Dopo essere stata a lungo invocata l’estate è sbocciata nel pieno della sua forma sul nostro paese. Nella giornata odierna, in molte località italiane, come sulle pianure di Lombardia, Emilia, Veneto e Romagna, la colonnina di mercurio è schizzata al di sopra dei +32°C +33°C, mentre nelle aree più interne della Sardegna e della Toscana, specie nella Maremma, si superano i primi +35°C +36°C. Su tutti spicca il dato della città di Grosseto, schizzata a ben+37°C all’ombra, la più calda d’Italia. Un solido promontorio anticiclonico, di natura sub-tropicale africana (una costola del più famoso anticiclone sahariano), sta coprendo l’intero territorio nazionale, inclusa l’area balcanica ed una larga fetta del comparto centro-orientale europeo. Questo impianto anticiclonico è contraddistinto da una “avvezione di spessore”(avvezione d’aria calda che si estende alle quote superiori della troposfera) che sta determinando un ulteriore incremento dei valori di geopotenziale in quota, producendo una estesa fascia di“Subsidenze atmosferiche” (correnti discendenti tipiche nei regimi anticiclonici) che stanno rasserenando i cieli su mezzo continente, inibendo lo sviluppo di nubi significative e contribuendo a far impennare le temperature oltre le medie del periodo. Nella giornata odierna il promontorio anticiclonico, di matrice sub-tropicale nord-africana, si è ulteriormente rinvigorito, causa l’affondo sul vicino Atlantico, a largo delle coste della Galizia, della circolazione depressionaria che lo scorso weekend ha sostato per più giorni davanti l’Irlanda.
Questa spostandosi verso sud, nel tratto di oceano a nord-ovest delle coste galiziane, comincia gradualmente a perdere energia, poiché isolato dal flusso perturbato principale, anticipando il processo di “CUT-OFF” (vortice ciclonico chiuso in quota) sull’Atlantico orientale. Trasformandosi in un “CUT-OFF” in quota sul vicino Atlantico, tale struttura depressionaria chiusa in quota determinerà la conseguente risalita di correnti meridionali verso la Spagna e la Francia (pre-frontale), mentre più ad est, lungo il bacino centrale del Mediterraneo, si rafforzerà l’avvento di un’avvezione di aria calda e molto secca in quota dall‘entroterra desertico algerino, la quale contribuirà a rafforzare il già presente promontorio anticiclonico già strutturato a tutte le quote, ridefinendolo in un autentico promontorio anticiclonico di blocco. L’ulteriore apporto di masse d’aria calde e secche in quota, di tipo sub-tropicale continentale, provenienti dagli “arroventati” deserti dell’Algeria orientale e della Libia occidentale (dove si superano i +45°C +46°C all‘ombra), darà una notevole enfasi alla già sopra citata “avvezione di spessore”, che comincerà a crescere di quota (per questo si definisce di “spessore”) interessando gli strati medi e superiori della troposfera.
Questi flussi caldi, d’origine sub-tropicale continentale (provenienti dalla regione sahariana, dai 25°-30° latitudine nord), crescendo di quota tendono ad investire una maggior fetta di troposfera, comportando importanti aumenti dei valori di geopotenziale (a 500 hpa), coadiuvati da sensibili aumenti termici (sia d’origine radiativa che per il contributo dell’insolazione). L’aumento dei valori del geopotenziale in quota ovviamente tendono a stabilizzare maggiormente la massa d’aria calda, che sale dalle latitudini sub-tropicali, associando ad essa condizioni spiccatamente anticicloniche, anche se non manca mai la copertura nuvolosa, di tipo avvettivo (alta e stratiforme). Il rialzo del geopotenziale in quota, oltre a stabilizzare la massa d’aria sub-tropicale, sempre che non vi siano intrusioni fredde nell’alta troposfera dai quadranti sud-occidentali o occidentali (spesso responsabili dello scoppio improvviso dei violenti temporali pre-frontali che salgono il ramo ascendente di una saccatura o di una giovane ciclogenesi), favorisce al contempo una recrudescenza della calura nei bassi strati, vuoi anche per il contributo dell’insolazione che della stessa ventilazione meridionale, dominante in seno ai flussi sub-tropicali. E’ proprio in questa fase che tende a svilupparsi la cosiddetta onda mobile di calore (“heat waves” in inglese) che s’innesca lungo i confini fra un’area anticiclonica, particolarmente strutturata nella media troposfera, e il ramo ascendente (bordo orientale) di una estesa saccatura che dalle alte latitudini (sub-polari) si estende verso latitudini più meridionali.
Sul bacino del Mediterraneo l’avvento delle classiche ondate di calore si delinea nell’erezione, verso nord o nord-est, di robusti anticicloni di blocco che dall’entroterra desertico del Marocco, dell’Algeria e della Libia si innalzano verso il “mare Nostrum”, venendo alimentati al proprio interno da un esteso flusso di aria calda e molto secca che viene aspirata direttamente dal Sahara centro-occidentale, più precisamente dall’area del Maghreb. In genere in queste situazioni l’aumento della “compressione adiabatica” generato dall’”avvezione di spessore” negli strati intermedi, le notevoli “Subsidenze atmosferiche” (correnti discendenti tipiche nelle aree anticicloniche), l’intensa insolazione e la scarsa umidità, inibita proprio dalla“compressione” verso il basso delle masse d’aria, già in origine piuttosto calde (aria sub-tropicale), comportano un sensibile aumento delle temperature che si riscontra soprattutto nei medi e bassi strati della troposfera. Le configurazioni adatte per l’innesco delle ondate di calore risultano molto frequenti fra la tarda primavera e l’estate e possono interessare anche l’Europa centro-settentrionale, con risentimenti fino alle latitudini sub-polari. Tale dinamica favorirà un ulteriore aumento dei valori termici, che fra domani e mercoledì potranno schizzare anche sopra il muro dei+33°C +34°C, con occasionali picchi di +35°C +36°C. Questa ondata di calore ci terrà compagnia per buona parte della prossima settimana, almeno fino a venerdì e sabato, grazie alla persistenza e alla solidità del promontorio anticiclonico sub-tropicali che oltre ad assumere la classica forma ad “Omega”, evolvendosi in anticiclone di blocco, continuerà ad essere ben alimentato dalla sopra citata “avvezione di spessore” che renderà l’intera impalcatura anticiclonica piuttosto persistente.
Fonte: meteoweb