. In particolare il mar di Sardegna, Canale di Sardegna, Canale di Sicilia, basso Tirreno, e dal pomeriggio di mercoledì 14 Maggio 2014 pure il medio-basso Adriatico, il Canale d’Otranto e lo Ionio a largo, che da molto mossi (forza 4) sono divenuti agitati a largo (forza 5), favorendo lo sviluppo di onde di “mare vivo”, ben formate, alte anche più di 2.5-3.0 metri.
Il sostenuto moto ondoso, sollevato dall’intensa ventilazione settentrionale, ha dato molto fastidio alla navigazione marittima, creando non poche difficoltà nei collegamenti marittimi con le isole minori, e producendo delle mareggiate lungo le esposte coste del Molise e del litorale garganico settentrionale. Le difficili condizioni meteo/marine hanno impedito il collegamento, via mare, fra il porto di Termoli e le isole Tremiti, rimaste isolate da due giorni. Solo a partire dalla mattinata odierna il moto ondoso, piuttosto accentuato fra il medio-basso Adriatico, il Canale d’Otranto e lo Ionio a largo, comincerà gradualmente a scadere, per merito del significativo indebolimento della ventilazione da NO, indotto dal progressivo colma mento della circolazione depressionaria, ormai evoluta in“CUT-OFF”, semi-stazionaria fra la Serbia meridionale e la Romania. Solo il mar Ionio, a largo, presenterà ancora un moto ondoso piuttosto sostenuto che si propagherà al basso Ionio e al mar Libico, con onde di “mare vivo” alte anche più di 2.0-2.5 metri. Sui restanti mari il moto ondoso subirà una graduale scaduta, tramite l’attivazione di una consistente onda lunga da NO in lento decadimento fra mar di Sardegna, Canale di Sardegna, Canale di Sicilia, basso Tirreno.
Fonte: meteoweb