L'arrivo della seconda metà di gennaio, potrebbe regalare qualche chance in più di inverno in Europa: ecco cosa potrebbe riservarci il prossimo futuro.
La causa dell'inverno secco e mite è da ricercare nella posizione del fronte polare, collocato su di una latitudine assai più elevata rispetto allo scorso inverno,l'Europa meridionale ricade molto spesso sotto l'influenza di alte pressioni veicolanti masse d'aria assai temperate di origine oceanica. Come due figure antagoniste, ma complementari quanto più intense e profonde risultano le depressioni poste alle alte latitudini dell'oceano Atlantico e dell'Europa, tanto più i relativi anticicloni risulteranno intensi e ben strutturati in tutta la colonna d'aria dell'atmosfera.
Questi ultimi interessano ed interesseranno soprattutto la penisola Iberica ed il bacino del Mediterraneo. L'Italia verrà a trovarsi sul fianco destro dell'anticiclone in modo ricorrente, sperimentando quindi temperature miti e tempo buono soprattutto al nord (dove non mancherà il Favonio) e sul versante tirrenico, Sardegna inclusa. Locali disturbi al meridione, soprattutto sull'adriatico meridionale ed il settore jonico.
Circa l'evoluzione attesa tra la seconda e la terza decade del mese corrente, anche l'ultimo aggiornamento del modello americano conferma l'intervento di una circolazione atmosferica più disturbata che traghetterebbe il continente europeo verso condizioni più invernali. L'aria fredda, nella sua espansione verso l'Europa centrale, sarebbe favorita soprattutto dall'indebolimento del lobo canadese del Vortice Polare,a quel punto un'intrusione d'aria più calda potrebbe generare un'area anticiclonica sulla Scandinavia oppure sull'Atlantico settentrionale, dalle conseguenze invernali su buona parte dell'Europa centrale ed occidentale. La linea di tendenza sarà ovviamente da confermare, essendo la percentuale di realizzazione ancora piuttosto bassa.
Fonte: meteolive