Lo sviluppo di questo spettacolare ciclone aventi caratteristiche tropicali sul Canale di Sicilia, lo possiamo ritenere un evento davvero raro, ma non eccezionale o impossibile, visto che il nostro mar Mediterraneo quasi ogni anno è capace di sfornare ciclogenesi molto profonde, capaci di produrre precipitazioni di carattere torrenziali e venti violenti con annesse forti mareggiate. Nel caso di ieri però, a favore vi era il particolare contesto sinottico, che vedeva lo scivolamento di una vasta saccatura, di tipo “V-Shaped Through”, sprofondata fin sull’entroterra desertico algerino.
Successivamente andata in “Stretching”, a seguito del persistente blocco anticiclonico presente ad est, il ramo più meridionale di quest’ultima si è rapidamente evoluto in una piccola depressione orografica creatasi per effetto sottovento sul versante meridionale dell’Atlante. Una volta sviluppatasi anche in quota, la piccola depressione si è dapprima spostata sulla Tunisia centro-settentrionale, a nord di Gabes, per poi muoversi in direzione del Canale di Sicilia nel corso della prima mattinata di venerdì 7 Novembre 2014. Proprio in questo frangente, nel corso della mattinata di venerdì 7 Novembre 2014, la piccola depressione orografica algerina, sostando per diverse ore sul Canale di Sicilia meridionale, sopra un ampio tratto di acque superficiali molto calde, antistante la costa tunisina, ha avuto tutto il tempo necessario per incamerare un ingente quantità di energia termica dal mare, iniziando un processo di transizione dallo status sub-tropicale a quello più simil tropicale.
L’avvezione di vorticità positiva, molto intensa a ridosso della Tunisia, innescata dalla fase di“Stretching” della “V-Shaped Through”, ha difatti innescato la vera miccia, iniziando ad invorticare la piccola depressione a mesoscala orografica, sprigionando un immensa forza centrifuga che ha distaccato il sistema dal fronte occluso che era attivo sull’Italia centro-meridionale. Senza una avvezione di vorticità positiva così elevata non avremmo avuto alcun ciclone di tipo tropicale.
Da qui l’intero sistema ciclonico, scorrendo molto lentamente sopra le calde acque del Canale di Sicilia occidentale, nel tratto antistante il golfo di Gabes (dove le acque sono solitamente più calde), ha avuto tutto il tempo di incamerare un ingente quantità di calore latente, che oltre a far scoppiare l’attività convettiva attorno il minimo centrale, ha accentuato la fase di transizione, da sistema“baroclino”, ad una circolazione caratteristica in un ambiente “barotropico” (proprio come ai tropici).
Questa enorme quantità di energia termica incamerata dal piccolo ciclone ha favorito la rapida formazione di enormi sistemi temporaleschi che cominciavano a ruotare attorno al minimo di bassa pressione, ben riconoscibile dal tipico occhio centrale. Tutta questa energia potenziale è stata trasformata in energia cinetica che ha prodotto un improvviso scoppio dell’attività convettiva (correnti ascensionali in rotazione vorticosa) attorno il centro della bassa pressione, comportando un notevole approfondimento di quest’ultima a seguito del calore latente sprigionato dalla condensazione del vapore acqueo messo a disposizione dalla calda superficie del mare. In questi caso il ciclone diventato pienamente autonomo rispetto al contesto sinottico generale, prendendo la sua energia dal calore latente fornito dal mare. Di conseguenza la convenzione è esplosa nel centro del sistema, il “gradiente barico orizzontale”attorno il ciclone si è rafforzato notevolmente, divenendo anche molto fitto, mentre i venti si sono intensificati improvvisamente fino a superare i 100-120 km/h, con veri e proprie bufere di vento, specie sul quadrante meridionale, favorendo la formazione del tipico occhio del ciclone dentro la massa temporalesca, molto ben visibile dalle moviole satellitari.
