Previsioni Meteo Natale – La situazione meteorologica in Italia rimane monotona in queste ore, con fitta nebbia in pianura Padana (dove continua a fare freddo) e ampie schiarite nel resto del Paese con temperature miti, ma non troppo. Al Centro/Sud, infatti, abbiamo avuto un primo calo delle temperature con valori che nella giornata di martedì 13 dicembre si sono fermati nelle massime ai +17°C di Palermo, +16°C di Reggio Calabria e Salerno, +15°C di Napoli, Catania, Caserta e Catanzaro, +14°C di Bari, Taranto, Benevento e Crotone, +13°C di Lecce, Foggia, Cosenza, Termoli, Vasto e Brindisi, +12°C di Pescara, Avellino e Vibo Valentia, +10°C a L’Aquila, +8°C a Potenza e Campobasso. Nulla d’eccezionale, s’intenda. Ma è un ritorno nella norma del periodo, perchè al Centro/Sud a metà Dicembre non è ancora pieno inverno e queste temperature sono esattamente le medie stagionali.
Ancora per tre giorni (mercoledì 14, giovedì 15 e venerdì 16) la situazione rimarrà invariata, ma con temperature in netto calo a partire da venerdì in tutto il Paese, e soprattutto nelle Regioni Adriatiche. Anche sull’anticiclone, da molti considerato una “sconvolgente anomalia“, è doveroso fare alcune brevi riflessioni: si tratta di una figura tipica del mese di Dicembre nell’Europa centro/occidentale e sull’Italia settentrionale, infatti da che mondo è mondo dicembre è il mese più secco dell’anno per le Regioni del Nord (cioè quello in cui piove di meno), e quello a più alto rischio di smog in pianura Padana, proprio a causa delle condizioni climatiche anticicloniche con nebbia, assenza di vento e temperature molto basse anche nelle ore diurne a causa dell’inversione termica. Nulla di sconvolgente, quindi, o di “anomalo”. Stiamo vivendo un Dicembre assolutamente normale, con temperature che in alta quota su Alpi e Appennini si sono mantenute di gran lunga superiori rispetto alla norma, ma con una situazione sinottica ed effetti al suolo tipici di questa fase “preparativa” dell’inverno, che di fatto deve ancora iniziare con il solstizio del 21 dicembre, e che durerà oltre tre mesi (è bene anche ricordare che in gran parte d’Italia, specie al Sud, il mese di marzo è da sempre più freddo di dicembre).
Di reale c’è soltanto l’ansiosa ossessione dei freddofili e nevofili, che si contraddistinguono anno dopo anno per l’aspetto più lamentoso del loro carattere che li porta a vivere spesso e volentieri il quotidiano con malinconia. Una malinconia assolutamente ingiustificata rispetto alla realtà climatica di oggi e di ieri: basti ricordare l’andamento dell’inverno 2011/2012, quello passato alla storia per l’eccezionale ondata di gelo e neve del mese di febbraio. Eppure fino a fine gennaio aveva fatto molto caldo e di neve non c’era stata neanche l’ombra.
Indimenticabile anche la storica ondata di gelo del 31 Dicembre 2014: sono passati meno di due anni da quegli incredibili due giorni di neve sulle coste più miti d’Italia, dove la “dama bianca” non arrivava da oltre cento anni e in alcuni casi su spiagge in cui non era mai stata documentata prima. E’ stata una delle ondate di gelo e neve più intense degli ultimi secoli, e l’abbiamo vissuta nei nostri tempi, due anni fa. Così come quella del 2012 è stata una delle più significative degli ultimi 120 anni, paragonabile soltanto al 1929, al 1956 e al 1985 con cui si gioca il podio delle “invernate” più fredde e nevose della recente storia d’Italia.
