Come abbiamo ripetuto più volte i passaggi zenitali del sole hanno delle importanti ripercussioni sul clima planetario, influenzando gli spostamenti del famoso “fronte di convergenza intertropicale“, noto con l’acronimo di ITCZ. Una estesa cintura di bassa pressione di natura termica, nei bassi strati, che circonda la terra attorno l’equatore. Questo regime di bassa pressione termica (valori che possono scendere sotto i 1005 hpa), che predomina lunga la fascia equatoriale, è originato dal costante riscaldamento e dalla convergenza degli Alisei di NE e SE che convogliano masse d’aria molto umide e calde proprio attorno l’equatore le quali scontrandosi sono costrette ad innalzarsi verso l‘alto, generando forti moti convettivi (correnti ascensionali particolarmente intense) che alimentano l’insorgenza di imponenti nubi cumuliformi (cumulonembi temporaleschi che possono raggiungere anche i 16-17 km di altezza), capaci di dare luogo a forti temporali e rovesci di pioggia (alle volte accompagnate da impetuose raffiche di “downbursts”) anche violenti, solitamente concentrati durante le ore pomeridiane e serali.
Il
“fronte di convergenza intertropicale”non resta stabile presso l’equatore, ma subisce delle periodiche fluttuazioni a sud e a nord della linea equatoriale, seguendo i passaggi zenitale del sole. In questo periodo, con l’avvento della primavera boreale, il sole comincia ad avvicinarsi allo
Zenit nella fascia a nord dell’equatore, con massimi di insolazione concentrati tra i mesi di Maggio e Giugno a ridosso del tropico del Cancro. Ciò comporta un conseguente innalzamento dell’
ITCZverso la zona climatica a nord dell’equatore, iniziando quel cammino che lo spingerà verso la fascia tropicale settentrionale, dove l’arrivo dell’estate boreale coincide con l’inizio della stagione delle piogge (le piogge zenitali sull’Africa sub-sahariana e i Monsoni sull’Asia meridionale).
In questi giorni il graduale riscaldamento dei territori desertici dell’Africa sub-sahariana e del Sahara, generato dall’avvicinamento del sole allo
Zenit (sempre più alto sull’orizzonte) e alla presenza di un regime anticiclonico, con aria calda e molto secca nei bassi strati, sta favorendo una fluttuazione dell’
ITCZverso nord lungo il fronte africano. Nonostante i tradizionali “disturbi” primaverili di questi giorni, con qualche rovescio e temporale di troppo soprattutto sulle aree più interne, la bella stagione è destinata ad avere la meglio, anticipando il suo ingresso rispetto alla tradizionale tabella di marcia. In questo periodo dell’anno il sole tende sempre più ad avvicinarsi allo
Zenit (quando i raggi solari cadono perpendicolarmente sul terreno nelle ore centrali del giorno) lungo la fascia tropicale dell’emisfero boreale, tra l’equatore e il tropico del Cancro, determinando l’inizio della stagione più calda, specie nei territori con clima prettamente continentale, fra i deserti della penisola Arabica, l’India, il Pakistan e tutto il comprensorio dell’Africa sub-sahariana.
Il
“fronte intertropicale” ha già raggiunto l’area del Golfo di Guinea e i paesi che si affacciano su di esso, causando una notevole intensificazione dell’attività convettiva nelle suddette zone, ulteriormente enfatizzata dall’intensificazione dall’umido
“Monsone di Guinea”, che è un vento molto umido che spira da Sud o Sud-ovest e porta piogge e forti temporali lungo le coste dell’Africa occidentale, specie lungo l’area del Golfo di Guinea. Questo vento, semi/permanente lungo la fascia sub-equatoriale dell‘Africa occidentale, corrisponde all’
Aliseo di SE che viene fatto deviare verso destra dalla profonda bassa pressione equatoriale (depressione termica equatoriale) dell’Africa centrale, questo spiega perchè nei bassi strati lungo il Golfo di Guinea quasi tutto l’anno abbiamo venti permanenti al suolo da Sud, S-SO e SO. Con la risalita verso nord del
“fronte intertropicale” il flusso umido del
“Monsone di Guinea” si intensifica notevolmente lungo l’area del Golfo per l’incremento del
“gradiente termico” e del
“gradiente barico” fra il Golfo di Guinea e la fascia saheliana (confini meridionali del Sahara), che come detto proprio in questo periodo comincia a scaldarsi notevolmente, favorendo lo sviluppo di una depressione termica nei bassi strati, con valori sotto i
1005-1000 hpa.
