Le masse di aria molto fredde, che in questi giorni si sono addossate fra le Repubbliche Baltiche, la Polonia, la Bielorussia, la Slovacchia, l’Ungheria e la Croazia, iniziano a riversarsi sull’Adriatico, a piccole dosi. L’aria fredda, e molto densa, raggiunge le nostre regioni adriatiche, in particolare l’Abruzzo, il Molise e la Puglia, incanalandosi lungo i valichi naturali delle Alpi Dinariche, tramite l’attivazione di intensi “venti catabatici” (Bora) che dalle coste Dalmate spirano, in modo rafficoso e turbolento, in direzione delle coste di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, dove soffiano intensi, a tratti forti, venti da N-NE e NE, che raggiungono picchi di oltre 60-70 km/h. Specie lungo i litorali meglio esposti del maceratese, pescarese e nella costa di Termoli, dove la locale stazione, gestita dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, sta registrando raffiche fino a 80 km/h. Malgrado l’ingresso dei primi refoli di aria molto fredda, continentalizzata sulle pianure polacche e Danubiane, con una -10°C giunta all’altezza di Zagabria, le temperature lungo le coste adriatiche stanno registrando una temporanea risalita, con punte di oltre +8°C a Rimini, +6°C a Ravenna,+5°C a Pescara (dove il cielo è molto nuvoloso e nevica sull’entroterra).
Questo aumento termico è dovuto al soffio dei forti venti nord-orientali, che passando sopra le miti acque dell’Adriatico tendono a riscaldarsi sensibilmente nei bassi strati, raccogliendo tanta umidità che poi va impattare sul versante orientale dell’Appennino (“forcing” orografico) producendo persistenti precipitazioni nevose, fino a bassissima quota. Ma va anche detto che le temperature di queste ore, nettamente positive pure sulle zone costiere dell’Istria e su Trieste, dove è attiva una bora impetuosa che sta versando l’aria molto fredda sull’alto Adriatico, indicano come il vero freddo di questa massa d’aria sia concentrato alle quote superiori della troposfera, fra gli 850 hpa e i 500 hpa. In sostanza non si tratta del vero “freddo pellicolare”, spesso non più di 1.5-2.0 km, proveniente dalle pianure Sarmatiche, che solitamente raggiunge le nostre regioni attraverso gli eventi di “Burian”. Solitamente, in questi casi, l’afflusso dell’aria gelida, assottigliata nei bassi strati dalle forti inversioni termiche che contraddistinguono le lunghe nottate invernali nelle aree continentali eurasiatiche, causa una repentina diminuzione dei valori termici, sotto la soglia dei +0°C a livello del mare.
Tanto che a Trieste, come in tutte le altre città e località della costa adriatica, la colonnina di mercurio piomba sottozero in un batter d’occhio, non appena entrano le prime impetuose folate di bora dall’altopiano carsico e dalle Alpi Dinariche, fino a 90-100 km/h. Intanto, nel corso delle prossime ore, il nocciolo di aria molto gelida, attualmente posizionato tra le Repubbliche Baltiche, l’est della Polonia e la Bielorussia occidentale, con valori fino a -14°C -15°C alla superficie isobarica di 850 hpa (circa 1300 metri), affonderà verso i Carpazi, apportando un forte calo delle temperature, oltre a nevicate, anche molto abbondanti, che copriranno di neve tutta la Romania, il sud della Polonia e l’Ucraina e la Moldavia. Nel corso delle prossime ore, questo nocciolo gelido di aria artica marittima continentalizzata dai Carpazi si muoverà in moto “retrogrado” verso l’ovest della Romania e l’Ungheria, per poi di qui raggiungere la Serbia e la Bosnia Erzegovina, entro le 18 UTC di domani, ammassando un vasto nucleo di aria molto fredda continentalizzata, fra le pianure Danubiane e le Alpi Dinariche, con isoterme davvero ragguardevoli per queste latitudini, visto che la -15°C raggiungerà la Serbia e la Bosnia Erzegovina, provocando un brusco abbassamento delle temperature, largamente sotto lo“zero termico” fino a quote pianeggianti per l’intero arco del giorno.
Una parte di questo nucleo gelido “retrogrado”nel corso della serata e della successiva nottata di domami riuscirà a varcare le Dinariche, grazie all’ulteriore espansione verso E-NE del cuneo anticiclonico azzorriano, che subendo un pesante“Stretching” ad opera di un rigenerarsi del flusso zonale, in uscita dal Canada orientale (Terranova), si spancerà in direzione della Germania e della Polonia, innescando lungo il suo bordo più meridionale un temporaneo flusso“retrogrado”, con asse disposto fra i Carpazi e l’Italia centro-meridionale. Come un effetto domino il flusso “retrogrado” in attivazione lungo il bordo più meridionale dell’anticiclone delle Azzorre, spanciato verso l’Europa centrale e le Alpi, avrà il merito di aspirare parte di quel nocciolo di aria gelida giunta sulla Serbia, l’Ungheria e la Bosnia Erzegovina verso le Alpi Dinariche, facendolo successivamente tracimare lungo gli “intagli” naturali di queste verso l’Adriatico e le coste di Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, con intensi venti freddi da N-NE e NE che agiteranno l’Adriatico, attivando delle mareggiate di debole intensità dalle Marche alla Puglia garganica. Inoltre, tale moto “retrogrado”, ben collaudato nei bassi strati, manderà in “Stretching” la circolazione depressionaria che nel frattempo si sposterà verso la Grecia e il mar Egeo, favorendo un allungamento di questa figura depressionaria fino alla Ionio, con un ulteriore intensificazione del flusso freddo nord-orientale su tutte le regioni centro-meridionali, dalle Marche alla Sardegna e la Sicilia.
