Il caldo è duro a morire: le temperature africane non mollano la presa sull’Italia, anche oggi abbiamo avuto picchi di +41°C in Sicilia, +39°C in Sardegna, +38°C in Calabria e Basilicata, +37°C nel Lazio, in Toscana, Puglia, Umbria e Basilicata, +36°C persino in Lombardia e Trentino Alto Adige. Ma al Nord già dalla notte arriveranno forti temporali e le temperature saranno in sensibile calo, invece al Sud l’inferno africano durerà ancora un paio di giorni, seppur con un lieve abbassamento dei valori termici. Ma si potrà parlare di tregua soltanto tra Domenica e Lunedì.
Proprio questo caldo continua a bruciare (letteralmente) molte zone del Sud. La situazione è drammatica, oggi due persone sono morte in Calabria divorate dalle fiamme. E l’arrivo del forte vento nelle prossime ore potrebbe ulteriormente peggiorare le cose. E’ emergenza per centinaia di persone evacuate in Basilicata, Sardegna e Calabria. Il dossier incendi di Legambiente è catastrofico: nell’ultimo mese le fiamme hanno divorato un’area della Penisola grande quasi come quella bruciata in tutto il 2016: 26mila ettari di boschi andati in fumo, di cui la meta’ nella sola Sicilia. Dati alla mano, da meta’ giugno al 12 luglio i roghi hanno inghiottito 26.024 ettari di boschi, pari al 93,8% della superficie totale bruciata l’anno scorso. La Sicilia ha visto finora andare a fuoco 13.052 ettari, la Calabria 5.826 e la Campania 2.461. A seguire Lazio (1.635), Puglia (1.541), Sardegna (496), Abruzzo (328), Marche (264), Toscana (200), Umbria (134) e Basilicata (84). Gli Incendi non hanno risparmiato le aree protette, sempre più nel mirino degli ecocriminali a partire dal Vesuvio. Majella, Gargano, Alta Murgia, Pollino, Sila e Aspromonte dovranno tutti fare i conti con i danni anche al patrimonio di biodiversità. E per la prossima stagione autunnale aumenta pericolosamente il rischio di frane e smottamenti nelle vastissime aree colpite dagli incendi.
Due morti in Calabria, divorati dagli incendi
Due vittime in due giorni in Calabria, tra le regioni più colpite dall’emergenza incendi: due pensionati, uno nel cosentino e l’altro nel vibonese, sono morti avvolti dalle fiamme mentre tentavano di salvare i loro terreni. Oggi un uomo di 69 anni, nella frazione San Benedetto, Comune di San Pietro in Guarano nel cosentino è morto carbonizzato mentre cercava di arginare le fiamme di un vasto incendio, che si era sviluppato sul costone montuoso, che minacciavano anche il suo terreno. Nella zona si è sviluppato questa mattina un incendio su vasta scala, che ha coinvolto gran parte della montagna al di sopra della frazione di San Benedetto, il 69enne ha visto le fiamme avvicinarsi al suo terreno, minacciando un magazzino di attrezzi e anche l’abitazione poco distante. E – hanno spiegato i carabinieri che sono intervenuti – nonostante le urla disperate dei familiari che cercavano di farlo desistere si è avventurato verso il fronte delle fiamme, cercando di arginarle, ma il fuoco lo ha avvolto e non gli ha lasciato scampo. L’incendio nella zona si è poi esteso anche su altri fronti e la frazione di San Benedetto è stata evacuata in via precauzionale e gli abitanti raccolti in un punto di primo soccorso allestito in un campo di calcio. Le fiamme stanno costeggiando tutto il fianco della montagna e sono ancora al lavoro i vigili del fuoco con autopompe e due elicotteri, le operazioni infatti sono rese difficili dalle condizioni climatiche, vento e siccità. Ieri, un altro pensionato di 68 anni è deceduto a Cessaniti, nel vibonese, mentre cercava di spegnere un incendio che minacciava il suo uliveto. I carabinieri, allertati dai familiari, hanno trovato il suo copro parzialmente carbonizzato.
