Che dicembre possa essere caratterizzato da almeno un episodio freddo e da alcune nevicate a bassa quota, stando a quanto evidenziato ieri in sede di proiezioni mensili, pare abbastanza probabile, ma come si arriverà a tutto questo resta piuttosto confuso.
Il modello americano quando c'è un problema da risolvere mette la testa sotto la sabbia come gli struzzi e ci regala nella corsa ufficiale un anticiclone da sabato 6 alla metà del mese, così leva le castagne dal fuoco e si siede a gustarsele davanti al caminetto.
In realtà lascia ai suoi scudieri (i run perturbatori) il compito di cercare di risolvere la questione: e infatti osservando quelli si nota tutta l'incertezza della situazione.
Solo in un paio di run su 20 però i perturbatori sposano l'ipotesi di un affondo anticipato delle saccature artiche nel cuore del Mediterraneo durante il Ponte dell'Immacolata, gli altri, più coerentemente con quanto si affermava ieri, propongono affondi da nord nel periodo immediatamente successivo.
Insomma paradossalmente l'inverno per il modello americano è più vicino rispetto agli altri modelli, che vedono si un affondo artico verso l'Europa meridionale anticipato all'Immacolata ma troppo ad ovest e con risvolti ancora autunnali e piovosi per la nostra Penisola.
L'impressione è che tutti debbano aggiustare un po' il tiro, anche se noi il rischio che la prima irruzione artica andasse troppo ad ovest o troppo ad est l'abbiamo contemplato.
L'impianto di un potenziale cambiamento è decisamente visibile, resta da capire quale ne sarà la modalità.
Addirittura il modello americano, in un pannello (che vi mostriamo qui a fianco) disegna lo scenario barico che, stante gli indici teleconnettivi e le conseguenti valutazioni, si poteva ipotizzare per la seconda parte o l'ultima decade di dicembre.
Che fascino e che sfida riuscire a scoprire quale sarà la soluzione vincente!
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Fonte: meteolive