Quella che vi mostriamo è una mappa del modello americano GFS del 20 gennaio. Un arco temporale di due settimane è decisamente troppo ampio per poter pensare di stilare una previsione affidabile. Ma allora perché abbiamo scelto di mostrarvela? Semplice: perché a nostro avviso lo snodo cruciale verso una ripartenza invernale incisiva lo si avrà attorno a quel periodo.
Il Vortice Polare, che come detto s'è rafforzato, dovrebbe subire nuovi attacchi ai piani più alti dell'atmosfera (stratosfera) mostrando pian piano uno stato di salute cagionevole. Qualora i disturbi dovessero propagarsi verso i piani bassi (troposfera) assisteremo presumibilmente ad una sostanziale modifica strutturale del vortice, che andrebbe a scompattarsi proponendo una migrazione di uno dei lobi verso il comparto euro-asiatiaco. Ed è proprio quel che si osserva nella mappa allegata, ossia la migrazione delle masse gelide ben più ad est e la conseguente apertura anticiclonica in Atlantico.
Non soffermatevi sui particolari, ma tenete a mente l'impianto barico generale: indebolimento del Vortice Polare, migrazione ad est di uno dei due lobi e strutturazione di un blocco anticiclonico. Potrebbero essere questi gli step che, da metà gennaio, andrebbero a ridipingere scenari invernali decisamente più consoni al periodo.
Fonte: meteogiornale