La Calabria è la Regione più colpita, anche evacuazioni in atto
Nella zona di San Pietro in Guarano dove s’è consumata la tragedia, il capo della Protezione civile regionale Carlo Tansi, ha fatto attivare le associazioni di volontariato di protezione civile che si occupano di anti incendio. Nella stessa zona, una cinquantina di persone sono state fatte allontanare dalle proprie abitazioni a scopo precauzionale. In mattinata tre canadair sono stati impegnati, rispettivamente a San Fili, San Marco Argentano e Papasidero, tutti e tre nel cosentino. Altrettanti elicotteri sono stati impiegati a Sant’Alessio d’Aspromonte, nel reggino, Belmonte e Fagnano Castello, nel cosentino. Per Fagnano e’ stato richiesto un rinforzo delle squadra a terra e un intervento aereo dal momento che le fiamme hanno ripreso vigore. Tre roghi sono in fase di bonifica. Nel reggino, oggi, e’ entrato in azione anche l’Esercito. Una squadra di 32 uomini del 5/o Reggimento Fanteria Brigata meccanizzata “Aosta”, di stanza sullo Zomaro, e’ impegnato in queste ore in contrada “Omomorto” nel territorio del comune di Cittanova per coadiuvare le quadre dei Vigili del fuoco e di Calabria Verde che stanno operando per lo spegnimento delle fiamme che si estendono su un vasto fronte. Dal cielo opera anche un elicottero antincendi. Molti altri roghi vengono segnalati in diversi zone della provincia, sia sul versante tirrenico che su quello ionico. Dal primo pomeriggio un Canadair sta operando in localita’ Acquaro di Cosoleto a sostegno degli uomini a terra per isolare un fronte che sta distruggendo un’area di macchia mediterranea. Risulta completato lo spegnimento di un altro incendio che ha interessato un’area boschiva tra Sant’Alessio d’Aspromonte e Gambarie, e quello che tra la serata di ieri e stamani ha interessato i costoni collinari di contrada Limbone, e contrada Lupardini a Reggio Calabria, dove le fiamme hanno lambito il tratto autostradale presso lo svincolo Reggio-Porto. Altri interventi sono scattati, poco dopo le ore 14 sul versante ionico della provincia, nel territorio di Portigliola. L’esercito, unitamente al Nucleo di ricognizione e all’Ente Parco, con il supporto dei Carabinieri Forestali, sta effettuando un sopralluogo al fine di verificare le zone dove sussistono le maggiori criticita’. Tutta l’attivita’ e’ coordinata dall’unita’ di crisi attivata dal prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari. Per cercare di coordinare gli interventi di soccorso e salvaguardia dei cittadini anche la Regione Calabria ha istituito una unita’ di crisi anticendio, con la partecipazione dei Dipartimenti regionali interessati, Calabria Verde, la protezione civile regionale ed il Comando dei vigili del fuoco. La sala operativa regionale di Calabria Verde, che ha rafforzato la propria attivita’ di allerta e di vigilanza, e’ attiva per tutti i giorni della settimana – 24 ore su 24 – con il numero verde 800 49 64 96 ed il personale della protezione civile e’ mobilitato per eventuali interventi di soccorso alle persone.
Emergenza incendi in Italia, attivato il meccanismo di protezione civile UE: arrivano 2 canadair dalla Francia
Questa mattina il Commissario europeo Christos Stylianides ha attivato il meccanismo di protezione civile europeo e ottenuto l’invio da parte della Francia di due canadair e di un terzo mezzo di supporto aereo antincendio. I velivoli, atterrati a Ciampino attorno alle 13, sono operativi nell’area del Vesuvio e voleranno in formazione con la flotta italiana. “Voglio assicurare ai nostri amici italiani che l’Europa è pronta a dare ulteriore assistenza se e quando richiesto”, ha spiegato il commissario Stylianides.
Incendio Vesuvio, arriva l’esercito: chiusi gli accessi, vulcano off-limits
Resta preoccupante la situazione sul Vesuvio, dove i vigili del fuoco e la protezione civile sono impegnati a circoscrivere i tre fronti dell’incendio che vengono alimentati dalla vegetazione secca e dal vento. Gli accessi al parco sono stati serrati dai militari delle missioni ‘Strade sicure’ e ‘Terra dei fuochi’, ridislocati nella zona dopo una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica tenutasi in Prefettura a Napoli. L’esercito si sta occupando di pattugliare le aree, fermare i piromani e segnalare i nuovi focolai ed è pronto a evacuare la popolazione in caso di emergenza. La situazione è in miglioramento rispetto a mercoledì, ma desta timore la prossimità al fronte del fuoco del comune di Ottaviano, a nordest del vulcano. In serata l’innalzamento del vento dal Tirreno potrebbe complicare le operazioni di spegnimento.