A partire dal tardo pomeriggio, sera, di domani parte di quel nocciolo di aria gelida giunta sulla Serbia, l’Ungheria e la Bosnia Erzegovina, in seno al sopra citato flusso “retrogrado”, si riverserà sopra la più mite superficie del mar Adriatico, le cui temperature superficiali rimangono piuttosto tiepide in Dicembre. I forti contrasti termici che si determinano sopra la più calda superficie marina rafforzando il “gradiente termico verticale” (notevoli differenze termiche fra media e bassa troposfera), favorendo l’innesco di una forte attività convettiva (violenti moti ascendenti della colonna d’aria) che agevolerà la formazione di annuvolamenti cumuliformi (cumuli, cumulonembi) in grado di apportare precipitazioni diffuse, che date le termiche in quota, con una -40°C a 500 hpa a ridosso delle centrali adriatiche, assumeranno carattere di rovescio o temporale se i contrasti termici sono molto forti.
L’insorgenza dell’instabilità convettiva e della nuvolosità cumuliforme viene spiegata dal fatto che a contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida si riscalda e si carica di umidità fin dagli strati più bassi, instabilizzandosi al proprio interno e determinando la rapida formazione delle nubi cumuliformi (cumulonembi) che vengono spinte dai venti dominanti verso le rispettive aree costiere, dove danno la stura a persistenti precipitazioni, che dal pomeriggio di domani assumeranno prevalente carattere nevoso fino alle coste fra le coste della Romagna, le Marche e l’Abruzzo. Lungo le coste adriatiche, dal Veneto fino alla Puglia, l’”Adriatic Sea Effect snow” si attiva ogni qual volta che un intenso nucleo di aria fredda, o gelida, dalla regione carpatico-danubiana, dopo aver valicato le Alpi Dinariche, si versa sopra il bacino del mar Adriatico, contrastando con le acque superficiali decisamente miti. Durante il passaggio dell’aria molto fredda sopra il mar Adriatico si svilupperanno delle bande nuvolose lineari, che si muoveranno verso le coste di Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, apportando consistenti precipitazioni, che potranno divenire nevose sino ai litorali, specie nel tratto fra Ancona e Termoli. Le più importanti nevicate, come quelle osservate ad inizio Febbraio 2012 tra coste di Marche e Abruzzo, sono da addebitare proprio al fenomeno dell’”Adriatic Sea Effect”, che favori lo sviluppo di estesi e compatti addensamenti che si ammassarono sul versante orientale dell’Appennino, causando persistenti fitte nevicate che durarono per intere giornate in città di mare come Ancona o Pescara.
Va detto che in questo caso i moti convettivi verranno esaltati dalla ventilazione nord-orientale, piuttosto accentuata, che raggiunte le coste adriatiche sarà costretta a risalire i pendii dei rilievi dell’Appennino Marchigiano, Abruzzese, molisano e del Gargano. Raggiunta una certa altezza la massa d’aria si saturerà, condensandosi in imponenti annuvolamenti orografici che apporteranno delle nevicate, di debole e moderata intensità, fra Marche, Abruzzo, Molise e persino sulle aree più interne del foggiano e barese. Le nevicate più intense dovrebbero coinvolgere l’aquilano, il chietino, il teramano e tutto l’entroterra molisano e il Gargano, dove i fenomeni risultando anche persistenti potranno garantire accumuli significativi. Nel corso della nottata, e dalla mattinata di martedì 31 Dicembre, giorno di San Silvestro, la ritornante del fronte occluso della depressione in spostamento verso la Grecia e il mar Egeo dovrebbe produrre nuove precipitazioni, con enfasi orografica, che dopo aver coinvolto la Puglia, dove rovesci di acqua/neve si potranno spingere fino alle coste del barese e del tarantino, per poi investire l’est della Basilicata e il cosentino ionico e il crotonese.
La stessa ritornante da NE, dopo aver scavalcato l’Appennino centro-meridionale, raggiungerà il Tirreno con sostenuti venti di grecale che impattando contro i rilievi della Sicilia tirrenica (Peloritani, Nebrodi e Madonie) determineranno diffuse nevicate che imbiancheranno tutte le aree interne dell’isola, fin dalla collina. In particolare le frazioni e i comuni fra Madonie e Nebrodi settentrionali, particolarmente esposti allo “stau” prodotto dai freddi venti di grecale. Ma se il minimo relativo della depressione sull’Egeo si posizionerà ad una latitudine un po’ più elevata in Sicilia settentrionale potrebbero sfondare isoterme decisamente più basse che non mancheranno di regalare bianche sorprese a chi da queste parti non riceve le visite della “dama bianca” da parecchi anni.
Fonte: meteoweb