E’ davvero sconcertante quello che si sta per verificare sul mar Glaciale Artico nei prossimi giorni. Potrebbe trattarsi di una delle avvezioni calde più intense registrate sull’Artico, ma in climatologia i conti si fanno sempre alla fine con dati alla mano. L’intensa ondata di calore, proveniente dalle vaste pianure della Russia europea, che nei giorni scorsi ha determinato una brusca scaldata anche sui territori della Siberia occidentale, facendo schizzare i termometri oltre il muro dei +29°C +30°C all’ombra a ridosso del Circolo polare artico, ora si sta spingendo verso l’Arcipelago Artico russo, rischiando di originare un sorprendente rialzo termico in prossimità del Polo Nord.
In alto si nota come un flusso di aria piuttosto calda, con isoterme di +10°C a 850 hpa, invada gran parte del mar di Barents e l’Arcipelago Artico russo
La persistenza di questa intensa onda di calore ha favorito un notevole aumento del geopotenziale in quota associato al robusto promontorio anticiclonico di blocco che da più giorni insiste fra gli Urali e la Russia europea. Anzi proprio nella giornata odierna il solido anticiclone di blocco russo, caratterizzato da un massimo di geopotenziale in quota determinati dall’”avvezione di spessore” che nei giorni scorsi si è realizzata sul comparto orientale europeo, comincerà pian piano ad assottigliarsi per essere eroso lungo il suo bordo più occidentale, a causa dell’inspessimento del “gradiente barico orizzontale” che si verrà a realizzare fra la vasta circolazione depressionaria, con più minimi barici al suolo, posizionata sulla Scandinavia e la sopra menzionata struttura anticiclonica. La notevole pressione esercitata da questa vasta depressione extratropicale scandinava nei confronti dell’anticiclone di blocco posizionato sulla Russia europea costringerà quest’ultima a risalire ulteriormente di latitudine, elongando il proprio asse principale verso nord, al di là del Circolo polare artico, fino a inglobare l’Arcipelago russo della Novaja Zemlja.
La configurazione sinottica al suolo odierna
Elevandosi fino al mar Glaciale Artico il promontorio anticiclonico di blocco russo contribuirà, già da domani, a convogliare dal suo margine più occidentale verso l’Artico russo masse d’aria calde, di lontane origini sub-tropicali continentalizzate, fino alla Novaja Zemlja, al mare di Barents (completamente libero dai ghiacci) e alle isole Svalbard, attraverso l’inserimento nei bassi strati di una calda ventilazione da SE ed E-SE che dalla costa artica russa si propagherà al mare di Barents e alle Svalbard, canalizzandosi sul ramo ascendente dell’ampia circolazione depressionaria centrata sulla penisola scandinava. Osservando le mappe delle isoterme alla quota isobarica di 850 hpa si nota l’afflusso di una lingua di aria davvero calda, nella libera atmosfera, che spingerà l’isoterma di +10°C sulla Novaja Zemlja, mentre le isoterme di +5°C +6°C arriveranno a lambire le Svalbard, in piena regione artica, dove le temperature, sia in quota che nei bassi strati, subiranno un brusco aumento, portandosi su valori largamente positivi, a doppia cifra, su quasi tutto l’Artico russo e norvegese. Vedere simili isoterme a 850 hpa nel cuore del mar Glaciale Artico è davvero molto raro, oltre che letale per i ghiacci del Polo Nord.
Questa imponente avvezione di aria calda, che risalirà lungo il bordo occidentale del robusto blocco anticiclonico che si assottiglierà al traverso della Russia europea, con moderate correnti da SE e E-SE sul mare di Barents e il settore più occidentale dell’Artico russo, persistendo per diversi giorni determinerà una forte anomalia termica positiva che si ripercuoterà fra l’alto mar di Norvegia ed il mare di Barents, con valori di oltre i +9°C +10°C superiori rispetto alle medie per il periodo. Il rialzo termico più significativo si riscontrerà proprio sulla Novaja Zemlja dove si potranno registrare temperature massime di ben
+15°C +16°C, localmente anche più lungo le coste occidentali soggette a venti favonici di caduta da E-SE ed Est che riscalderanno ulteriormente, per
“compressione adiabatica”, la massa d’aria già calda in origine, determinando brusche quanto improvvise scaldate. Ma il gran caldo, davvero eccezionale data la latitudine, si estenderà fino alle Svalbard e al Finmark norvegese, dove si rischia di sperimentare temperature massime comprese fra i
+15°C e i
+20°C, grazie alla complicità delle calde correnti da E-SE nei bassi strati.
La freccia rossa indica l’onda di calore che dai bassopiani della Russia orientale si versa fin sul mare di Barents, invadendo parte del mar Glaciale Artico
In tale contesto veramente inquietante per la salute dell’Artico le isole Svalbard fungeranno da spartiacque con il resto del mar Glaciale Artico, che essendo coperto dal ghiaccio subirà ancora gli effetti dell’”Albedo”. Le temperature dell’aria positive, purtroppo, rischiano così di far sciogliere gli ultimi mucchietti di neve presenti in molte isolette artiche. L’aumento termico però rischia di accelerare ulteriormente la fusione del ghiaccio marino ancora presente sul settore settentrionale del mar di Kara e sulle isole dell’arcipelago russo della Terra di Francesco Giuseppe, dove nei prossimi giorni inizieranno ad aprirsi aree di acque libere. Ma l’Artico, nelle prossime settimane, rischia di subire nuovi pesanti attacchi caldi anche dalle terre siberiane, che in questi giorni si sono sensibilmente riscaldate, a causa del continua soleggiamento e del massiccio surriscaldamento delle steppe e delle aree desertiche dell’Asia centrale, che favorisce l’isolamento di masse d’aria sempre più calde, continentalizzate, pronte a spingersi fin sul mare Glaciale Artico non appena s’instaura un promontorio anticiclonico dinamico disteso lungo i meridiani, fra gli Urali e la Siberia centro-occidentale.
Si nota la totale assenza di neve sulle lande boreali e persino su molte isole artiche (credit NOAA)
Queste avvezioni calde, spesso ben strutturate anche alle quote superiori della troposfera, assottiglieranno la figura del vortice polare che manterrà il proprio baricentro principale sul settore occidentale dell’Artico, con una profonda depressione colma di aria gelida, e un minimo di geopotenziale in quota, collocati fra il settore settentrionale del mare di Beaufort e l’arcipelago artico canadese.
Fonte: meteoweb