Come confermato da autorevoli fonti militari americane, la presa della città irachena di Ramadi da parte dei miliziani dell’ISIS, fedeli al Califfo Abu Bakr Al Baghdadi, sarebbe avvenuta proprio durante il passaggio, nella zona, di una grossa tempesta di sabbia. Difatti pare che l’avanzata sul campo da parte dei combattenti dello Stato Islamico sia in parte favorita dal ripetersi di queste tempeste di sabbia, caratteristiche del periodo primaverile sul deserto siriano e iracheno. Durante l’arrivo della tempesta di sabbia, proveniente dai deserti sabbiosi dell’Iraq occidentale (non lontano dal confine con la Siria), la scarsissima visibilità ha impedito agli aerei della coalizione, in particolare americani e iracheni, di poter effettuare i consueti “strike” aerei contro le colonne di blindati dei miliziani di IS, impedendone l’avanzata sul terreno.
Così, approfittando della pessima visibilità orizzontale e dell’inoperatività dei caccia della coalizione, i combattenti fedeli al Califfo hanno cominciato ad avanzare verso la città di Ramadi, sfondando senza grosse difficoltà le deboli linee di difesa tenute dall’esercito iracheno e dalle milizie sciite, appoggiate militarmente dall’Iran, ed entrando sulla città irachena issando le bandiere nere dell’ISIS. Questa nuova strategia di IS, capace di sfruttare le condizioni meteorologiche locali per continuare la propria avanzata verso Baghdad, ha stupito molti analisti.
Ma a quanto pare già in altre occasioni i miliziani di IS avrebbero effettuato delle offensive proprio durante l’arrivo delle tempeste di sabbia, ben sapendo che in queste situazioni meteorologiche così estreme (con la visibilità che può essere inferiore a due metri mentre l’aria diventa irrespirabile) per gli aerei della coalizione internazionale, impegnati ad arrestare l’avanzata sempre più pericolosa dello Stato Islamico, è praticamente impossibile alzarsi in volo. Ora le truppe regolari dell’esercito iracheno, appoggiate dalle milizie sciite filo-iraniane, dopo la rovinosa fuga da Ramadi, tentano di impartire una nuova controffensiva, sperando di non dover incappare in altre tempeste di sabbia che potrebbero rendere le operazioni militari proibitive.
Fonte: meteoweb