Anche la prima decade del mese di Giugno continua a presentare un andamento piuttosto dinamico della circolazione emisferica, con il passaggio di grandi onde troposferiche risonanti (grandi ondulazioni anticicloniche ben strutturate nella media e alta troposfera) che riescono ad estendersi, con i loro elementi più settentrionali, fino alla fascia temperata e le latitudini sub-polari. Il pattern atmosferico dominante lungo l’emisfero boreale non subirà modifiche di rilievo da qui ai prossimi mesi.
Ciò si dovrebbe tradurre in un inizio d’estate caratterizzato dalla persistenza di questa continua “altalena termica”, tra fasi calde e soleggiate, a tratti anche particolarmente intense per la stagione, inframmezzate da rapide incursioni di aria più fresca e umida dalle latitudini nord-atlantiche, o dall’Europa settentrionale, in grado di innescare fasi di tempo instabile. Come avevamo avuto modo di analizzare nei precedenti editoriali molto probabilmente questi continui alti e bassi delle temperature, potrebbe essere ragionevolmente spiegato in seno ad un complesso schema circolatorio emisferico che comincia a risentire dei primi effetti di “El Niño”, in fase di accentuazione sul Pacifico centro-orientale, è della “QBO” orientale (fase negativa), attualmente in azione.
Difatti, mentre “El Niño”, in fase di intensificazione sul Pacifico centro-orientale, favorirebbe un incremento delle ondate di calore verso le medie latitudini, la“QBO-“, al tempo stesso, si associa ad un vortice polare spesso disturbato che agevola significativi rallentamenti delle correnti zonali, alle medio-alte latitudini, con la conseguente instaurazione di flussi meridiani (veloci scambi di calore fra tropici e polo). Al contempo bisogna anche fare i conti con un vortice polare troposferico sempre più debole e instabile, duramente debilitato dal“final warming” d’inizio primavera. In questo caso il vortice polare si presenta posizionato con i propri elementi leggermente fuori asse rispetto la sua posizione geografica ordinaria, suddividendosi in più “lobi”, generalmente due o tre, che scivolano verso latitudini più meridionali, fino a coinvolgere le regioni temperate dove originano intense avvezioni.
Ormai da diverse settimana la figura del vortice polare mostra evidenti segni di debolezza, con quest’ultimo suddiviso in due o più “lobi” secondari che tendono a spostarsi verso le coste della Siberia settentrionale e l’Arcipelago Artico canadese. Le recenti ondate di caldo, seguite da improvvise e rapide avvezioni fredde che hanno riportato le temperature largamente sottomedia sulla Siberia orientale, indicano che questa circolazione ad onde lunghe si è ormai ben collaudata sull’intera area euroasiatica. Del resto l’indebolimento parziale delle correnti occidentale si avverte soprattutto alle quote medio-alte della troposfera, con un forte rallentamento del ramo principale della “getto polare”, che sovente si presenta fra i 30° e i 60° di latitudine nord e sud, ai confini fra la Cella di Hadley e la Cella di Ferrel.
Perdendo buona parte della sua forma il“getto polare”, per una nota legge fisica, comincia ad ondularsi su se stesso creando delle grandi onde su scala planetaria, meglio note come le “onde di Rossby”. Le“onde di Rossby”, lunghe da 1.000 a 10.000 km, si formano con una precisa successione di tempi e tendono a muoversi da ovest verso est, con una velocità di propagazione che è direttamente proporzionale alla loro lunghezza e alla velocità media di spostamento delle correnti nell’alta troposfera. Questo rallentamento del flusso zonale sta comportando l’istaurazione di pattern atmosferici persistenti, con una continua alternanza tra saccature e promontori anticiclonici distesi lungo i meridiani che influiscono pesantemente sulle dinamiche atmosferiche, prolungando le fasi perturbate come i periodi siccitosi o le ondate di calore o di freddo.
Tale persistenza può dare luogo a pesanti ondate di caldo, intense avvezioni fredde, siccità o situazioni meteorologiche estreme, come eventi alluvionali e prolungati periodi di maltempo, che possono rimanere “stabili” per più giorni, settimane o addirittura mesi interi. Inoltre la presenza di una circolazione che si sviluppa lungo i meridiani, dovrà fare i conti con l’aumento dell’energia in gioco. Le avvezioni di aria fresca, a seguito del passaggio dei rispettivi cavi d’onda, scivolando di latitudine si troveranno a scontrarsi con masse d’aria sempre più calde (specialmente sopra le aree continentali), accumulate nei bassi strati dal maggior soleggiamento di stagione (massimi di insolazione), favorendo così lo scoppio di temporali particolarmente violenti. Insomma, quello che tenderà a delinearsi sarà un contesto meteo/climatico molto instabile, dinamico e per certi versi inaffidabile, specie per quanto riguarda l’evoluzione modellistica elaborata verso il medio-lungo termine. In accordo con tali dinamiche qui menzionate non c’è da stupirsi se l’estate 2015 vedrà questi continui sbalzi termici, fra ondate di calore e irruzioni di aria più fresca che si accompagneranno allo sviluppo di brevi ma intense manifestazioni temporalesche.
Fonte: meteoweb