Di cambiamenti all’orizzonte se ne vedono
pochi purtroppo. Anche quest’anno le masse d’aria fredde, sia d’origine
polare che artica (quest’ultima latita dal Mediterraneo da oltre un
anno), incontreranno notevoli difficoltà nel raggiungere l’Europa, ed in
modo particolare l’area centrale del Mediterraneo. Le dinamiche di
flusso predominanti nell’emisfero boreale evidenziano, ancora una volta,
come la circolazione emisferica continui ad essere caratterizzata
dall’accelerazione del flusso zonale, con una tendenza verso un “waves 2 pattern”. In sede nord Pacifica, però, si nota come i grandi “blocking” anticiclonici, supportati dai “forcing” convettivi di matrice tropicale facenti capo alla “MJO” (“Madden-Julian Oscillation”) in azione fra l’oceano Indiano orientale e l’area indonesiana, vengano tagliati di netto, dalla base, dai potenti “Jet Streaks” (massimi di velocità del “getto polare”)
associati alla vivace attività ciclonica in uscita dall’Estremo Oriente
asiatico. Merito del progressivo consolidamento dell’attività ciclonica
a carattere freddo, legata ad un abbassamento di latitudine del “lobo siberiano”
del vortice polare che si posizionerà sulla Siberia centro-occidentale,
sotto forma di un profondo e vasto ciclone extratropicale alimentato da
masse d’aria molto fredde a tutte le quote, e da minimi di
geopotenziale molto bassi in quota.Questa
profonda figura ciclonica polare, contrastando da vicino il blocco
anticiclonico presente sull’Asia centrale, e rafforzato dal “forcing” orografico tibetano (che in questo periodo dell’anno agganciando le onde anticicloniche produce robusti “blocking” anticiclonici su tutta l’Asia centrale e parte di quella orientale), favorirà la formazione di potenti “Jet Streaks”,
lungo la linea di demarcazione delle due figure dinamiche, che si
proietteranno verso il Pacifico occidentale, erodendo l’onda
troposferica atmosferica presente sul Pacifico settentrionale. Il ramo
principale del “getto polare”, in scorrimento sopra l’Asia settentrionale, schiacciato verso latitudini più meridionali dall’invasività del “lobo siberiano”, verrà costretto ad accoppiarsi con il ramo principale della “getto sub-tropicale”, sopra i cieli della Cina e sul mar Cinese Orientale. L’unione dei due “getti”
in un unico flusso principale non farà altro che agevolare la nascita
di diversi sistemi frontali e nuove profonde ciclogenesi fra la penisola
di Corea e il mar del Giappone, dato l’incremento della vorticità
positiva in quota (capacità delle masse d’aria ad invorticarsi),
rimettendo così tutto in discussione.
Pertanto,
in accordo con quanto prognosticato, nelle prossime settimane, dovremo
fare i conti con un flusso perturbato che a tratti risulterà piuttosto
intenso, scorrendo a gran velocità sull’area atlantica, intorno al 50°
parallelo nord, con ondulazioni (“onde di Rossby”) a tratti marcate, ma che verranno prontamente tagliate dai poderosi “Jet Streaks” (massimi di velocità del “getto polare”,
veri e propri fiumi d’aria che scorrono ad altissima velocità nell’alta
troposfera) che si attiveranno fra il Pacifico settentrionale, il nord
America e l’Atlantico settentrionale, a seguito dell’inasprimento del “gradiente di geopotenziale” e del “gradiente termico”
tra le latitudini artiche e l’area temperata. In particolare sull’Asia
orientale, cosi come sul Canada centro-orientale, nei prossimi giorni, a
causa del frazionamento del vortice polare in due grandi “lobi”
secondari (con elevata vorticità positiva in quota) posizionati fra la
Siberia centro-occidentale e l’Arcipelago Artico canadese orientale,
s’instaureranno delle vaste aree con valori di geopotenziali in quota
estremamente bassi, in grado di produrre dei formidabili “gradienti di geopotenziale” che alimenteranno ulteriormente il ramo principale del “getto polare”, imprimendogli forza e velocità.
