Ondulazione delle correnti atlantiche con momenti perturbati più importanti ed anche occasione per nevicate a bassa quota.
Le correnti laminari ondulate da nord-ovest sono le migliori per apportare temperature sufficientemente fredde ed aria secca alternata a semi onde da sud ovest con annesse depressioni cariche di precipitazioni, che ovviamente possono risultare nevose anche a quote basse.Insomma dalla metà di gennaio, come andiamo ripetendo dal 2 gennaio, il tempo cambierà. La modifica dell'assetto barico non avverrà in un lampo, ma il peggioramento del week-end 17-18 gennaio sicuramente fungerà da apripista per una nuova avventura invernale con la neve che inizialmente potrà cadere tra nord e centro a quote collinari e che successivamente, con il passaggio di altre onde perturbate, potrebbe farsi vedere anche in pianura.
Ce ne sarebbe sia per le Alpi che per gli Appennini, al nord e su parte del centro, specie su Toscana, Umbria e Marche potrebbe nevicare sino a quote prossime ai fondovalle e alla pianura.
Dal 15 sino almeno al 25-26 gennaio questo potrebbe essere il trend, in attesa di capire cosa vorrà fare l'inverno da grande o per meglio dire da anziano, cioè in febbraio.
Quanto è attendibile questa configurazione?
Che il tempo sia destinato a cambiare dalla metà del mese sembra ormai assodato, siamo sempre intorno al 75-80% di probabilità che questo avvenga.
Che l'assetto sia proprio quello che vi mostriamo ovviamente ha un'attendibilità un po' più bassa, ma in progressiva crescita: 55%,
Sono lontani comunque quegli inverni e ne abbiamo visti tanti, nonostante le lagnanze di questi giorni, comandati da anticicloni quasi permanenti, che negavano completamente l'inverno su quasi tutta Italia, salvo nelle zone colpite da nebbia.
Fonte: meteolive