Il governo ha deciso: il Collegio Romano verrà chiuso con tanto di delibera ministeriale. Addio ad un tesoro dal valore inestimabile, perde la scienza e la storia del nostro Paese
Chiusura in vista per uno dei luoghi più importanti, sia dal punto di vista pragmatico che simbolico, della meteorologia italiana: il Ministero delle Politiche Agricole ha infatti decretato la restituzione dei locali romani dove ha sede dell’Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all’Agricoltura (Cma) del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), erede diretto del primo Ufficio meteorologico governativo, e che ospita l’archivio meteorologico storico italiano.
L’edificio del centro storico romano in cui ha sede oggi il Cra-Cma è l’erede diretto del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia che, istituito nel 1876, rappresentò il primo Servizio meteorologico centrale in Italia. A sua volta l’Ufficio Centrale nacque dal primo Ufficio Centrale Meteorologico fondato dal Ministero della Marina nel 1865. Dal 1866 una ventina di stazioni meteo costiere iniziarono a telegrafare osservazioni meteorologiche all’Ufficio, il quale creava un collettivo con le osservazioni provenienti dagli uffici centrali francesi e britannici, trasmettendolo a Genova, Livorno, Napoli, Palermo, Messina e Ancona, dove organismi locali emettevano previsioni del tempo.
Nel tempo l’Ufficio Centrale ha costruito un Archivio meteoclimatico storico che attualmente raccoglie oltre quaranta milioni di dati meteorologici, uno dei pochissimi al mondo con serie storiche plurisecolari, preziosa fonte di informazioni per le ricerche anche internazionali sul clima e sui cambiamenti climatici. Le serie sono state solo in piccola parte digitalizzate, grazie a fondi specifici appositamente stanziati, ma l’attività è in continuo avanzamento. La decisione di restituzione degli spazi è stata presa, con decreto del 23 giugno, in considerazione della necessità di razionalizzare l’ente e a causa degli alti costi di gestione dell’immobile che ospita le strutture.
Non è ancora stato stabilito dove sarà trasferito tutto il preziosissimo materiale, non si sa neanche quale sarà la futura collocazione della Biblioteca, dell’immenso archivio storico e della collezione di antichi strumenti meteorologici, astronomici e geologici, un patrimonio inestimabile portato avanti per oltre due secoli da numerose personalità con grande passione.
Dal governo italiano una barbarie nei confronti della scienza e della storia, proprio mentre l’Italia viene colpita da eventi meteorologici sempre più devastanti e bisognerebbe invece supportare la scienza meteorologica. Invece i nostri governanti decidono di marginalizzarla sempre di più.
Fonte: meteoweb