In questo modo il
“Monsone di Guinea”comincia a risalire verso nord, trasportando le prime infiltrazioni umide verso i settori più meridionali della fascia saheliana, dove l’aria umida scalza l’aria secca preesistente, favorendo lo scoppio dei primi forti temporali
“termoconvettivi” durante le ore pomeridiane e serali. Proprio quello che sta accadendo in questi giorni sui paesi che si affacciano al golfo di Guinea, dove la risalita dell’
ITCZ e l’insorgenza di aria ricca di umidità dai quadranti meridionali sta alimentando le prime grosse
“Cellule temporalesche” e la formazione dei primi
“Clusters multicellulari” che segnano l’inizio della stagione piovosa fra il nord del Camerun, la Nigeria, il Ghana, la Costa d’Avorio, il Benin, il Togo e gli altri stati che sporgono sull’area guieana.
Prime espansioni dell’anticiclone nord-africano verso il Mediterraneo ?
Lo spostamento verso nord del “fronte intertropicale”, con l’attivazione di una intensa attività convettiva a nord dell’equatore, sta favorendo a sua volta una variazione verso nord del baricentro del grande anticiclone sub-tropicale sahariano (Cella di Hadley sull’Africa settentrionale), con una contemporanea estensione a settentrione dell’area interessata dai fenomeni di“Subsidenza atmosferica” (correnti discendenti associate a un regime di alta pressione). Attualmente il baricentro del potente anticiclone sub-tropicale si trova posizionato nel cuore della regione sahariana, dove il clima si presenta secco e molto caldo, con il continuo soffio dei polverosi venti di “Harmattan”.
Entro fine mese, un ulteriore fluttuazione verso nord dell’
ITCZ, potrebbe spingere i margini settentrionali del promontorio anticiclonico nord-africano, influenzo le condizioni meteorologiche anche sul nostro paese. Ma come abbiamo avuto modo di spiegare più volte un posizionamento avanzato dell’
ITCZ non sempre agevola la risalita dell’opprimente anticiclone sahariano, o del più famoso “Ibrido” (azzorriano nei bassi strati e africano in quota), verso il mar Mediterraneo. Difatti, a fronte di un posizionamento avanzato, ben oltre la media climatologica, l’insistenza delle umide correnti atlantiche e di un impetuoso
“getto sub-tropicale” lungo il nord-africa e l’area mediterranea dovrebbe mantenere basso di latitudine il baricentro delle robuste cellule anticicloniche africane, sfavorendo a suo modo una loro diretta proliferazione sul “mare Nostrum”.
Solo un venir meno di queste condizioni o l’indebolimento del flusso perturbato oceanico, con una maggiore ondulazione del
“getto sub-tropicale”, potrà agevolare la risalita della cupola anticiclonica sahariana tra Mediterraneo ed Europa meridionale, con le prime associate ondate di calore (rimonte sub-tropicali). Condizioni che ritroveremo proprio all’inizio della prossima settimana, allorquando la prima intensa ondata di calore della stagione risalirà verso il bacino centro-occidentale del Mediterraneo, interessando più direttamente le nostre regioni meridionali e le Isole Maggiori, dove fra lunedì 4 e martedì 5 si potranno registrare i primi
+35°C +36°C di stagione.
Fonte: meteoweb