Incendio Vesuvio, l’ufficiale dell’esercito fa il punto della situazione
“La scorsa notte abbiamo bloccato tutte le vie di accesso al Parco Nazionale e stiamo pattugliando assiduamente il territorio per segnalare nuovi roghi e individuare e bloccare eventuali piromani“. Cosi’ il maggiore Carlo Bianchi, comandante del II gruppo tattico Terra dei Fuochi dell’Esercito Italiano (operazione strade sicure raggruppamento Campania) racconta all’Ansa l’ennesima giornata di lavoro contro il fuoco che sta devastando il parco nazionale. Dallo scorso primo luglio, dopo le disposizioni della Prefettura, l’ufficiale e’ al lavoro con 48 uomini e quattro mezzi tattici MV90 sulle pendici del Vesuvio, dove la situazione oggi e’ in miglioramento anche se si registrano nuovi focolai. Fiamme anche nella zona di Agerola, sui monti Lattari, e nella riserva degli Astroni, alla periferia occidentale di Napoli. Ieri in prefettura c’e’ stata una riunione presieduta dal ministro dell’Ambiente Galletti per fare il punto e rimodulare gli interventi: non si esclude che nei prossimi giorni il numero dei militari e dei mezzi impiegati sul Vesuvio possa aumentare. “Abbiamo continui contatti con cittadini e rappresentanti delle istituzioni locali“, prosegue il maggiore Bianchi. “Con i sindaci e le protezioni civili comunali – aggiunge – stiamo lavorando in sinergia, un aspetto che ritengo estremamente positivo“. “Sono molti i cittadini – conclude Bianchi – che ci fermano per chiederci informazioni e rassicurazioni, la situazione sembra in lieve miglioramento ma non bisogna abbassare la guardia, l’attenzione deve essere alta“. Oggi in azione contro i roghi tre Canadair, di cui due francesi. Gli ettari di vegetazione distrutti sono un centinaio.
Incendio Vesuvio, gli interventi delle autorità
Oggi il vescovo di Nola, Francesco Marino, si e’ recato nelle zone interessate dagli Incendi. Il governatore Vincenzo De Luca ha fatto il punto con la protezione civile regionale e con il capo della protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio. “Sin da sabato e’ stato realizzato uno sforzo straordinario“, sottolinea De Luca ribadendo che i roghi sono frutto di “comportamenti delinquenziali“. I sindaci invocano misure straordinarie, per la tutela del territorio e soprattutto per la sua rinascita: i roghi rischiano di mettere in ginocchio tutta l’economia turistica del territorio. La Regione sta valutando la richiesta dello stato di calamita’ naturale, e De Luca rassicura i Comuni: “Gia’ dai prossimi giorni ragioneremo su come ripristinare l’ambiente e i territori devastati“.
Enorme incendio in Sardegna, evacuazioni
Pomeriggio di fuoco in tutta la Gallura orientale da Ala’ dei Sardi a San Teodoro. In campo dalle prime ore del pomeriggio tutte le forze dei vigili del fuoco di Sassari, Olbia e Nuoro per contrastare due vasti Incendi. Il primo ha interessato le impervie colline di Ala’ dei Sardi dove le fiamme sono ripartite dall’incendio spento ieri. La macchina antincendio ha lavorato per ore coadiuvata dai mezzi aerei: due Canadair e un elicottero della Forestale. Evacuate anche una decina di case. L’altro vasto incendio dal pomeriggio a Berruiles, frazione di San Teodoro. Qui la situazione e’ ancora molto critica, le fiamme sospinte dal forte vento di maestrale si stanno dirigendo verso la zona turistica di San Teodoro e Porto Ottiolu. Il fronte del fuoco e’ molto esteso, alcune case sono state evacuate e si registrano forti rallentamenti sulla strada 131. Decine le chiamate dei turisti ai pompieri di Nuoro che stanno operando sul posto assieme alle altre squadre della forestale e della protezione civile. Sulla zona sono arrivati anche due Canadair, gia’ impegnati su altri roghi in tutto il territorio dell’Isola.
Grosso incendio a Metaponto: 600 turisti evacuati
Due aerei Canadair, un elicottero e diverse decine di Vigili del Fuoco sono al lavoro per completare le operazioni di spegnimento del vasto incendio divampato nel pomeriggio a Metaponto di Bernalda (Matera) e che ha reso necessaria l’evacuazione di tre campeggi dove sono ospitate alcune centinaia di persone. Le fiamme, alimentate dal forte vento, hanno provocato danni ingenti, soprattutto al campeggio “Mondial” dove sono andate in fiamme anche alcune casette di legno. Secondo quanto si e’ appreso, nessuno dei turisti presenti in zona e’ rimasto ferito e, per portare a termine la bonifica, le operazioni dovrebbero andare avanti ancora per alcune ore. Intanto, “su richiesta del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd)”, si sono recati sul luogo dell’incendio l’assessore lucano alle infrastrutture, Nicola Benedetto, e il direttore della Protezione civile, Donato Viggiano “per seguire da vicino – e’ specificato in un comunicato – e coordinare le azioni di spegnimento dell’incendio che ha colpito la pineta”.