Subito dopo la rapida evoluzione in un “TLC” il sistema, dotato di una formidabile forza centrifuga, innescata dagli elevati valori di vorticità potenziale in quota sopra il Canale di Sicilia, che ha permesso lo sviluppo di bande nuvolose spiraliformi attorno l’occhio, ha seguito prima una traiettoria est-sud-est, transitando da Pantelleria verso Lampedusa e Linosa, dove ha portato un rapido tracollo della pressione accompagnato da venti di tempesta, che nelle raffiche più violente da Ovest hanno toccato i135 km/h a Lampedusa. L’isola ha beccato i venti più violenti proprio perché si è trovata a pochi km a sud dall’occhio, nell’area dove erano attivo le bufere di vento più forti, con raffiche aventi l’intensità di uragano di 1^ categoria Saffir-Simpson. Dopo aver spazzato le Pelagie, passando sopra Linosa con il suo occhio, il possente “TLC” ha virato verso est-nord-est, in direzione di Malta, dove è transitato con il suo spettacolare occhio, portando dietro di se autentiche bufere di vento che hanno raggiunto l’intensità di uragano di 1^ categoria Saffir-Simpson nelle raffiche più intense su alcune aree ristrette dell’isola.
Durante il tracollo barico, i furiosi venti, da Ovest e O-NO, attivi sul lato sud del vortice, hanno lambito i 152 km/h nella stazione di Bagibba, nella parte nord di Malta. Si tratta di un valore davvero impressionante, ma è sempre una raffica di picco, non un valore mediato per minuto. Per questo sorgono piccoli dubbi sulla reale intensità dei venti, come sul reale valore del minimo barico, per alcuni stimato sui 979 hpa, anche se la struttura vista dalle animazioni dei satelliti era tipica di un vero e proprio “Medicane”. Almeno durante il passaggio fra Lampedusa e Malta l’anello di convenzione circondava perfettamente l’occhio, chiudendolo attorno a imponenti muri di nubi torreggianti, illuminate da continue fulminazioni (frutto della convenzione profonda innescata dal calore latente acquistato sopra il Canale di Sicilia). Il “Medicane” solitamente è contraddistinto da venti molto più violenti, spesso possono toccare punte di 140 km/h e da una pressione centrale molto più profonda che può scivolare persino sui 975 hpa, valore estremamente basso per l’area mediterranea. Nel corso della serata di ieri, subito dopo essere passato su Malta il “TLC”, a causa anche della formidabile forza centrifuga sprigionata, ha cominciato a piegare verso nord-nord/est, risalendo a largo delle coste ioniche della Sicilia, passando vicino Capo Passero nel corso della serata di ieri.
Durante la risalita verso nord-nord/est sul territorio isolano, lambito dal quadrante occidentale del “TLC”, il crollo barometrico causato dal suo passaggio così ravvicinato ha attivato venti forti, con raffiche di picco fino a 50 nodi all’imbocco del porto di Siracusa e all’aeroporto Fontanarossa di Catania, con raffiche forti da N-NE e Nord. Nella notte, i venti di burrasca forte, da N-NE, accompagnati da piogge intense, rovesci temporaleschi e mareggiate, hanno sferzato per ore le province di Ragusa, Siracusa e Catania, per effetto dello stazionamento del ciclone, con l’occhio centrale a circa 30 chilometri dalla costa. Fortunatamente i venti di tempesta più violenti sono rimasti attivi sul basso Ionio, dove si è creato un imponente moto ondoso confuso e indeterminabile nella direzione di provenienza dell’onda. In questa fase il ciclone presentava tutte le peculiarietà di un “TLC”,proprio come ai tropici, in un atmosfera “barotropica”, in aria calda. Per molte ore ha mantenuto un occhio ben definito, con spettacolari bande nuvolose spiraliformi tutte attorno, foriere di rovesci e di temporali anche molto intensi, con elevatissimi indici di rain/rate. Il vento forte, che entrava sulle coste della Sicilia orientale con una componente fra N-NE e Nord, più da Ovest fra ragusano e basso siracusano, ha causato, inoltre, 20.000 disalimentazioni elettriche nel siracusano e nel catanese, al momento in via di risoluzione, mentre le mareggiate e frane hanno interrotto, in alcuni tratti, la viabilità sulla statale 114 tra Catania e Siracusa. Solo dalla prima mattinata odierna, con il rientro in quota dei valori della vorticità isoentropica, il sistema ha cominciato a perdere energia, iniziando a dissiparsi sullo Ionio catanese, prima di colmarsi definitivamente, e venire assorbito dal flusso principale, attivo nella media e alta troposfera, sopra lo Ionio.
Fonte: meteoweb