Questo forte “gradiente di geopotenziale” in quota, che si verrà ad innescare fra i territori della Siberia centro-occidentale e la Cina occidentale, attiverà possenti “Jet Streaks”
che dall’entroterra cinese, o addirittura fin dall’Asia centrale, si
propagheranno in direzione del Giappone per poi versarsi sul Pacifico
occidentale, con massimi di velocità di oltre i 300-320 km/h alla quota di 250 hpa. Questi potenti “Jet Streaks”,
in uscita dall’entroterra cinese e dalle coste asiatiche orientali, si
spingeranno molto velocemente sopra i cieli del Canada e degli USA
settentrionali, prima di versarsi sull’Atlantico occidentale, inibendo
le spinte meridiane dell’anticiclone delle Azzorre. La presenza di un “getto polare” molto forte, rinvigorito da questi “gradienti di geopotenziale” attivi fra l’Asia orientale ed il nord America, con intensi “Jet Streaks”
che si distribuiranno fra il Pacifico settentrionale e l’Atlantico
orientale, fino alle porte dell’Europa occidentale, inibirà lo sviluppo
di onde troposferiche vigorose e ben strutturate, capaci di ergersi fino
alle latitudini artiche, intaccando dall’interno la figura del vortice
polare troposferico, favorendone uno “split” completo di quest’ultimo.
In
tale contesto di elevata zonalita le masse d’aria molto gelide,
d’estrazione artica, rimarranno confinate fra il comparto siberiano
centro-orientale (Repubblica di Jacuzia), dove rimarrà attivo un
invasivo “lobo siberiano” del vortice polare, e l’area canadese, dove insisterà il “lobo canadese”,
che presenterà un profondo minimo di geopotenziale alla quota di 500
hpa, responsabile del netto rinvigorimento del ramo principale del “getto polare”
che esce dal continente nord americano. Fin quando persisterà questa
anomalia di geopotenziali estremamente bassi sull’area canadese e
sull’Atlantico il flusso perturbato principale scorrerà assumendo una
marcata componente zonale che penetrerà fin sull’Europa orientale, dove
le umide e miti correnti oceaniche scorreranno al di sopra della masse
d’aria fredde (e pesanti) appena depositate nei bassi strati (“lake cold”)
dalla recente avvezione fredda scivolata fra l’Ucraina e l’Europa
orientale. La porta delle umide e piovose perturbazioni atlantiche
rimarrà spalancata per svariate settimane, tanto che l’Italia, più che a
neve e freddo, dovrà prepararsi ad affrontare nuovi fase perturbate,
con nuove abbondanti precipitazioni sulle regioni settentrionali e i
settori tirrenici, inframezzate da periodi anticiclonici più o meno
prolungati per la temporanea espansione dell’anticiclone delle Azzorre
verso l’Europa centrale. L’unica differenza, rispetto lo scorso inverno,
riguarda il significativo raffreddamento del comparto siberiano
centrale, dove si consoliderà l’attività ciclonica a carattere freddo,
legata ad un abbassamento di latitudine del “lobo siberiano”
del vortice polare che si posizionerà sulla Siberia centro-occidentale,
sotto forma di un profondo e vasto ciclone extratropicale alimentato da
masse d’aria molto fredde a tutte le quote, e da minimi di
geopotenziale molto bassi in quota.
Questa
profonda figura ciclonica polare, scivolando di latitudine col proprio
asse principale disposto verso gli Urali e la Russia europea, nel corso
della stagione invernale, specie fra Gennaio e Febbraio, potrebbe dare
luogo ad intense ondate di gelo sulle pianure Sarmatiche che potrebbero
essere accompagnate anche da una moderata componente “retrograda” (specie se il “lobo siberiano”
mantenendo un posizionamento più occidentale entra in fase con
l’anticiclone delle Azzorre) in grado di spingere parte di quest’aria
molto fredda, di matrice continentale, verso la Russia, la Scandinavia e
l’Europa centro-orientale, con l’arrivo di nevicate fino a quote
pianeggianti. In questo caso l’Italia trovandosi lungo il confine fra la
fredda circolazione di origini continentali e quella più mite e umida
di matrice atlantica, potrà essere interessata da ciclogenesi a
carattere freddo, localizzate proprio nel cuore del Mediterraneo, che
causeranno ondate di maltempo dalle caratteristiche invernali.
Fonte: meteoweb