Continua a bruciare anche la Sicilia
In Sicilia anche oggi sono stati attivi 11 Incendi, che hanno interessato le province di Catania, Messina, Palermo, Enna, Siracusa e Trapani. La sala operativa nazionale ha ricevuto dieci richieste di intervento sull’isola. La situazione è migliorata nel comune di San Vito lo Capo dopo che i turisti sono dovuti fuggire in barca per evitare il fumo che aveva invaso il centro abitato. Le fiamme sono circoscritte ma non spente, e si attende ad autorizzare il rientro dei villeggianti.
Incendi, record di interventi da 10 anni
Dal 1 gennaio sono state 769 le richieste di concorso aereo della flotta di Stato giunte dalle regioni al Dipartimento della Protezione civile: si tratta del picco massimo raggiunto nello stesso periodo negli ultimi dieci anni. Nel 2007 erano state 722 le domande, mentre 458 furono quelle del 2012. In giornata i mezzi aerei sono stati inviati anche in Basilicata, nel Lazio in Abruzzo, Umbria, Sardegna e Puglia.
I geologi: “incendi per la siccità, fenomeni legati al clima”
“Dopo l’allarme siccita’ dovuta alla scarsezza delle precipitazioni, il Paese e’ alle prese con l’emergenza incendi, una delle cause dell’instabilita’ del territorio”. Questo e’ l’allarme lanciato da Paolo Spagna del Consiglio Nazionale dei Geologi in seguito ai roghi che, in questi giorni, stanno interessando il Paese dal Nord a Sud della Penisola. Gli incendiboschivi che hanno colpito varie regioni d’Italia hanno gia’ determinato un record negativo: da meta’ giugno ad oggi, sono andati in fumo ben 26.024 ettari di superfici boschive, pari al 93,8% del totale della superficie bruciata in tutto il 2016. I roghi, per la maggior parte di origine dolosa, creano danni rilevanti non soltanto al patrimonio ambientale, ma – come afferma Spagna – “incidono fortemente sul complesso sistema naturale in equilibrio che la macchia mediterranea e’ in grado di creare a svantaggio dei fenomeni di instabilita’ quali frane ed erosioni in genere del suolo: tutti fattori che sono alla base del dissesto idrogeologico. Da un lato, infatti, viene messa a repentaglio la salvaguardia dei boschi, con la loro indiscutibile funzione di protezione dai rischi naturali; dall’altra le note conseguenze di tale emergenza, ora solo ipotizzabili, possono diventare, purtroppo, in occasione delle prime piogge autunnali, una triste realta’” spiega. Le emergenze piu’ gravi si riscontrano in questi giorni in Campania dove le fiamme non si arrestano. Tre gli incendi che interessano il versante del Vesuvio: a Ottaviano, Torre del Greco ed Ercolano. La situazione piu’ grave si riscontra nel Parco nazionale del Vesuvio dove si e’ arrivati ad un fronte del fuoco di 2 chilometri con gravi pericoli anche per la popolazione. Ma anche altre aree importanti del Sud stanno ancora bruciando, come il Parco nazionale del Cilento e il Parco dei Monti Lattari. In Sicilia, le aree piu’ colpite dagli incendi sono la parte nord della dorsale dei Monti Peloritani, praticamente distrutta, e le province di Catania, Enna, Trapani e Palermo. Nel Lazio rimane critica la situazione nella provincia di Roma. “Il Governo – continua Spagna – dovrebbe definitivamente intervenire per arrestare i colpevoli e consegnarli alla giustizia, tuttavia, senza un intervento dello Stato, la salvaguardia di questi territori tristemente interessati dai roghi e’ fortemente compromessa. Per questo motivo – sottolinea il geologo – la prima cosa da fare, dopo lo spegnimento dei roghi e al fine di prevenire altre calamita’, e’ verificare la stabilita’ dei pendii e delle zone colpite, perimetrando le aree a rischio su cui intervenire con fondi mirati da parte del Governo”.
Fonte: meteoweb