E non è finita qui: come non citare l’incredibile record di nevicata più abbondante di sempre nel mondo, battuto a marzo 2015 (quindi meno di due anni fa!) a Capracotta e Pescocostanzo, nel cuore dell’Appennino centro/meridionale tra Abruzzo e Molise? Con 256cm di neve a Capracotta (1.421 metri, provincia di Isernia) e 240cm a Pescocostanzo (1.395 metri, provincia di L’Aquila) l’Italia ha segnato i due nuovi record di nevicata più abbondante nell’arco di 24 ore, cioè un solo giorno, anche se in realtà tutta questa neve è caduta in circa 18 ore, nella giornata di giovedì 5 marzo 2015. Non è un amarcord di chissà quali tempi andati, ma abbiamo fatto riferimento a tre episodi invernali tutti recentissimi, risalenti agli ultimi 4 anni.
Bando alle ciance, quindi, mettiamo da parte l’atteggiamento masochistico (e un po’ piagnone) tipico degli appassionati di meteorologia, e proviamo a guardare all’evoluzione meteo dei prossimi giorni. In vista di Natale, infatti, avremo una vera e propria “scossa” all’andamento monotono (ma abbiamo visto non certo così tanto anomalo) che sta caratterizzando la prima metà del mese: tutto cambierà a partire da sabato 17 dicembre, quando al Sud inizierà una vera e propria tempesta provocata da un violento ciclone in risalita dal Maghreb. Si tratta di un ciclone di origine atlantica, che arriverà nei prossimi giorni nell’entroterra algerino, rinforzandosi nel cuore del Sahara e poi risalendo in vista del weekend e dell’inizio della prossima settimana verso il nostro Paese. Tra sabato, domenica e lunedì 19 dicembre avremo tre giorni di maltempo estremo al Sud, con impetuosi venti di scirocco e piogge alluvionali in molte zone di Sardegna, Sicilia e Calabria, soprattutto nelle zone meridionali e orientali di queste tre Regioni. Il maltempo dovrebbe estendersi anche al resto del Centro/Sud specie tra domenica sera e lunedì, ma in modo meno violento. Invece all’estremo Sud e sulle due isole maggiori sarà un’autentica tempesta, molto lunga e pericolosa, con scirocco violentissimo (oltre 130km/h), furiose mareggiate e piogge torrenziali per oltre 72 ore. Anche in questo caso, una situazione potenzialmente alluvionale tipica della climatologia dicembrina dell’estremo Sud, dove invece – proprio al contrario rispetto al Nord – dicembre è il mese più piovoso dell’anno proprio a causa di queste tempeste Afro-Mediterranee sempre accompagnate dallo scirocco con forte vento, mare in tempesta e temperature elevate.
In libera atmosfera, infatti, farà decisamente caldo: la neve cadrà soltanto sulla vetta dell’Etna, ad altissima quota. Un elemento tipico delle tempeste Afro-Mediterranee di metà dicembre al Sud, e molto rischioso per il dissesto idrogeologico e per le piene dei corsi d’acqua.
Ma attenzione perchè non finisce qui: proprio per il posizionamento del ciclone Africano in risalita dal Maghreb, le correnti rimarranno orientali sull’Italia Adriatica, e Nord/Orientali sul Nord. Contemporaneamente, all’inizio della prossima settimana, si formerà un lungo ponte anticiclonico tra l’oceano Atlantico, le isole Britanniche e la penisola Scandinava, proprio mentre una grande ondata di gelo polare piomberà sulla Russia. Lungo il bordo meridionale dell’anticiclone, l’aria fredda scivolerà dapprima sui Balcani e poi anche sull’Italia (soprattutto al Nord e sulle Regioni Adriatiche) durante la settimana di Natale (la prossima settimana), con probabili nevicate fino a bassa quota soprattutto sull’Appennino centro/settentrionale. E ancora forte maltempo al Sud: ma di quest’evoluzione parleremo meglio nei prossimi giorni. Intanto è bene concentrarsi sulla violentissima sciroccata del weekend al Sud, perchè gli ultimi aggiornamenti di tutte le mappe sono davvero molto molto pericolosi. Nella gallery a corredo dell’articolo tutte le carte del preciso modello britannico ECMWF.
La situazione meteo sta per “accendersi”, e visti gli effetti che avremo sul nostro territorio, tra pochi giorni ci sarà soltanto da rimpiangere questo tanto “odiato” anticiclone…
Fonte: meteoweb