Se il meteo non sarà perfetto nel suo ultimo viaggio verso Genova, la Costa Concordia potrebbe rischiare davvero di inabissarsi. Stiamo parlando di un viaggio di una nave rattoppata della durata di almeno 4 giorni in un mare insidioso come il Mediterraneo, anche in pieno luglio.
Se ad esempio il trasferimento si fosse compiuto in questi giorni il rischio di naufragio sarebbe stato pressochè certo, visto le condizioni previste, con tutte le drammatiche conseguenze ambientali che ne conseguirebbero.
Anche l'ipotesi che possa staccarsi un cassone, ventilata da Greenpeace, è assolutamente da tenere in considerazione. Chi è in grado di assicurare la tenuta di una nave così deteriorata, rimasta per una buona metà a marcire appoggiata alle rocce del Giglio per moltissimi mesi?
Nella decisione di arrivare addirittura a Genova e non a Piombino come si era a lungo ventilato, sembra allora esserci come al solito la mano dei poteri forti. Una decisione sulla quale forse sapremo di più, come è avvenuto alla fine per le grandi opere nel nostro Paese (leggasi Expo, Mose).
Si, perchè qui non si tratta di portare soldi in Toscana o in Liguria, ma di compiere il minore tragitto possibile per evitare ogni ulteriore rischio per l'ambiente e di conseguenza a tutela della salute della popolazione di questo nostro benedetto Paese e della natura che lo circonda.
5 giorni di sereno e di mare piatto potrebbe assicurarli solo un possente anticiciclone, qualcosa di simile i modelli lo scorgono intorno all'inizio della terza decade del mese di luglio, ma al momento si tratti di ipotesi.
Prima ancora non sappiamo se le operazioni di rigalleggiamento si stiano effettivamente o meno concludendo con successo. Prima ancora dobbiamo capire se c'è davvero volontà di portare via la Costa Concordia dal Giglio entro l'estate...
Fonte: meteolive