L’estate 2014 continua a mostrare il proprio volto dinamico e “avvettivo” su gran parte del vecchio continente. Cosi, mentre sul bacino centro-occidentale del mar Mediterraneo circolano masse d’aria relativamente fredde, d’estrazione sub-polare marittima, che stanno determinando un brusco calo dei valori termici, specie fra Francia ed Italia, più a nord, sul Northland norvegese l’afflusso di aria molto calda dalle latitudini sub-tropicali dell’Atlantico, sta causando una eccezionale ondata di calore, con la caduta di decine di record di caldo. Sembra davvero un paradosso vedere temperature di +34°C sul nord della Norvegia, mentre in molte città italiane il termometro fa fatica a superare i +22°C +23°C in pieno giorno. La latitanza del promontorio anticiclonico azzorriano, deciso ancora una volta di snobbare il “mare Nostrum”, continua a mantenere attiva, sul bacino centrale del mar Mediterraneo, una quasi persistente “lacuna barica” che rende la circolazione atmosferica piuttosto “lasca”, lungo il confine euro-mediterraneo. Questa sopra citata “lacuna barica” può essere prontamente colmata dalla risalita dell’opprimente e caldo anticiclone sub-tropicale libico-algerino, o dalla discesa, fino al cuore del Mediterraneo, di profonde saccature, colme di aria fresca atlantica, che possono dare origine a intense fasi temporalesche, con fenomeni anche di forte intensità sulle nostre regioni centro-settentrionali.
In quest’estate sono state proprio le seconde ad avere la meglio, favorendo l’avvento di queste frequenti avvezioni di aria fresca, dall’Atlantico settentrionale, che hanno originato questi frequenti “break” estivi, a suon di rovesci e temporali, anche di moderata e forte intensità. Così, mentre l’Italia e gli altri paesi che si affacciano sul Mediterraneo continuano a godere di un clima insolitamente fresco e instabile per il periodo, molto più a nord, fra Islanda e Scandinavia, sta succedendo proprio l’esatto apposto. L’estate decantata e invocata dagli italiani pare si sia trasferita in Scandinavia, a ridosso del Circolo Polare Artico. In questi giorni una nuova, quanto intensa, ondata di calore è tornata ad interessare la Norvegia, dove si sta vivendo un Luglio davvero “rovente”, facendo schizzare i termometri oltre il muro dei +33°C +34°C all’ombra. Sono diversi i record battuti e i record di caldo soltanto sfiorati, per questione di decimali. Tra questi, ancora una volta quello di Bergen, che ha registrato un incredibile temperatura massima di ben +28°C, è stato solo sfiorato, perchè la brezza, proveniente dal fiordo, è ruotata troppo presto, non permettendo alla colonnina di mercurio di poter varcare il muro dei +30°C. Notevolissimi pure i +16°C sfiorati in cima al Juvasshoe, oltre i 1900 metri di quota. Le altissime temperature registrate in questi giorni su gran parte del territorio norvegese, ed in particolare sui rilievi più interni, hanno anche contribuito alla rapida fusione del manto nevoso ancora insistente fino a bassa quota, dopo le nevicate tardive di Giugno. Fusione della neve completata anche sulle montagne che sovrastano la città di Tromso (fino ad un mese fa cariche di neve), oltre i 700 metri di altezza, dove in appena tre settimane si sono persi fino a170 cm di neve.
Questa eccezionale ondata di calore che sta duramente colpendo i territori della Norvegia centro-settentrionale è originata dall’afflusso di aria molto calda e relativamente umida, di stampo sub-tropicale oceanica, che dalle latitudini sub-tropicali dell’Atlantico, e più precisamente dal tratto prospiciente le Azzorre, risale in direzione del mar di Norvegia e della Scandinavia, determinando una brusca scaldata.Ma il forte aumento termico che negli ultimi giorni ha interessato la Norvegia e parte del territorio svedese, dove le massime hanno largamente sforato il muro dei +32°C +33°C, è stato indotto da una somma di fattori che contraddistinguono il robusto promontorio anticiclonico, da giorni accasato sulla penisola Scandinava. Il prolungato soleggiamento diurno e le “Subsidenze atmosferiche” prodotte da quest’ultimo, sommandosi al consistente apporto di aria molto calda dalle latitudini sub-tropicali atlantiche, hanno contribuito a far impennare i termometri su valori davvero prossimi ai record assoluti. Soprattutto sul Northland norvegese, dove massime di oltre i +33°C +34°C sono valori estremamente rari per questa ampia porzione della Norvegia. Le masse d’aria calde e relativamente umide avrebbero raggiunto la Norvegia centro-settentrionale risalendo lungo il bordo più occidentale del robusto promontorio anticiclonico, tramite l’attivazione di una moderata ventilazione da S-SO e SO che dall’Atlantico orientale si allunga, tramite un asse piuttosto stretto, fino alla Scandinavia settentrionale.
Quest’aria molto calda, la stessa che alimenta il cuore caldo dell’anticiclone delle Azzorre, ha difatti ben alimentato il promontorio anticiclonico, ormai giunto al traverso col proprio asse principale sulla Scandinavia, con l’isolamento di un consistente massimo di geopotenziale in quota che è alla base dello sviluppo dell’ampio “delta” (diramazione del“getto polare” principale in due rami secondari dello stesso), fra l’Islanda e il mar di Norvegia.La permanenza di questo promontorio anticiclonico azzorriano continuerà, anche nei prossimi giorni, ad “avvettare” masse d’aria molto calde e umide in direzione della Norvegia, dove le temperature si manterranno su valori di ben +7°C +9°C superiori alle medie del periodo. Tale promontorio anticiclonico di blocco, fra le giornate di giovedì e venerdì, verrà nuovamente “tagliato” alla base in due da un nuovo rinforzo del flusso perturbato principale, sul nord Atlantico, favorendone l’evoluzione in “CUT-OFF” anticiclonico sulla penisola Scandinava. Questo “CUT-OFF” anticiclonico sarà evidenziato dalla formazione di un’area con massimi di geopotenziale in quota, completamente autonoma e non più supportata dalla radice calda del promontorio oceanico, che si localizzerà sulla Scandinavia, garantendo su questa condizioni di tempo stabile e soleggiato, in un contesto climatico insolitamente caldo per la latitudine.
Fonte: meteoweb